Nessuno ne parla mai, soprattutto i media. I diritti dei bambini sembrano qualcosa di dimenticato dal mondo, visto che ci sono 168 milioni di bambini che sono vittima di lavoro minorile. Di questi oltre 10 milioni sono in Medio Oriente e Nord Africa, 78 milioni in Asia e Pacifico, 13 milioni di America Latina e Caraibi e oltre 59 milioni in Africa Subsahariana. Sono numeri impressionati che fotografano una realtà che non sembra tener conto dei piccoli e dei loro diritti al gioco e all’istruzione, nonché alla sanità.
In Siria, Ibrahim ha 13 anni e lavora in un auto officina dalle 7 alle 19 di ogni giorno. Rinuncia alla scuola e al gioco per mantenere la famiglia. Del resto il 60 per cento dei bambini che vivono a Nord Ovest della Siria sono senza istruzione e solo un terzo delle scuole del paese è pienamente funzionante. Mancano i fondi per pagare gli insegnanti. Il 90 per cento dei siriani vive in assoluta povertà grazie al regime di Assad ed è per questo che molti bambini hanno iniziato a lavorare, per aiutare le proprie famiglie. Ibrahim guadagna 100 lire siriane a settimana, praticamente pochi centesimi di euro, e di queste trattiene solo 10 lire. Il resto lo dà al padre per il mantenimento della famiglia. L’Unicef aveva già lanciato un appello per la Siria perché dal 2020 i bisogni umanitari sono aumentati del 27 per cento. La maggior parte dei bambini siriani lavora in fabbrica ed esegue compiti faticosi e pericolosi, tanto che Ibrahim potrebbe quasi considerarsi fortunato a lavorare in un auto officina. Se la situazione generale non fosse quanto meno paradossale.
Da tempo l’Unicef cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che tutti i bambini dovrebbero preoccuparsi solo di andare a scuola, fare i compiti, studiare e giocare con i coetanei. Invece è noto che in India le bambine piccole sono mandate in città a lavorare sui telai, anche a soli 4 anni, come in Africa le aziende produttrici di mattoni vanno alla grande con il lavoro dei piccoli. Secondo l’Unicef un bambino su 10 è vittima di lavoro minorile. Le famiglie sono messe alle strette e le aziende ne approfittano.
Per non parlare dell’Afghanistan dove i bambini vengono venduti dalle famiglie per necessità da quanto è tornato il regime Talebano. Tanto che l’Onu ha recentemente lanciato un appello:13 milioni di bambini in Afghanistan hanno bisogno di cibo, cure e alloggi. Sarebbero necessari 4,4 miliardi di dollari. C’è da considerare che grazie ai Talebani ci sono 9 milioni di profughi interni, i beni esteri degli afghani sono stati congelati e tutto è al collasso. Ma purtroppo nessuno vuole ascoltare queste storie e soprattutto nessuno vuole fare qualcosa per i bambini. Loro non possono difendersi, sono piccoli e hanno una voce fievole. E nessuno li ascolta.
Bianca Folino