Arcanum

Presentare Fabio Pedrazzi, una delle anime della Placebook Publishing & Writer Agency è cosa superflua, soprattutto per chi conosce i suoi libri, i suoi articoli e la sua immensa passione per la scrittura. E’ un uomo di idee e ne realizza diverse, facendole diventare progetti culturali concreti. Sì, perché la Cultura è senza dubbio una delle sue grandi passioni. Lo abbiamo intervistato per parlare di uno dei suoi ultimi libri, “Arcanum” il quarto che vede protagonista la profiler Alexia Lèvy-Vroelant che indagherà su una serie di omicidi insieme al commissario Luca Dettori.

Perché hai scelto gli Arcani?

Gli Arcani sono un linguaggio misterioso e interpretativo, quello che utilizza l’assassino per comunicare la sua “follia”, sempre che di follia si tratti.

Quale significato ha per te il mistero?

Il mistero è una realtà sotto gli occhi di tutti… ma troppe volte una realtà che non si vuole vedere.

Come giallista è un linguaggio che mi permette di parlare di argomenti che in altro modo risulterebbero pesanti e magari di difficile comprensione.

Qui però si parla anche di storia, una storia che non sempre è stata chiara e dei legami di alcuni segreti con lo Stato Pontificio, a tuo giudizio si scoprirà mai la verità?

La verità, mai cosa è più liquida e sfuggente… come dice spesso Alexia Lèvy-Vroelant: a volte per capire un fatto bisogna cambiare il punto di vista. Ed ecco lì che esce una nuova verità. Per quanto riguarda i misteri del Vaticano, credo che non si arriverà mai ad avere le prove di certi fatti, o fattacci, questo non significa che non si sappia come si sono svolti i fatti. Si confonde la religione con lo Stato Pontificio, che è fatto da uomini e per gli uomini (in senso lato, non di sesso), ed essendo umano si comporta né più e né meno come il resto dell’umanità.

Ed è importante inserire l’elemento mistero in un romanzo?

Dipende da cosa scrivi… per me che sono un giallista è una condizione sine qua non.

La figura del professore è particolarmente interessante, come l’hai scelta?

Percival Stone, a dire il vero, è nato per un altro libro che non ha mai visto la fine, ho pensato allora di utilizzarlo in Arcanum… Percival era il nome di uno dei Cavalieri della Tavola Rotonda e Stone… significa Pietra (filosofale?)… e visto che mi serviva un aggancio templare in Arcanum, l’ho sfruttato.

A cosa o a chi ti ispiri per creare i tuoi personaggi?

Bella domanda! Tutti…e quando dico tutti ci metto anche Alexia, sono fortemente autobiografici, poi, come scrittore, lascio che prendano la loro strada in maniera autonoma, dandogli sempre un connotato reale, fatto di umanità, tic, vizi segreti e pubbliche virtù. Succede anche che i personaggi laterali prendano il sopravvento su quelli principali e quando accade ne sono felice, significa che ho lavorato bene.

Parliamo un po’ di intrighi internazionali, che influenza hanno sulle nostre vite?

Più di quello che si pensa o si pensa di sapere. Esistono due livelli: quello che vediamo, o ci fanno vedere e quello che gestisce le nostre vite. Un fatto accaduto in uno Stato africano può influire su ciò che vivremo nel nostro futuro (ho detto africano solo come esempio di lontananza geografica dall’Italia). Il mondo dei Servizi Segreti è complesso è fatto di mille sfumature… di parole non dette e di codici indecifrabili all’uomo comune. È un mondo dove l’etica non esiste e dove il cosiddetto “bene comune” viene sempre prima dell’individuo… anche se il più delle volte il bene non è comune ma dei soliti noti, ma questa è un’altra faccenda.

Questa è la quarta puntata di una serie di libri che hanno un fil rouge, come si è evoluta la storia?

L’Alexy project è partito nel 2009 quando ho deciso di fare un esperimento sociologico: dimostrare che quella che veniva Realtà Virtuale o Virtual Life, non era altro che un aspetto della realtà che siamo abituati a vivere… non sono due distinti mondi, ma fanno parte della stessa medaglia. Con IM Imago Mortis, dove l’avatar di Alexy Solo era tanto reale da finire a fare la virtual model per alcune aziende lombarde, si affiancava la figura di Alexia Lèvy-Vroelant, alter ego della scrittrice Paola Dejaco… mai esistita. Al quel punto la realtà era ribaltata: l’avatar era vero e la scrittrice finta. Alexy aveva preso la scena, diventando anche la protagonista, oltre che del libro anche di una piece teatrale. Alla fine di IM ho lasciato una porta aperta per il seguito. Originariamente dovevano essere solo due parti della stessa storia, tanto è che sono ambientate entrambe tra Milano e Roma. Poi mi sono accorto che Alexia aveva bisogno di più spazio, mi chiedeva di andare avanti a raccontare la sua storia… e con lei alcuni personaggi secondari, come Night Wolf… con Bryan Torrigiani abbiamo pensato a Lakota, dove è stato possibile raccontare la storia di questo personaggio, che sarà sempre presente nella vita di Alexia… potevo poi non darle una figlia?

Ecco che in Arcanum arriva Maggy… terribile e sveglia quanto la madre.

E dal punto di vista formale?

Se per formale intendi il mio modo di scrivere… ho poco da dire. Mi piacciono le frasi concise e veloci, senza troppi fronzoli letterari. Non è che non so scrivere diversamente… come ghostwriter mi corre l’obbligo di saper utilizzare diversi stili di scrittura, ma per quello che concerne i miei scritti… utilizzo una quantità industriale di punti di sospensione… tutta colpa di Celine, lo scrittore non la cantante.

Il prossimo libro vedrà ancora la presenza di Alexia Lèvy-Vroelant e Luca Dettori?

Il prossimo di questa serie ovviamente sì… sarà ambientato sempre a New York…in una Grande Mela sempre avvolta nella neve e nel freddo. Il titolo? Jack is back: Jack è tornato.

Sarà la quinta puntata di questa serie che amo in modo particolare… e sarà forse l’ultimo, anche se la traccia del sesto è già pronta, in effetti basta scriverlo. Quello in effetti dovrebbe essere l’ultimo con Alexia, ormai avanti con gli anni e con Maggy che entrerà nell’FBI… ma come ho detto, è ancora da scrivere.

Bianca Folino