La lancia di Longino o lancia del destino è un simbolo molto importante del cristianesimo. Essa è la lancia con cui Gesù fu trafitto dopo la crocifissione. Longino pare fosse il nome del soldato che compì l’atto, ma nel vangelo di Giovanni dove si narra l’evento, non compare. In seguito il nome fu rivelato dal vangelo di Nicodemo ed era Caio Cassio Longino. Molte storie circondano questo oggetto.

In una si narra che fosse la punta di una lancia in ferro con il centro vuoto in cui era fissato un chiodo con dei fili di rovi, gli stessi che coronavano la testa del Cristo. Una delle copie, non si sa esattamente dove l’originale sia finito, viene tenuta nella basilica di San Pietro in Vaticano. Un’ altra all’interno del museo Imperiale a Vienna, un’altra in Armenia. C’è anche quella donata da Carlo Magno a Costantino e da quest’ ultimo a Luigi IX re di Francia che la portò in patria, ma che tuttavia andò smarrita durante la rivoluzione.

Un po’ di storia
La morte in croce era lenta e dolorosa, i condannati morivano di fame, sete e per problemi circolatori dovuti alla posizione, perdita di liquidi e sangue e infine asfissia. Per questo motivo, affinché la morte fosse accelerata venivano loro spezzate le gambe, questa tecnica veniva chiamata crurifragium. Era puramente un atto di pietà, poiché così i condannati non avevano più il peso del corpo sui secondi chiodi, ma interamente sulle braccia che, per lo stiramento dei muscoli del petto e della schiena comprimevano i polmoni, provocando il soffocamento. La morte era rapida e interveniva in poche ore. In alcuni vangeli si dice che il soldato Longino non si accorse della morte di Gesù, in quanto afflitto da una grave infezione agli occhi e al volto. Convinto che fosse vivo lo trafisse con la lancia in modo che non gli venissero spezzate le gambe e potesse morire subito.

Il sangue e l’acqua che sgorgarono dalla ferita schizzarono sul volto del guerriero, guarendolo all’istante. Resosi conto del miracolo, raccolse il sangue misto a terra caduto ai piedi della croce, conservandolo come una reliquia. Longino fece la guardia al Santo Sepolcro assistendo alla resurrezione del Cristo. Questo secondo miracolo lo convinse a convertirsi al cristianesimo e a predicare la Parola. Ritornato in Italia, dato che era un soldato di origini romane, cominciò ad attirare a sé molti discepoli. Venne però arrestato dalle guardie dell’imperatore Ottaviano e martirizzato. Gli vennero tolti tutti i denti e mozzata la lingua perché non potesse più parlare. Cosa che non accadde poiché si esprimeva a gesti facendosi comprendere dalla platea. Fu nuovamente arrestato, martirizzato e infine decapitato.

Ciò fece di lui un Santo e della lancia una reliquia. Da qui la nascita della leggenda che vuole che la lancia che ha trafitto il costato di Gesù abbia assunto dei poteri mistici e occulti, conferendo potere e invincibilità al possessore. Pare infatti che fosse appartenuta a molti Re durante le loro battaglie, giungendo in Europa, senza sapere però mai quale e se fosse l’originale. Sempre secondo la leggenda, un soldato templare che ne era venuto in possesso l’avrebbe alfine seppellita perché non arrivasse nelle mani di personaggi strani con intenti malevoli. Perfino Adolf Hitler, appassionato di magia ed esoterismo la cercò. Quando occupò l’Austria trafugò quella che pensava essere la lancia di Longino, o almeno l’originale. La fece portare a Norimberga nella chiesa di Santa Caterina, dove era tenuta in una nicchia costruita appositamente, presidiata 24 ore su 24 dalle SS. Durante la guerra venne nascosta in un bunker e dopo la liberazione riportata a Vienna dagli Americani.

Questa la storia ufficiale che però… potrebbe essere totalmente falsa. Ebbene sì, infatti questa versione è perfettamente uguale alla storia dell’impiccagione o sacrificio di Odino. Andiamo con ordine. Odino, padre degli dei celtici, gli Asi, decise di impiccarsi come sacrificio supremo per l’umanità. Tutto per punire la sua superbia e arroganza ma anche per la sua brama di conoscenza, raggiungibile con la morte. Odino si impiccò con la testa in giù, per i piedi, in modo che la morte avvenisse lentamente. Durante il supplizio si accecò un occhio e con una lancia si perforò il costato. Dalle ferite uscì del sangue che andò a finire nelle acque di un fiume ai piedi dell’albero sacro. Dallo stesso sangue sarebbero nate le rune che venivano impiegate per predire il futuro ma che erano anche il simbolo della conoscenza universale. La lancia venne chiamata “Lancia del destino”. Dunque… lancia di Longino o lancia del destino? È noto che spesso la religione abbia incorporato miti e leggende dei riti pagani, a ogni modo traete voi le conclusioni.
Sonia Filippi