Il lato sconosciuto di Agatha Christie

Ebbene sì oggi parleremo proprio di lei sotto una veste un poco diversa. Parleremo infatti di alcune curiosità legate alla sua persona. Vi presentiamo la signora del giallo: Agatha Christie. Il suo debutto in società avvenne al Gezirah Palace, uno splendido palazzo situato sulle rive del Nilo, durante una villeggiatura a Il Cairo con la madre. Agatha era un’ottima ballerina e il suo carnet, quella sera, traboccava di inviti. C’era un però. Era una ragazza scarsamente loquace e questo metteva a disagio i giovani con cui danzava tanto che uno di loro, quando l’accompagnò al tavolo disse “Ecco sua figlia signora, ha imparato a ballare meravigliosamente, ma adesso sarebbe bene le insegnasse anche a parlare”.

Agatha era disgrafica, non riusciva a scrivere le parole sulle righe e i caratteri erano di dimensioni diverse e non allineati in maniera precisa, detestava usare la penna, per cui scriverà tutti i suoi capolavori con una macchina da scrivere di un bel nero lucido, una Remington. Durante la Grande Guerra, diede il suo contributo prestando servizio come infermiera volontaria nell’ospedale della Croce Rossa della sua città, Torquay, nella contea inglese del Devon, dove era nata il 15 settembre 1890, per poi diventare tecnico farmacista nel vicino dispensario farmaceutico. Fu lì che imparò tutti i segreti sui veleni con cui caratterizzerà le storie dei suoi romanzi.

“Datemi una fiala di veleno mortale con cui giocare e sono felice” dichiarerà un giorno.

Proprio durante la Prima guerra mondiale, nella sua città arrivarono degli sfollati belgi, lei ne noterà uno basso, rotondo, affabile, con i baffi e l’andatura a piccoli passi. Fu così che nacque uno dei più famosi investigatori della storia letteraria: Monsieur Poirot. In verità Agatha non lo amava, lo considerava detestabile e irritante. A lui preferiva di gran lunga Miss Marple, ispirata alla figura dell’amata nonna materna.

Con i primi guadagni acquistò un’ automobile, una Morris Cowley grigia su cui sparì il 3 dicembre 1926 alle 21 e 45 per undici lunghissimi giorni. La sua scomparsa, pianificata fin nei minimi dettagli per punire il marito che le aveva chiesto il divorzio, ebbe un’eco spaventosa. Mentre tutta la polizia inglese la cercava ovunque, lei se ne stava tranquilla in un centro termale sotto il nome falso di Theresa Neele, che era, tra l’altro, il cognome dell’ amante del marito.

Il suo più grande amore però fu Max Edgar Lucien Mallowan, archeologo, che sposò in seconde nozze. E proprio mentre era impegnato in una campagna di scavi in Iraq, nel 1933, Agatha scrisse quello che venne sempre considerato il suo capolavoro: Assassino sull’Orient Express. La Christie detiene anche un primato certificato dall’Unesco: è l’autrice inglese con più libri venduti al mondo, libri che ironicamente chiamava “La mia fabbrica di salsicce”.

Morì il 12 gennaio del 1976 e fu sepolta con il suo amatissimo marito Max nella chiesa di St Mary, nel villaggio di Cholsey nella Contea di Oxfordshire. Alcune curiosità che la contraddistinguevano: odiava il fumo di sigaretta, la marmellata, le ostriche, la confusione della folla, il volume della musica troppo alto, il latte caldo. Per contro amava: il golf, il croquet, il nuoto, fu la prima donna inglese a praticare surf su una tavola, e suonare il pianoforte. Di lei rimangono i suoi capolavori e i personaggi dei suoi romanzi, delle vere icone della letteratura gialla.

Sonia Filippi