Cuore, il nostro imperatore

Per gli antichi cinesi era l’Imperatore, una coppa che tutto accoglie ma dove nulla deve sostare troppo a lungo per non appesantirla. Per i nostri medici è un muscolo striato involontario, che a differenza degli altri muscoli involontari ha un tessuto non liscio. E proprio di recente alcuni ricercatori di Stanford hanno identificato un suono che crea un nuovo tessuto del nostro cuore, ovvero nuove cellule che si creano proprio grazie alla vibrazione acustica. Chiaro che questo studio serviva a comprendere se nel futuro sarà possibile utilizzare il suono per modificare le cellule cardiache, soprattutto in caso di patologia. Che equivale a dire che con ogni probabilità in futuro, grazie al suono, i cuori potranno essere riparati. E non è un segreto che il biologo molecolare Emiliano Toso che si dedica ormai esclusivamente alla musica, sia di recente entrato in sala operatoria, sia per un intervento che per un’inseminazione artificiale, perché in campo medico il concetto di vibrazione che può curare e accelerare la ripresa del paziente sta diventando quotidiano.

Ma il cuore è molto di più di tutto questo, è una specie di antenna che ci orienta e orienta le nostre scelte, ha in sé una profonda saggezza riconosciuta dalle antiche culture Sapienziali del mondo e non è facilmente distraibile, come è invece la nostra mente sempre presa in un continuo chiacchiericcio. Gli antichi saggi da sempre sostengono che un cuore risvegliato è capace di percepire il divino, cosa che non è data alla nostra mente capace invece di cogliere un universo squisitamente fisico. Sta a noi usare i tanti poteri di questo organo così speciale, riconoscere la sua intuizione quanto la gratitudine, l’intenzione quanto il perdono e la resilienza. Qualche psicologo sostiene che da esso la vita ci parla. Dobbiamo solo essere pronti ad ascoltare.

Dobbiamo in altre parole iniziare a fare scelte che seguano il ritmo stesso della vita e ce la semplifichino, così da assicurarci benessere, salute e felicità. Carl Gustav Jung sosteneva che l’intuizione (dal latino intuièri, cioè guardare dentro) era la matrice da cui originava lo sviluppo del pensare e del sentire ed è un’abilità innata che ogni essere umano possiede. Del resto esiste un rapporto molto intimo tra il nostro cuore e il nostro cervello, spiegato bene dallo studioso Gregg Braden nel suo libro “La resilienza del cuore”. Anche alcuni ricercatori dell’università di Montreal hanno scoperto che ci sono 40 mila neuroni specializzati, denominati sensori, a formare una rete di comunicazione all’interno del cuore. Le propaggini di quei neuroni, ovvero i neuriti, replicano molte delle funzioni del cervello. Come se anche il nostro Imperatore avesse un cervello, più precisamente un’intricata rete di nervi, neurotrasmettitori, proteine e cellule che sono simili a quelle riscontrate nel cervello.

La funzione di questo presunto cervello del cuore è quella di rilevare i cambiamenti che avvengono nel nostro organismo e quali livelli ci sono delle varie sostanze chimiche, ormoni compresi, che presiedono al funzionamento del corpo. In questo modo il cuore comunicherà al cervello, di cosa necessita il fisico per soddisfare i bisogni corporei, e lo farà convertendo il linguaggio del corpo che si esprime con la chimica, in elettrico, cioè il linguaggio del sistema nervoso. Il cuore traduce quindi in modo che il cervello possa comprendere e il suo cervello agisce sia in autonomia che in sintonia con quello craniale. Queste nuove scoperte ci danno un’immagine diversa di noi stessi e del nostro funzionamento, la stessa che le tradizioni indigene del mondo e quelle sapienziali hanno cercato di tramandarci. In altre parole il nostro cuore non è una semplice pompa, tanto che anche in medicina esiste la neurocardiologia, specialità che studia e indaga proprio il rapporto tra cuore e cervello.

Dunque il ruolo del cuore cambia nel nostro pensiero alla luce di questi studi. Che paradossalmente ci riportano al passato, a quando gli antichi dicevano che il cuore ha un ruolo nella nostra personalità e nella nostra quotidianità, perché influenza la nostre scelte e ci fa distinguere tra ciò che è giusto e ciò che non lo è.

Bianca Folino