Sono in aumento gli atti illeciti contro l’ambiente. E’ questo che emerge dai dati del rapporto Ecomafie 2022 di Legambiente presentato a Roma un mese fa. I dati si riferiscono all’anno precedente e ai primi mesi del ‘22 e sottolineano come le organizzazioni criminali che lucrano sulla distruzione dell’ambiente hanno guadagnato 8,8 miliardi di euro. Il settore trainante rimane quello del cemento ma si registra anche un’impennata del 27 per cento degli illeciti contro il patrimonio boschivo. La media giornaliera dei reati contro l’ambiente è di 84. Nel 2021 sono anche stati contestati quasi 60mila illeciti amministrativi relativi a questioni ambientali. Un po’ come dire che ogni ora vengono accertate circa 10 violazioni.
Sono numeri che preoccupano e che si vanno a sommare agli altri altrettanto allarmanti dati che riguardano la crisi ambientale. I reati ambientali sono agevolati indubbiamente dalla corruzione. Sempre nel 2021, 14 comuni sono stati sciolti e indagati per mafia e durante il 2022 altre 9 amministrazioni locali sono state poste sotto indagine per lo stesso motivo. Dopo il settore del cemento c’è sicuramente quello dei rifiuti che dà parecchio guadagno alle ecomafie. Al terzo posto I reati contro la fauna dove si assiste ad un’impennata dei reati contro il patrimonio boschivo, ovvero incendi dolosi che sono aumentati del 27 per cento colpendo 159mila ettari di terreni.
Legambiente ha monitorato nel 2021 ben 38 inchieste su illeciti di rifiuti e nei primi sette mesi del 2022 il dato è arrivato a quota 17. Sono state sequestrate 2,3 milioni di tonnellate di rifuti che equivalgono a oltre 94 mila Tir su strada che se messi in fila potrebbero coprire una linea che dalla Calabira arriva alla Svizzera. Ed è proprio qui, in questi traffici, che sono stati mossi al bellezza di 8,8 miliardi di euro.
Le regioni maggiormente colpite da questo tipo di illeciti sono la Campania, la Puglia, la Calabria e la Sicilia che concentrano il 43,8 per cento dei reati accertati dalle forze dell’ordine. Al Nord il primato spetta invece alla Lombardia che si conferma la regione con il maggior numero di illeciti ambientali, pari al 6 per cento del totale nazionale. In questo quadro preoccupante bisogna però aggiungere che le forze dell’ordine hanno applicato la legge (68/2015) per quasi 900 volte. Il reato più contestato è quello di inquinamento ambientale con 445 procedimenti penali, anche se il maggior numero di ordinanze di custodia cautelare è stato emesso per il traffico illecito di rifiuti con quasi 500 provvedimenti.
Il termine Ecomafia è stato coniato da Legambiente associazione che da tempo si occupa delle problematiche e dei comportamenti virtuosi in fatto di ambiente. In particolare nell’82 si sente parlare di ecomafia rispetto al decreto presidenziale che disciplinava lo smaltimento di rifiuti tossici, ma i primi reati accertati sono stati segnalati negli anni Novanta. Il primo report di Legambiente sulle Ecomafia è del 1997 e da allora l’associazione, ogni anno, fa il punto della situazione cercando di sensibilizzare le amministrazioni e il Governo su una questione aperta e di difficile soluzione.
Redazione