Il paese che nega i diritti delle donne

Sembra di stare nel medioevo e invece siamo nel 2023. Anno in cui in diversi paesi del mondo i diritti delle donne vengono ancora negati. Stiamo parlando dell’Iran dove dallo scorso novembre hanno iniziato ad avvelenare diverse studentesse con lo scopo di chiudere le scuole. A quanto pare non bastano nemmeno le proteste per far capire che le donne vogliono salvaguardare i propri diritti.

Sono 200 le bambine e ragazze iraniane coinvolte che da mesi manifestano nausea, mal di testa, palpitazioni, tosse, sonnolenza e difficoltà respiratorie. Il primo caso risale a fine novembre quando una ragazza di Qom, città di oltre 1 milione di abitanti ha iniziato ad accusare i primi sintomi di avvelenamento. Qom è una delle città più conservatrici dell’Iran.

Da allora ad oggi in altre 14 scuole è successa la stessa cosa, anche nella capitale Teheran, oltre che ad Ardebil e Boroujerd. In tante studentesse sono finite all’ospedale. Due giorni fa durante una conferenza stampa le autorità hanno confermato che sono stati messi in atto una serie di avvelenamenti attraverso sostanze chimiche di diverso tipo anche se non meglio identificate. Nessuna informazione sui responsabili dell’atto criminoso ma il viceministro all’educazione dell’Iran, Younes Panahi ha spiegato che si è verificato che alcune persone volevano che le scuole femminili restassero chiuse.

Questa è l’ennesima ferita ai diritti delle donne di cui davvero in pochi si curano. Del resto anche in guerra donne e bambni, ovvero il futuro del paese, sono sempre tra i più colpiti. Non siamo nel medioevo ma fino a quando certi atti criminosi verso le donne verranno commessi e nulla si farà per arrestarli in modo serio, l’Umanità non può dirsi allontanata da quel periodo storico. Fino a che sarà permesso di fare del male alle donne, ai bambini e a tutti coloro considerati “diversi” non potremo dirci evoluti. Nè considerarci tali.

Bianca Folino