Alla luce del Sole

“Alla luce del Sole”, è questo il titolo del romanzo di Gloria Facchini che entra così a far parte della famiglia PlaceBook Publishing & Writer Agency. Gloria Facchini nasce a Legnago in provincia di Verona nel 1974. Si è laureata in Scienze dell’Educazione nel 1997 come Educatore Professionale e la triennale in Scienze della Formazione nel 2004 come Esperto nei processi formativi. Per anni ha fatto volontariato come animatore sociale, coltivano una passione per il teatro amatoriale e attraverso interventi di inclusione sociale. Questo è il suo primo romanzo.

Presentati ai lettori di Kukaos, chi è Gloria Facchini?

Bella domanda! Anzi è la domanda! Chi sono, chi sono stata, quante energie convivono dentro di me? Perché sono qui? Sostanzialmente sono una ricercatrice di senso, come è narrato nel libro. Restando sulle informazioni di base, sono al mio 50esimo giro di Sole, nata-cresciuta-residente a Legnago in provincia di Verona, sono mamma di tre figli maschi di 21, 19 e 12 anni. Sono anche un’Educatrice Professionale e ho operato sia come professionista che come volontaria in ambiti diversi: animazione sociale, teatro amatoriale, progettazione e realizzazione di interventi e servizi educativi. Mi piace imparare, studiare, leggere e ovviamente scrivere. Sono interessata a tutto ciò che può promuovere benessere, guarigione, sviluppo.

E perché hai voluto scrivere questo libro?

Semplicemente ne ho sentito il bisogno, l’ho scritto inizialmente per me.  Circa 10 anni fa, la mia vita è stata attraversata da una profonda trasformazione personale e la scrittura è stata una compagna di viaggio, testimone terapeutica di un percorso di rinascita e consapevolezza femminile. In quel periodo ho incontrato il sostegno del cerchio di donne, da cui ho tratto ispirazione per costruire la trama.

Come hai scelto il titolo?

“Alla luce del Sole” come titolo è emerso in un soleggiato pomeriggio d’estate al termine di un giro in moto nelle campagne della bassa veronese. È stato il mio compagno a proporlo e mi è piaciuto perché si presta a più interpretazioni:

  • Innanzitutto qualcosa – che prima era in ombra, nascosto, dimenticato, non visto – si manifesta apertamente, alla luce appunto. Cos’è quel qualcosa? Una parte di sé, aspetti censurati del Femminile, ricordi antichi, una forma di giustizia, una coppia clandestina, una consapevolezza, una trama?
  • Il sole è un simbolo dell’energia maschile. Attraverso le tappe di un percorso di consapevolezza, la protagonista invita ad una riflessione emancipandosi da un Femminile inteso come luce lunare, riflesso del sole maschile.
  • Inoltre la parola sole è volutamente con la S maiuscola per evocare la divinità incaica del Re-Sole Inti.  La storia di Miriam e Giovanni diviene una “nuova narrazione” alla luce di quanto loro accaduto in una vita precedente, vista in ipnosi regressiva.

Che significato ha per te l’amore?

L’amore è la forza della Vita stessa, è il principio che regge il mondo e lo trasforma… è una connessione profonda e percepita con la Madre. Le manifestazioni dell’amore sono ovunque nella Natura, nelle relazioni, in quel che accade.

E un amore che finisce?

L’amore non finisce, si trasforma, insegna, ti porta a nuova consapevolezza. L’amore ti aspetta. A volte può essere crudele, può allontanarsi, fa soffrire. Lo scopo dell’amore è amare, imparare ad amare. Finisce la relazione karmica che ha un’altra funzione e quando questa si compie, non ha più ragione di essere. La strega della Lessinia fa ripetere ogni giorno a Miriam: “L’Amore di cui ho bisogno è dentro di me” perché abbiamo più bisogno di provare amore e donarlo, che di essere ricambiati.

La sorellanza può aiutare le donne in qualche modo?

Assolutamente sì, lo posso testimoniare. Una delle frasi che più mi piacciono è “solo il femminile salva il femminile”. Abbiamo bisogno di uno spazio sicuro dentro il quale narrarci, ascoltarci, specchiarci, tessere fili, leggere l’invisibile, recuperare le nostre donne interiori e dar loro voce. La sorellanza è una relazione speciale, assolutamente non scontata.

E oggi possiamo parlare di sorellanza tra donne?

Personalmente credo sia molto difficile praticarla nella quotidianità dei ruoli e delle istituzioni nella nostra società.  Nell’amicizia sì, in quella stretta, intima. Io l’ho vissuta all’interno di esperienze di cerchio con gruppi di donne, dove si è tentato di mantenere l’assenza di giudizio, la comprensione e lo stimolo reciproco. 

Quanto è autobiografico questo libro?

Il genere letterario è senz’altro quello del romanzo autobiografico. Ho scritto una frase a pag.3: “È un romanzo nato dall’incontro con le storie di tante donne, dall’esperienza personale e dalla mia immaginazione. Lascio al lettore la libertà di scegliere dov’è il confine tra la realtà e l’immaginazione. Personalmente non mi interessa più”.

Nella tua scrittura porti anche l’esperienza di volontariato?

No, in questo libro non ne parlo.

Questo è il tuo primo romanzo, ti sei ispirata a qualche autore per scriverlo?

Non so se dire “mi sono ispirata” sia esatto, perché mi renderebbe attiva… direi piuttosto che “sono stata sedotta” da Paulo Coehlo e dai suoi libri, che ho letto tutti in ordine cronologico di pubblicazione. 

Che messaggio vorresti arrivasse ai lettori?

C’è una Forza, un’Energia che ci attrae o ci spinge verso il posto in cui ci stiamo aspettando da sempre. Ci parla con le coincidenze, nei sogni, nei messaggi delle persone, con entusiasmi e anche con frustrazioni. La Vita è una caccia al tesoro. La strada si apre da sé. Riconoscerla e avere il coraggio di camminarla è “fare il nostro gioco”.

Stai già scrivendo qualcosa di nuovo?

Ora mi sto gustando questa nuova esperienza con curiosità e divertimento. Tuttavia non nascondo che un’idea mi frulla in testa. La mia migliore amica ha commentato: “Se hai una vaga idea, allora è già fatto!”.

Bianca Folino