Siamo il nostro respiro

Si dice che siamo il nostro respiro. Il movimento del nostro diaframma è infatti il primo e l’ultimo atto della nostra esistenza e il ritmo del respiro è in parte il ritmo dell’intero Universo, qualcosa che dovrebbe farci pensare a quanto siamo simili ad esso. Per questo in Medicina Tradizionale cinese, nell’orologio circadiano di massima attivazione degli organi, si parte proprio dal Polmone che è loggia energetica del Metallo insieme all’Intestino Crasso. Del resto è innegabile che una buona respirazione favorisca la peristalsi intestinale oltre all’ossigenazione dell’intero fisico. Ma non solo, respirare con l’addome allontana l’ansia che spesso è preludio agli attacchi di panico. Come nello Yoga anche nella tradizione taoista, in particolare quella alchimista, il respiro è fondamentale. Gli antichi monaci esortavano i discepoli a “respirare dai piedi”, proprio a significare di abbassare il respiro e permettere così al Polmone di diffondere al meglio quella che viene definita Zhong Qi, energia del respiro tratto dal Cielo. Nel Tai- chi Chuan (Taijiquan) la pratica del respiro viene coltivata proprio con scopi precisi, si respira a narici alterne proprio per purificarsi dalle tossine. Respirare con l’addome non è semplice ma con costanza possiamo modificare questa abitudine tenendo conto che proprio nel Polmone che è un organo considerato “coperchio del corpo umano”, leggero ed etereo, abita uno spirito piuttosto pesante che è il Po, ovvero la nostra memoria corporea che cerca di ostacolare i cambiamenti. Basterà effettuare un piccolo esercizio prima di addormentarsi: una mano sul petto e una sull’addome, fare tre piccoli respiri dal solo naso, sollevando prima l’addome e poi il torace e poi fare un grande respiro. E così fino ad addormentarsi. Non importa quante volte si ripete questo tipo di respirazione, ciò che conta è la costanza nel farlo tutti i giorni fino a che non si nota un cambiamento nella propria respirazione. Se sono in preda all’ansia inspirerò dal naso ed espirerò dalla bocca e se non ci riesco inizierò a camminare, perché nel movimento non possiamo non respirare. Lo sanno bene le donne che hanno partorito o che semplicemente soffrono di dolori mestruali: si dondolano per sentire meno il dolore. In realtà è il corpo che si muove per respirare e così smetterla di contrarre i muscoli, perché la contrazione che deriva dal trattenere il respiro (atto che ci viene spontaneo in presenza di dolore) aumenta il dolore dello spasmo. Respirando in questo modo e con un po’ di pratica riusciremo anche a rallentare il nostro  ritmo cardiaco. Diventano chiare le conseguenze di un respiro profondo e lento sulla circolazione sanguigna quanto sulla pressione arteriosa.

Se voglio purificare invece, non farò altro che inspirare con la narice destra ed espirare con quella sinistra, chiudendole alternativamente con le dita, e poi invertire il respiro, inspirando dalla sinistra ed espirando dalla destra. C’è anche quella che viene definita respirazione pelvica ed è molto profonda e viene praticata quando si è acquisita una maggiore esperienza. Infine nella pratica del Qigong si utilizza anche la respirazione inversa, ovvero si gonfia l’addome nell’espirazione, ma quando si inspira si utilizzano anche le pelvi, in quanto si effettua una lieve contrazione del perineo.

Nella cura di se stessi la respirazione è un atto fondamentale che non può essere lasciato al caso, ma che deve essere praticato affinché il Polmone funzioni al meglio e tante volte possiamo accorgerci del nostro stato energetico proprio dal nostro modo di respirare. Dobbiamo ascoltarci nel respiro. Proviamo dopo l’inspirazione e l’espirazione a fare qualche minuto di apnea per capire quale sia lo stato che preferiamo, che ci fa sentire a nostro agio. Se starò bene nell’inspirare significa che il mio fisico ha bisogno di energia, ha bisogno di prendere dal mondo, mentre se starò meglio nell’espirare vuol dire allora che c’è qualcosa in eccesso in me che devo ridistribuire.

Dobbiamo porre attenzione al nostro respiro, sapendo che è un rifugio a cui possiamo ancorarci ogni volta che ne sentiamo il bisogno. Possiamo farlo anche durante la giornata, ci fermiamo un attimo e compiamo tre atti respiratori completi, possibilmente ad occhi chiusi. Questo semplice esercizio ci riporterà nel momento che stiamo vivendo e, soprattutto, perfettamente centrati e presenti.