Betonica, erba miracolosa

Ormai non si ricorre più alle cure antiche per trattare le distorsioni oppure le “botte” che procurano edemi violacei sulla pelle che deve essere sempre bella e presentabile nella nostra società moderna dove l’apparenza trionfa sulla sostanza. Non farà comunque male sapere che anche recentemente non poche famiglie ricorrono a rimedi naturali per lenire alcuni mali utilizzando erbe disponibili in grande quantità, nei prati, nei pascoli e nei boschi delle Alpi e degli Appennini. Ecco allora alcuni volenterosi preparare unguenti con la resina del larice o abete, o altri olio di iperico per curare le scottature, altri raccogliere il brugo o l’achillea per farne tisane.

Una delle piante più utilizzate nella medicina popolare, ritenuta quasi magica per le sue virtù, era la betonica (betonega) al qui nome è stato associato impropriamente il significato dialettale di donna intrigante e pettegola, che sa tutto di tutti e non tiene mai la bocca chiusa.

Ma vediamo che proprietà ha questo “miracoloso” vegetale. Verso al metà del 1800 un cerusico dell’alta Valle Camonica, più barbiere che chirurgo scriveva nel suo schedario di questa specie e delle sue virtù. Ricordiamo che per molti secoli, soprattutto nel medioevo, il cerusico svolgeva nei piccoli borghi, montani, oltre il lavoro di sfoltimento e rasatura del pelo, anche quello di medico e farmacista. Pochi infatti potevano permettersi i servizi di un vero “dottore” residente nei grossi centri, quindi gioco forza era il ricorrere a queste figure, oppure ai servizi di terapeuti locali, profondi conoscitori delle piante officinali medicamentose; persone considerate sempre un poco ai margini della società in quanto metà maghi e metà stregoni. Il fatto che fossero uomini era comunque una garanzia (non sempre sufficiente) per non finire bruciati in piazza.

Ma torniamo al cerusico ed alla descrizione che dava della betonica.

“…La Betonica, ha le foglie oblunghe con punta acuta alla cima, scacchetti all’intorno. Nell’interno della foglia si vede molti filetti [peli ghiandolari]. E’ non tanto alta con piccoli fioretti alla sommità, e la maggior parte delle foglie sono in fondo allo stelo…”. Non si può certo parlare di una bella descrizione botanica ma considerate le attenuanti della professione e della “ricchezza” di linguaggio si può dire che è sufficiente. Cercherò di completare anche per facilitarne il riconoscimento. La Betonica (Stachys officinalis (L.) Trevisan) è una pianta perenne che cresce ovunque in Valle Camonica. E qui una piccola precisazione: in botanica sono piante anche le specie erbacee e non solo gli alberi. Il fatto che sia perenne implica che ha una generosa radice (rizoma) che la tiene ben attaccata la terreno e che non si lascia facilmente estirpare. E’ alta normalmente 50 centimetri ma può raggiungere anche il metro. Ha fusto quadrangolare irto di peli e foglie ovali rugose disposte in coppia sul fusto, progressivamente più piccole quando raggiungono in alto i fiori che sono violaceri (color vino) e disposti a mo’ di spiga di molte piccole corolle.

Ritorniamo al cerusico per la descrizione delle proprietà che, dopo una breve premessa “… ha la Betonica virtù incisiva, imperocché la sua erba è amaretta ed alquanto acida; il che dimostra privatamente l’effetto ch’ella fa nel rompere delle pietre [calcoli]…” distingue in “virtù di dentro” e “virtù di fuori”.

Virtù di dentro: “…La Betonica insieme co’ fiori cotta in vino e bevuta vale al singhiozzo, alle crudità dello stomaco, e ai rutti acetosi, ossia agli acidi. Conferisce molto ai difetti della matrice [utero]. In somma è utile a tutte le passioni interne del corpo in qualunque modo pigliata: dello stomaco, del fegato, della milza, delle reni, della vescica, all’opilazione della matrice; giova a cavar fuori del corpo i maligni umori: è utile a quei che han sospetto d’aver preso il veleno bevuta con vino una dramma [unità di misura] della sua polvere poiché per l’orina e per s’abasso spinge fuori il veleno. Giova non poco agli isterici, frenetici, comitiali [epilettici], paralitici e agli sciatici cotta in acqua, e bevuta la sua decozione. La polvere dell’erba secca vale a molte cose, ma principalmente ai dolori di testa presa per se o con mele [miele]. La polvere della radice secca presa al peso di due dramme con acqua melata provoca il vomito cacciando fuori i grossi e viscosi umori. La polvere dell’erba bevuta al peso di tre dramme con vino sana i morsi d’animali velenosi. Mangiata avanti non lascia nuocere i veleni mortiferi; provoca l’orina, solve il corpo, e provoca i mestrui bevuta co vino al peso d’una dramma. Rompe le pietre affisse alle reni, ed espurga il petto, il polmone ed il fegato. La Betonica in somma è piena di infinite virtù, donde è noto quel proverbio, Tu hai più virtù che la Betonica…”.

Virtù di fuori: “…Le frondi verdi, peste, o cotte e applicate alla testa ferita, sana le ferite e cavane, fori le ossa rotte, o latre cose infisse, il suo vapore messo nelle orecchie, mitiga il lor dolore. Le foglie cotte in aceto, e vino vogliono alla putredine e al dolor dei denti. Cotte in vino rosso, e applicate, lavata prima la ferita con la sua decozione, son mirabil rimedio a’ morsi velenosi e del can rabbioso principalmente: mitigano i dolori artefici [artrite], e delle podagre [pellagra] applicata. L’acqua stillata applicata con pezzette mitiga il dolor della testa, e degli occhi. La betonica è erba capitale, e se ne fa cerotto per le fratture e per cavar l’ossa rotte, che incarna, asterge (pulisce), digerisce, e dissecca. Fassene ancora una liscia [suluzione come la lisciva] per confortare il cervello, e la memoria così. Prendesi Betonica, origano, salvia, fiori ed erba di camomilla, ana [vale a dire unità] N° 2. Si mettono in un caldaio, e spora si metta la cenere, e sopra vi si getta l’acqua piovana e si fa liscia, ed il giorno avanti che vi s’abbia a lavar la testa vi si infonde un sacchettino pien di rose, di majorana, di lavanda, di rosmarino, di spico di bettonica incisi ana 6 N° 1. Agarico [Fungo] un poco confuso dramme due…” Il linguaggio utilizzato non è certo facile da comprendere quindi alcuni termini, più incomprensibili, sono stati interpretati fra parentesi quadre. Come sopra detto queste erbe sono ormai quasi inutilizzate ma possiamo affermare che per quanto riguarda la betonica sicuramente alcune sue proprietà terapeutiche sono confermate. Soprattutto l’utilità in tutte quelle affezioni che richiedono l’eliminazione degli acidi urici, per uso esterno in caso di ferite, contusioni, ascessi, ulcere, mal di gola e infiammazioni gengivali…. andare oltre per un botanico non è permesso ed è doveroso lasciare al medico-erborista le prescrizioni e i dosaggi.

Innocenzo Benvenuto Bona