Cronache del Principato

“Cronache del Principato” è questo il titolo del libro di Innocenzo (detto Enzo) Bona fresco di pubblicazione ed edito dalla Placebook Publishing & Writer Agency. Bona è un botanico che vive e lavora in Val Camonica e che ha unito la passione della scrittura e della storia alle sue conoscenze botaniche per narrare in forma di racconto alcune “fabule” che potrebbero interessare i lettori e soprattutto incuriosirli e attirarli nella regione in cui vive. Collabora con il Museo di Scienze Naturali di Brescia e fa parte del Centro Studi Naturalistici Bresciani oltre ad essere socio della Società Botanica Italiana. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni sulle felci, oltre a diversi articoli scientifici. Attualmente, si occupa di software per la cartografia floristica e ha progettato i maggiori database per l’imbancamento dei dati floristici. Proponiamo ai lettori una sua breve intervista.

Chi è Enzo Bona?

E’ un botanico datato, non certo come alcuni alberi considerati monumeti naturali, ma vissuto.Vive in Valle Camonica, una vallata delle Alpi colma di storia, arte e cultura, ma anche di natura. E’ una della aree alpine con maggior biodiversità grazie al suo clima e la sua posizione centrale nella catena alpina. All’attività botanica, da pochi anni, ho affiancato alla ricerca il racconto fantastico sotto forma di favole dove il protagonista (magister) è un naturalista vecchio stampo. Queste favole sono infatti collocate tra il XVI e XVII secolo.

Com’è nata l’idea di questo libro?

L’idea di scrivere le favole fantastiche (in questo libro ve ne sono tre) nasce dalla fuga dal tecnicismo della botanica e floristica come intesa attualmente, fatta di tabelle e algoritmi aridi lontani dalla fantasia e dal mondo naturale. Paradosso? Molti botanici conoscono solo le elaborazioni statistiche, ma non sanno riconoscere un vegetale in natura.

E come hai scelto il titolo?

Il titolo nasce dal contenuto delle favole, tutte incernierate nel principato di Trento nel secolo XVI poco prima che fosse indetto il Concilio.

Tu sei un botanico, ma hai scritto tre racconti in questo libro, com’è nata la passione per la scrittura?

Nasce da lontano, e dalla necessità di raccontare. In primis rimango un maestro, anche se non ho mai insegnato nella scuola, preferendo rivolgermi alle piante, molto più silenziose, discrete e tolleranti.

Hai unito la storia alla botanica, che rapporto esiste tra di loro?

I vegetali hanno sempre accompagnato le vicende umane, sia come alimento che terapia. Nella storia queste hanno avuto molta importanza. La storia dell’uomo, carestie, epidemie e potere sono legate alla diffusione delle specie vegetali, della loro coltivazione e utilizzo.

Anche ai giorni nostri a tuo giudizio esiste quel rapporto?

Esite ancora, ma i vegetali in larga parte vengono considerati accessori allo sviluppo. Le specie si sono ridotte in numero e le coltivazioni intensive hanno minato la biodiversità del pianeta. Si avverte tuttavia un ritorno in alcune aree, ma recuperare il tempo perduto è difficile. Un’agricoltura e coltivazione sostenibile dorebbe essere obiettivo delle nuove generazioni.

C’è un messaggio nel tuo libro che vorresti arrivasse ai lettori?

Mi intrigava la figura di Bernardo Cles, Principe Vescovo di Trento, un uomo saggio fra i più potenti d’Europa che ha saputo rendere il Principato ombelico del destino del potere e religiosità del 500, secolo tormentato dalla riforma e controriforma. Conoscendo la storia sia della botanica che dell’editoria del tempo, ancora in fasce, mi è piaciuto coinvolgere il grande botanico Pierandrea Matthioli, medico senese del Principe. In sintesi vorrei che i lettori facessero un viaggio leggero in quel periodo e gli venisse voglia di recarsi a Trento e respirare la meravigliosa atmosfera del “Magno Palazzo”, corte rinascimentale fatta costruire dal Cles.

L’erboristeria ha un ruolo oggi?

Certamente, come dicevo, anche se i medicinali ormai sono solo di sintesi, rimangono alcune specie insostituibili come base prima per farmaci (l’Aconitum stesso, o la Digitale). Molti preferiscono curarsi con rimedi naturali e se guidati da un buon erborista possono fare a meno dei farmaci di sintesi, avendo meno effetti collaterali.

Sogni nel cassetto?

Solitamente scrivo per un numero ristretto di amici ai quali regalo i miei racconti per Natale. Sono oltremodo soddisfatto e riconoscente a Fabio e Claudia, che hanno gradito i racconti e li hanno ritenuti degni di essere pubblicati.

E scritti futuri di tipo letterario?

Ho altri racconti non pubblicati e sto scrivendo la continuazione delle Cronache dal Principato, con sorprese dovute a specie che salvano e specie che uccidono.

Bianca Folino