Il cuore nero del Natale

Il Natale è uno dei periodi più belli dell’anno sia per i grandi che per i piccini. Ovunque ci sono decorazioni e l’ atmosfera magica circonda ogni cosa. Il protagonista assoluto è lui, Babbo Natale, un bonario signore panciuto, vestito di rosso con la barba bianca. La sua immagine è talmente familiare che pare impossibile immaginarlo fare qualcosa di diverso che portare doni. Ma non è stato sempre così, anche Babbo Natale nasconde una storia oscura e misteriosa che pochi conoscono. Per iniziare partiamo da una domanda: chi è davvero?

Per rispondere dobbiamo fare un salto temporale che ci porta al 270 in una città della Turchia, e più precisamente a Mira, l’attuale Demre. Qui viveva un vescovo, o per meglio dire un futuro santo, San Nicola, cui viene fatta risalire l’origine del nonnino vestito di rosso. San Nicola sarà uno dei santi più venerati del medioevo e la sua ricorrenza è proprio il 6 dicembre, giorno della sua morte, avvenuta nel 343. Due sono le leggende che lo legano alla figura di Babbo Natale. La prima narra che il santo, per aiutare un uomo povero, che voleva far prostituire le figlie, tutte le notti introducesse un sacco di monete dalla finestra aperta. Ma una notte, avendola trovata chiusa, lo avesse introdotto attraverso il camino. La seconda narra che tre ragazzi, giunti in una locanda in periodo di carestia privi di soldi, furono accolti dai proprietario che insieme alla moglie li uccise e li mise a pezzi in una botte, in salamoia. San Nicola giunto sul posto chiese un piatto di carne, di fronte all’esitazione dell’oste si fece portare in dispensa e lì con una preghiera resuscitò i malcapitati.

Quando il culto del santo arrivò in Europa, esisteva già la tradizione di scambiarsi i regali in periodo natalizio, ma in forma diversa. Derivava dai Saturnali dell’Impero Romano, un periodo di festa che iniziava Il 17 dicembre e durava una settimana. Era un lasso di tempo durante il quale tutte le attività venivano sospese, si praticavano giochi d’ azzardo e bagordi, e c’era l’usanza di scambiare piccoli doni. Con l’avvento del Cristianesimo i Saturnali vennero assorbiti dal Natale e gli eccessi abbandonati. Rimase soltanto l’ usanza dello scambio dei doni nelle famiglie benestanti. Bisognerà aspettare altri mille anni per l’invenzione di un personaggio che arrivi la notte a portare i regali ai bambini. Perché questo accada dobbiamo spostarci al 1100 in un convento in Francia dove un gruppo di suore, prendendo spunto dalle leggende su San Nicola sopra citate, di notte facevano visita alle famiglie più povere portando loro del cibo. Questa iniziativa prese piede in altri conventi della Francia e fuori, così San Nicola diventò il Santo che porta i doni la notte del 6 dicembre, venendo raffigurato come un signore anziano con un mantello rosso, una mitra sulla testa e un cavallo bianco.Con l’arrivo del protestantesimo però questa ricorrenza venne eliminata. E quindi come arriviamo all’attuale raffigurazione del vecchio signore barbuto?

Per capirlo dobbiamo volare a New York alla sera della vigilia di Natale del 1822, quando Clark Moore scrisse ” The Night Before Christmas” per i suoi figli, creando il personaggio di un elfo panciuto chiamato Santa Claus che portava i doni ai bambini la vigilia della notte di Natale su una slitta in miniatura trainata da renne. La figura come la conosciamo, però nacque nel 1863, per approdare infine a quella associata alla Coca Cola nel 1931 con i tipici colori bianco e rosso. La prima comparsa di Babbo Natale verrebbe comunque fatta risalire fin dall’epoca precristiana, molto prima di quella di San Nicola. Secondo questi racconti sarebbe nato in una regione della Finlandia ricca di foreste e laghi e sarebbe rappresentato da un demone dalle lunghe corna ritorte seduto su una montagna di teschi umani. Questo demone molto cattivo, nella notte del solstizio d’inverno portava i doni ai bimbi buoni, frustando invece quelli cattivi portandoli via in un sacco o addirittura uccidendoli nel sonno. Questa figura si diffuse in tutta Europa prendendo le caratteristiche del folklore locale. Il più famoso è il Krampus diffuso in Germania e nell’Italia settentrionale. Il Krampus è una figura demoniaca con lunghe corna ritorte, che vaga per le strade di notte scuotendo campanacci e frustando a sangue chiunque capiti sulla sua strada.

L’albero di Natale ha origini pagane, e sembra affondino nella cultura celtica. Per i druidi, gli antichi sacerdoti, l’abete era un albero sacro e simboleggiava la lunga vita, dal momento che rimaneva verde anche in inverno. Con l’avvicinarsi di questa stagione, quindi, venivano tagliati e addobbati con nastri, fiaccole, piccole campane e animaletti votivi, per propiziare il favore degli spiriti. Oltre ai Celti anche i Vichinghi sembra avessero il culto dell’abete rosso, ritenuto albero in grado di esprimere poteri magici. Con la nascita del Cristianesimo l’abete venne mantenuto. A conferirgli un valore cristiano è la scena biblica dell’Eden, dove simboleggia l’albero intorno al quale l’ umanità trova il perdono, la notte di Natale appunto. Nonostante tutti questi miti e leggende, bisogna però dire che Babbo Natale esiste davvero. Quando siamo piccini ci crediamo e quando diventiamo adulti a nostra volta raccontiamo la stessa storia, perpetrandola. La scoperta della verità sul vecchio signore panciuto si può in fondo considerare a tutti gli effetti un rito di passaggio dall’età infantile a quella adulta. Si può dire che in qualsiasi periodo della vita la magia del Natale rimane sempre la stessa.

Sonia Filippi