Julia Pastrana o la donna scimmia

Julia Pastrana nasce tra le montagne del Messico nel 1834. Il suo aspetto condizionò tutta la sua vita. Era alta 1,3 metri e pesava 50 kilogrammi, ma ciò che la contraddistingueva era il suo corpo completamente coperto di peli e i tratti del viso caratterizzati da una mascella e un naso pronunciati, labbra e sopracciglia spesse. Lo stesso Charles Darwin la descrisse come una donna che aveva una barba maschile, una fronte pelosa, nonché una doppia serie di denti nella mandibola e nella mascella che si incastravano l’uno nell’ altro. Il suo viso, insomma, assomigliava a quello di un gorilla. Ciò aveva indotto lo scienziato a ipotizzare che potesse essere un incrocio tra un uomo e un primate.

In realtà Julia soffriva di una rara condizione chiamata Ipertricosi Acromegaloide. Sua madre era convinta che una forza soprannaturale si fosse impossessata della figlia e fosse responsabile del suo aspetto. Purtroppo ella trascorse l’infanzia in un orfanotrofio diventando però una celebrità. Il governatore dello stato di Sinaloa, avendo sentito parlare di lei la volle in casa sua come intrattenitrice e serva e quivi rimase fino all’età di 20 anni, quando decise di raggiungere la tribù di appartenenza. Tuttavia non fu così perché l’incontro con un manager la convinse ad apparire su un palco iniziando la sua carriera partecipando a diversi spettacoli negli Stati Uniti e in Europa. Era da tutti chiamata “La donna scimmia” o Lady Babuin”. Il suo debutto ebbe luogo alla Gothic Hall di Broadway a New York nel 1845. Era seguita da un vasto pubblico in quanto il suo aspetto animalesco era nettamente in contrasto con la voce melodiosa.

Fu lo scienziato Alexander Mott che dopo averla esaminata la dichiarò un ibrido tra un essere umano e un gorilla e che la tribù di cui faceva parte, soleva avere questo tipo di accoppiamenti. Julia, però, era una creatura assai gentile e molto intelligente. In breve tempo imparò due lingue, a ballare e a cantare. Amava viaggiare, cucinare, cucire. Prima di arrivare in Europa sposò in gran segreto il suo successivo manager, Theodor Lent, in una delle sue molteplici interviste dichiarò inoltre di essere stata chiesta in moglie da almeno 20 uomini che aveva rifiutato perché non sufficientemente ricchi. Quando apparve in Europa però, la sua presenza sul palco suscitò molte polemiche, la sua performance fu considerata grottesca e di cattivo gusto. Nel gennaio del 1860 diede alla luce un bambino che morì due giorni dopo. Purtroppo nemmeno lei sopravvisse, perdendo la vita per complicazioni dopo solo tre giorni.

Lent, marito e manager vendette i corpi di moglie e figlio a un professore di anatomia di Mosca che li espose in una mostra. Quando seppe del successo della stessa, Lent pretese la restituzione dei corpi e nei successivi sei anni li rese pubblici in tutto il mondo. Durante questo periodo incontrò un’altra donna affetta dalla stessa malattia di Julia, Marie Bertel che sposò presentandola come sorella della moglie defunta. Dopo la morte di Marie, l’uomo si comportò nello stesso modo, espose il corpo mummificato della seconda moglie ricavandone un bel guadagno. In seguito i corpi furono rubati per essere in un secondo tempo recuperati in Norvegia nel 1967, dove rimasero, conservati nel museo di Oslo fino al 2005, quando furono restituiti al Messico. Julia Pastrana trovò alfine degna sepoltura nella sua terra il 12 febbraio del 2013. Durante la sua vita si sottopose volontariamente alla ricerca medica dell’epoca per tentare di spiegare la natura e le origini della sua malattia. Prima di morire le sue parole furono “Muoio contenta perché sono stata molto amata”.

Sonia Filippi