Il triangolo dell’Alaska

È nota a tutti la fama del Triangolo delle Bermuda e del mistero che lo avvolge, a cui finora non è stata data una valida spiegazione. Non altrettanto nota è un’altra zona, ugualmente maledetta, conosciuta come Triangolo dell’Alaska, sita da parte opposta al primo. Con questo termine si va a indicare un’area che si identifica unendo sulla mappa le città di Anchorage, Juneau e Barrow. In questa zona dal 1988 a oggi, sono scomparse circa sedicimila persone, una cifra altissima. Le prime sparizioni, però, risalgono già agli anni cinquanta. Nel 1952, un aereo militare con 52 passeggeri a bordo si eclissò, senza lasciare alcuna traccia. Solo nel 2012 vennero rinvenuti i resti del velivolo, che pare essersi schiantato contro il monte Gannet. Nel 1972, a bordo di un Cessna 310, sparirono addirittura due membri del Congresso Americano insieme a un collaboratore e al pilota. Per le ricerche, che durarono ben 39 giorni furono impiegate 12 imbarcazioni e 400 piccoli aerei, ma senza risultato. Nel 2012 il corridore Michael LeMaitre, durante una maratona scomparve, dopo che fu visto guadagnare la cima, ma mai discendervi. Anche di lui non fu trovata nessuna traccia. Le narrazioni di questo tipo sono moltissime e si sono susseguite negli anni.

Quest’area, a causa della vicinanza con il nord magnetico, è spesso soggetta ad alterazioni magnetiche appunto. Le medesime sono state rilevate su aerei che l’hanno sorvolata. La cosa singolare è che tali aerei arrivati in ritardo all’aeroporto di atterraggio, hanno segnalato un orario teoricamente corretto, previsto per l’arrivo, su ogni orologio di bordo, compreso quello dei passeggeri. Questi Hot Spot magnetici sono stati rilevati in varie parti del mondo, oltre al notissimo Triangolo delle Bermuda, nell’Isola di Pasqua, nella Piramidi e naturalmente a Stonehenge. Una teoria suggestiva, suggerisce che il Triangolo si trovi su un’area sottoposta a vortici energetici, che sarebbero in tutto e per tutto dei portali verso altre dimensioni o altri universi.

Per il momento l’unica risposta logica alle sparizioni, sono le avverse condizioni meteorologiche che si trovano nei mesi invernali, con temperature che scendono fino a quaranta gradi sotto lo zero. A cui va aggiunto il periodo, che dura un paio di mesi, dove il sole scompare al di sotto dell’orizzonte terrestre. L’Alaska vanta poi, immense zone sconosciute e inesplorate, in quanto impervie e inospitali e al di fuori delle rotte usuali. Secondo le leggende locali tuttavia, le sparizioni sarebbero da attribuirsi unicamente agli Kushtaka, creature mitologiche metà uomo e metà lontra, risalenti alle popolazioni native dell’Alaska, Indiani, Tlingit e Tsimshian. Queste creature altro non sarebbero che degli spiriti “mangiatori di anime”. Esseri mutaforma che nella mitologia dell’Alaska attrarrebbero le proprie vittime con l’inganno verso morte certa, rubando loro l’anima.

Questa credenza è talmente radicata nei nativi che nessuno ha il coraggio di pronunciarne il nome a voce alta. Comunque sia, la possibilità di uno Stargate, in questa parte del mondo è assolutamente affascinante. Ne converrete anche voi.

Sonia Filippi