Il lato oscuro di Internet

Uno degli innegabili vantaggi di Internet è l’accesso a un’enorme quantità di dati e di informazioni in tempo brevissimo. Nell’arco di pochissimo tempo si riesce ad accedere a una quantità di informazioni e di dati, influenzando in maniera positiva la vita di ognuno. Ma il lato oscuro di Internet è il trionfo del Marketing, inteso in senso negativo, come l’elogio della pubblicità a discapito della sostanza. Una strategia di vendita, questa, di cui gli americani sono maestri. Mentre questo accadeva anche in passato con altri mezzi di comunicazione, oggi, con la diffusione pressoché urbi et orbi di Internet, essa si è estesa anche ai servizi, inclusi anche quelli relativi alla salute fisica e mentale. Quello che tutti noi stiamo perdendo di vista è che il sapere è concentrato nelle università e nelle strutture private che eventualmente da essa prendono il personale. Oggi, un medico, in particolare nel campo della medicina e della chirurgia estetica, con una campagna di marketing massiccia, può arrivare ad auto-proclamarsi esperto di una determinata tecnica o metodo, magari da lui “inventato”, creando invece, in caso di complicazioni, problemi che è incapace di risolvere. In ambito accademico, questo è estremamente raro, se non impossibile.

Per non parlare dei medici di Instagram, che spesso pubblicano foto ritoccate dei pazienti.

Bisognerebbe sempre tenere a mente Warren Buffet “Honesty is an expensive gift, don’t expect if from cheap people”.

Il buon “Google Scholar”, che consente in maniera efficace di effettuare ricerche mirate e soprattutto scientifiche, è divenuto uno strumento sconosciuto ai più.

Un altro aspetto rilevante, è che chiunque è diventato un esperto di tuttologia. Anche senza avere un background scientifico o umanistico di alcun tipo, tutti si ergono a esperti anche in assenza della conoscenza dei principi di base delle tesi sostenute. Anche in questo caso, accedere a banche date istituzionali, è considerato un processo troppo dispendioso a livello energetico, nell’era dell’iperstimolazione da Social.

Il lato oscuro di Internet è anche il complottismo, ma qui il problema è più complesso. Nel passato o in Paesi meno evoluti dal punto di vista dei diritti civili, il potere manteneva il proprio establishment attraverso la repressione. Dal punto di vista sociologico e psicologico si è visto che un sistema di controllo di questo tipo non funziona, e nelle società occidentali, c’era il bisogno di qualcosa che fosse molto più sofisticato. Oggi, attaccare a una persona l’etichetta di “complottista” significa che qualsiasi cosa essa dica non ha alcun valore, e, indirettamente e in maniera molto più efficace, le viene tolto il diritto di parola. Questa strategia ha creato un sistema intellettuale dicotomico: da un lato una schiera di intellettuali completamente asserviti al sistema – con il venir meno di una delle funzioni principali dell’intellettuale – e da un lato i complottisti. E chi ha un’opinione critica dello status quo, o divergente rispetto sistema dominante, viene silenziato ed etichettato come complottista. Ma torniamo a Internet. Internet è la fucina e anche la fonte di controllo dei complottisti. Queste persone credono, attraverso Internet, di avere accesso a informazioni riservate e in realtà di difficilissimo accesso, che però loro riescono a trovare in maniera semplice attraverso canali Telegram o pagine Internet, e vanno in rete a diffondere il loro verbo e teorie palesemente senza senso – come quella della Terra Piatta -. La conseguenza nefasta di ciò è che chiunque abbia un pensiero divergente, spesso, viene inglobato all’interno della categoria, senza diritto di parola o silenziato attraverso la ridicolizzazione.

Alessandra Apruzzese