Di inquinamento si muore

Può sembrare assurdo ma di inquinamento si muore. Il particolato ha contribuito a 240 mila morti in Europa, tra malattie cardiache e respiratorie che hanno avuto effetti nefasti. Le polveri sottili colpiscono soprattutto le persone anziane e fanno registrare il 4 per cento di tutti i decessi degli adulti che hanno 65 o più anni.

L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha aggiornato ben 4 anni fa le linee guida sulla qualità dell’aria abbassando la soglia delle concentrazioni annuali di biossido di azoto e particolato fine (Pm2 e Pm5). Parliamo di gas di scarico dei mezzi di trasporto, ma anche polveri, fumo e fuliggine che derivano dalle attività industriali e dagli impianti di riscaldamento delle abitazioni. E all’inizio del 2025 sono entrate in vigore le norme europee che sono restrittive in fatto di qualità dell’aria e alle quali gli Stati membri dovranno aderire monitorando le emissioni.

Attualmente tutti i Paesi dell’Unione europea registrano livelli di biossido di azoto superiori a quelli raccomandati, ma alcuni di essi sono colpiti più duramente dall’inquinamento rispetto ad altri. Secondo un rapporto dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) i Paesi dell’Europa centrale e orientale hanno alti tassi di mortalità legati al Pm2. Stiamo parlando dell’Italia settentrionale, della Polonia, della Repubblica Ceca i cui tassi di mortalità da inquinamento risultano piuttosto elevati. La causa maggiore di malattia con conseguente decesso sembra essere la combustione del carbone usato per riscaldamento e agricoltura.

E’chiaro che il problema richieda urgenti soluzioni e alcuni Paesi stanno adottando misure utili a ridurre i livelli di inquinamento, come la Danimarca che potrebbe essere il primo paese al mondo a imporre una tassa sulle emissioni di carbonio negli allevamenti nel 2030.

Redazione