In fatto di clima è ora di usare i giusti termini: siamo in piena crisi climatica. Non si tratta di un semplice cambiamento, siamo agli sgoccioli di qualcosa che potrebbe danneggiarci profondamente, a meno che non cambiamo direzione verso l’azzeramento (o quasi) della produzione di Co2. In realtà dovremmo iniziare a pensare in modo diverso perché il paradigma che vede la produzione di energia con il consumo di risorse non sembra funzionare. Non più almeno.
Secondo i dati di Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) abbiamo tempo fino al 2030 così come stabilito dal Protocollo di Parigi per ridurre sensibilmente le emissioni di Co2 in modo da raggiungere un riscaldamento globale che non superi 1,5 gradi. Teniamo conto che siamo già arrivati ad un aumento della temperatura pari a 1,2 gradi. Se ignoreremo questi studi e lo stesso protocollo, nel 2050 inizierà l’estinzione del genere umano. E non si creda sia un’esagerazione, tutt’altro. Il nostro Pianeta ha già dimostrato, durante la pandemia, di poter vivere tranquillamente senza l’Uomo. Purtroppo il periodo di lockdown è stato troppo breve per una ripresa sensibile delle condizioni della Terra, ma una piccola dimostrazione l’abbiamo avuta con il rifiorire dell’ambiente. Sarà la nostra specie a non riuscire a resistere più ai fenomeni metereologici che si faranno sempre più violenti.
In realtà l’Italia è piuttosto avanti rispetto ad altri Paesi europei e mondiali, in quanto ha già elaborato una serie di Piani per diminuire le emissioni. Purtroppo però, quello che manca sono le azioni concrete che devono necessariamente seguire quei Piani. E se i Governi non sembrano avere fretta nel prendere una direzione diversa che salvaguardi il nostro Pianeta e la nostra stessa vita, ognuno di noi può fare la sua parte.
I singoli possono farsi gocce di mare capaci di rendere grande un oceano. Non solo limitando il consumo di plastica e soprattutto conferendo in modo adeguato i rifiuti con una differenziazione precisa, ma anche ponendo attenzione anche ai consumi familiari. Scegliere bottiglie di vetro per la nostra acqua o un filtro depuratore da applicare al nostro rubinetto. Facciamo la spesa in modo consapevole con consumi secondo coscienza. Basti pensare che gli allevamenti intensivi di carne bovina inquinano, in fatto di emissioni di Co2, molto più degli autoveicoli in circolazione. Possiamo anche limitare i nostri voli aerei, scegliendo altri mezzi di trasporto soprattutto per gli spostamenti “interni”, quado cioè dobbiamo viaggiare all’interno del nostro paese.
I cambiamenti richiedono anni e forse anche decenni. Ma a noi non è rimasto molto tempo. E’ ora quindi di avere una maggiore consapevolezza, non solo dei fenomeni atmosferici, ma di quanto la nostra vita quotidiana impatti sul Pianeta e di cosa possiamo fare per accelerare il cambiamento e salvaguardare la nostra meravigliosa Gaia. Affinchè una piccola goccia di mare si trasformi in oceano.
Bianca Folino