Oggetto del desiderio per bambini e ragazzi nelle settimane che precedono il Natale, il Calendario dell’Avvento ha origini che risalgono a molto lontano. Si ritiene infatti che tutto iniziò a fine ‘800 quando Gherard Lang, un bambino tedesco, manifestava la sua impazienza per l’arrivo del 25 dicembre chiedendo in continuazione alla madre quanti giorni mancassero a quel momento.
Per rendere l’attesa piacevole, la mamma di Gherard decise di preparare dei biscotti speziati , tipici della tradizione natalizia in Germania, e dividerli poi in 24 sacchettini che diede poi uno al giorno al figlio per consentirgli di comprendere da solo quanti giorni mancassero al Natale. Dopo aver trascorso l’infanzia in compagnia di questi sacchettini di dolci durante il mese di dicembre di ogni anno, sviluppando l’idea della madre il ragazzo, nei primi anni del ‘900 diede vita al primo vero e proprio Calendario dell’Avvento .
Nel 1902 la Libreria Protestante Trümpler di Amburgo decise infatti di stampare un cartellone con 24 finestrelle che le mamme avrebbero potuto riempiere con vari tipi di dolci con lo scopo di aiutare i bambini a contare quanto mancasse all’arrivo del Natale.
Il conto iniziava la prima domenica di Avvento, di solito tra fine Novembre e inizio Dicembre, considerato che di definisce Avvento il periodo delle 4 domeniche che precedono la celebrazione del 25 dicembre. A partire dal 1920 i Calendari dell’Avvento iniziarono a diffondersi in tutta la Germania e poi nel mondo dando vita ad una infinita varietà degli stessi.
Ai giorni nostri i più famosi restano quelli che, fedeli alla tradizione, dietro la finestrella contengono dolci di cioccolato ma se ne trovano anche con finestrelle di cartone che una volta aperte “scoprono” un disegno. Con il tempo ne sono stati messi in vendita alcuni con un piccolo gioco dietro a ogni giorno oppure tridimensionali con effetti musicali. In alcune città e comunità si è anche diffusa la tradizione di trasformare interi edifici in giganteschi calendari dell’Avvento addobbando e illuminando vere finestre dietro le quali, a volte, gli abitanti cantavano una canzone o una preghiera .