Brasile : nuove deforestazioni per aumentare la produzione di carne

Di nuovo si torna a parlare di allevamenti intensivi che si sviluppano a spese della salute del Pianeta e della sopravvivenza di tribù indigene.  La FUNAI (Fundação Nacional do Índio), oganizzazione ufficiale riconducibile al governo brasiliano con lo scopo di tutelare i popoli e le terre indigene, lo scorso 16 settembre ha rinnovato per soli 6 mesi (in contrasto con il precedente rinnovo che era stato di tre anni) l’ordinanza territoriale a difesa del territorio Piripkura.

Baita e Tamandua Piripkura, fotografati durante un incontro con una unità del FUNAI. Foto tratta dal sito https://www.survival.it/

Ufficialmente sembrerebbe che al momento esistono solo due membri della tribù indigena Piripkura (si narra però che molti altri componenti della specie  sopravvissuti ai massacri degli anni scorsi siano ben nascosti nella foresta del Mato Grosso) ed un recente sopralluogo (o meglio sorvolo) da parte di alcune associazioni umanitarie in primis Survival International hanno verificato un continuo sviluppo dell’attività di deforestazione per far  spazio ad allevamenti intensivi destinati a fronteggiare la richiesta di carne a livello internazionale. Si ritiene che negli ultimi due anni siano stati utilizzati per gli scopi di cui sopra ben 12.000 ettari di foresta indigena.

Non contenti sono state inoltre costruite nuove strade, recinzioni destinate a contenere le centinaia di capi di bestiame importate ed addirittura una pista di atterraggio . Sarah Shenker, responsabile della campagna di Survival International per i popoli incontattati, ovvero indigeni, scrive in proposito sul sito dell’organizzazione : “Stiamo parlando di operazioni di allevamento commerciale in un territorio indigeno di vitale importanza che per legge dovrebbe essere protetto. Gli invasori si stanno avvicinando velocemente ai Piripkura incontattati, ma loro resistono con tutte le loro forze, ed è quello che dobbiamo fare anche noi. Solo una grande mobilitazione dell’opinione pubblica può impedire il genocidio dei Piripkura e di altri popoli incontattati. E sapete una cosa? È anche un modo molto più economico ed efficace di proteggere la foresta amazzonica rispetto alle letali ‘soluzioni’ promosse dai governi alla COP26”.

La pista di atterraggio all’interno del territorio Piripkura. © Rogério Assis/ISA Foto tratta dal sito https://www.survival.it

Al fine di attirare ulteriormente l’attenzione del Governo Brasiliano è in corso una campagna a tutela dei popoli indigeni consistente nell’invio di un’email ad alcuni responsabili governativi il cui testo si trova cliccando su questo link https://www.survival.it/e-mail/incontattati-ordinanze-emergenza e con la quale si chiede in sostanza di tutelare alcuni tra i popoli più deboli del Pianeta. Ma sarebbe anche opportuno soffermarci qualche istante a pensare che ciascuno di noi, rinunciando a qualche chilo di carne all’anno, potrebbe intervenire in modo efficace contro le deforestazioni e  tutto quello che ne consegue. E questo ce lo insegna la semplice ma primaria legge economica della domanda che genera l’offerta.  

Per maggiori informazioni se questi argomenti vi invitiamo a visitare il sito di Survival International Italia a questo link https://www.survival.it/

Carlo Pulici