Lo chiamano “la cappella sistina della Brianza” ma in realtà è un oratorio molto affrescato. Stiamo parlando di Lentate sul Seveso, in provincia di Monza e Brianza appunto e dell’Oratorio di Santo Stefano che risale al 1369 ed è stato costruito su commissione del conte Stefano Porro, personaggio piuttosto potente e uomo di fiducia dei Visconti di Milano, oltre che ambasciatore degli stessi presso la corte dell’Imperatore Carlo IV di Boemia. Sicuramente merita una visita proprio per poter ammirare gli affreschi presenti nella struttura.

Il conte ha commissionato l’edificazione della cappella così come era uso all’epoca tra molti nobili che volevano avere un posto privilegiato di preghiera. Ai tempi era di moda avere un luogo di culto privato. Pare inoltre che Stefano Porro sentisse l’esigenza di riconciliarsi con Dio per un grave fatto che aveva colpito il suo casato: nel 1252 due suoi antenati avevano pianificato con altri eretici l’omicidio del predicatore domenicano Pietro da Verona che faceva parte dell’Inquisizione e che era stato inviato dal Papa proprio per monitorare il problema degli eretici.

L’Oratorio che è stato riaperto al pubblico nel 2007, dopo un periodo di chiusura per restauro, ha una pianta tipica della cappella gentilizia, cioè un’unica navata con presipeterio. Di solito queste cappelle erano annesse al palazzo del Signore e anche in questo caso, si ipotizza che l’Oratorio fosse attiguo al castello di Stefano Porro. L’esterno è realizzato con mattoni e ciottoli di fiume, la navata ha una copertura lignea e il presbitero ha una volta a crociera.

Gli affreschi presenti sono diversi e il più importante si fa risalire alla scuola Giovanni da Milano che era un discepolo di Giotto, mentre gli altri sono di stile tardo gotico e probabilmente sono opera di un gruppo di pittori chiamati Maestri di Lentate. Il ciclo di affreschi dedicati a Santo Stefano si compone di 43 riquadri che vanno letti da sinistra a destra e narrano le vicende del Santo e la sua vita fino alla morte.

L’Oratorio avrebbe dovuto conservare le spoglie del Conte e della sua famiglia, ma in realtà i resti del Conte non furono mai ritrovati nemmeno durante l’ultimo restauro. Sul rivestimento esterno dell’arca marmorea è però presente una lapide che dà la informazioni principali sulla vita del nobile. Sotto la chiesa c’è la cripta dove probabilmente sono stati sepolti i membri della famiglia Porro, ma è stata chiusa nell’800 per motivi di sicurezza statica e nel 1930 è stata ricoperta con il pavimento attuale.
Bianca Folino