Black friday? No, grazie

Nero sì, ma solo per l’ambiente. Il black friday della scorsa settimana ha fatto correre I consumatori all’acquisto selvaggio per non perdere le occasioni proposte. In realtà non ci sono certezze che gli affari siano davvero tali ma ce ne sono circa il grado di inquinamento che generano. I dati si riferiscono all’iniziativa del 2020 quando si sono registratae 429mila tonnellate di CO2.

Queste sono state le emissioni prodotte in quell’occasione, tracciate nel “report Dirty delivery”. Per mettere questo dato in prospettiva, gli acquisti fatti durante questa giornata inquinano quanto 435 voli andata e ritorno tra Londra e New York. E ormai è noto che i viaggi aerei siano una delle cose che inquinano di più. Il problema maggiore di questa giornata di sconti folli sta sia nella sovrapproduzione che nella logistica: gli acquisti del Black Friday avvengono per la maggior parte online, presupponendo un massiccio impiego di trasporto su strada.


Oltre all’inquinamento, un altro enorme problema è rappresentato dagli imballaggi, il cui utilizzo aumenta a dismisura a novembre generando il più alto volume di rifiuti dell’anno. Senza contare il fatto che molti brand decidono di produrre di più in vista di questa giornata non limitandosi ad ampliare il catalogo ordinario, ma creando dei prodotti ad hoc che non sempre rispettano gli standard qualitativi.

Come sempre dipende dal pubblico che anzichè farsi sovrastare dagli imput ricevuti potrebbe avere un certo senso critico e decidere se davvero ne vale la pena di aderire a certe iniziative. Dopo questi dati riportati dal rapporto, forse sarebbe meglio tornare ai classici saldi. Anche perchè sempre più aziende sono contrarie ai black friday proprio per gli standard qualitativi dei prodotti. E se nel 2020 I dati sono stati quelli chissà il rapporto relativo al 2022 cosa riporterà visto che l’abitudine di aderire a queste iniziative di acquisti on line stanno prendendo sempre più piede tra i consumatori.

Redazione