“La magrezza dell’Uno” è il titolo della silloge poetica di Laura Valentina Da Re che entra così a far parte della famiglia Placebook Publishing &Writer Agency. Da Re risiede e lavora, come maestra di una scuola d’Infanzia, a Belluno e da sempre ama la Poesia, prima come lettrice. Non le piace definirsi poeta o poetessa anche se ha tutte le carte in regola per dirsi tale e in questa raccolta ha voluto aggiungere le preziose immagini di Matteo Scagnet ad arricchire i suoi versi. L’abbiamo intervistata per i lettori di Kukaos.
Presentati ai lettori, chi è Laura Da Re?
Come dice Antonio nella postfazione sono una creatura strana; spesso e volenteri in questo mondo mi sento un po’ spaesata ma ho un attaccamento fortissimo alla vita, alla famiglia, alla natura, ai doni della terra. Risiedo a Belluno, una piccola ed incantevole città ai piedi delle Dolomiti, luogo natio di Dino Buzzati con mio marito Carlo e i miei due figli Fabio e Lara Maria e il mio vivacissimo Loky, un husky di due anni. Da quasi trent’anni insegno nella scuola dell’Infanzia, un lavoro impegnativo ma talmente gratificante e coinvolgente che amo davvero molto. Sono una sognatrice, una romantica ma anche una guerriera, in ogni progetto che intraprendo ci metto tutta me stessa, amo leggere, amo ascoltare musica, strimpello la chitarra, al lavoro con i bimbi è un catalizzatore fantastico, anche l’arte mi affascina, soprattutto la pittura simbolista(Odilon Redon).
Sin dai primi anni della scuola media la poesia ha fatto parte del mio cuore, anche se l’avvicinavo unicamente come lettrice, poi crescendo, maturando, vivendo si è innestata nel mio essere e nel mio esserci sempre di più ed ho preso il coraggio di scrivere qualche piccolo verso.
Come hai scelto il titolo della tua silloge?
Prima che mi venisse proposto di pubblicare questa silloge, avevo già in mente il titolo che avrei messo ad un mio “ipotetico” libro, la scelta di questo strano titolo rappresenta il percorso interiore di svestimento, di abbandono del superfluo, per arrivare all’atomo dell’esistenza attraverso una poesia per lo più concisa, ermetica, alle volte criptica; oltre a questo anche il significato esoterico del numero uno quale, numero che simboleggia il nostro essere spirituale. Mi rendo conto sia un titolo strano, bizzarro ma l’ho fortemente voluto.
Com’è nata la collaborazione con Matteo Scagnet?
Ho conosciuto Matteo quando mia figlia Lara Maria ha iniziato a frequentare la scuola primaria. Per esigenze lavorative nei pomeriggi Lara rimaneva a scuola e per un gruppo di bambini era stato organizzato un servizio educativo e didattico finalizzato allo studio e ad attività laboratoriali parallele; Matteo era coordinatore di questo servizio e sin dal primo momento si è dimostrato una persona ed un professionista competente, empatico e impegnato. Nel raccontarmi dei suoi studi ho scoperto che aveva frequentato l’Accademia delle belle Arti di Venezia e che era straordinariamente bravo. Tre anni fa ho pubblicato una silloge per beneficienza e fu lui ad occuparsi della grafica di copertina e dei disegni all’interno, giuro che la prima volta che li ho avuti negli occhi ho pianto, ho pianto proprio perchè Matteo aveva assorbito ogni verso e lo aveva fatto suo attraverso i tratti dell’arte e dell’anima.
Hai scelto di unire i versi alle immagini, ci spieghi questa scelta?
Quando ho chiesto a Matteo la disponibilità nel realizzare il disegno per la copertina della silloge, lui si è dimostrato entusiasta ed io sapevo che avrebbe colto esattamente l’idea che avevo in testa e che avrebbe regalato alla mia “magrezza dell’Uno” la vera identità visibile a tutti.
Lutto e dolore, che significato hanno per te?
Parlare, dire di dolore e di lutto, guardarli, toccarli mi spappola, allora li scrivo, faccio parlare loro attraverso i miei piccoli versi.
E l’assenza invece?
L’assenza mi annienta ma ne necessito, quotidianamente, se penso che da sempre mi manco e che mi vado a cercare senza trovarmi, o mi rincorro senza mai raggiungermi, di mezzo l’abisso mi tiene in una sorta limbo o di purgatorio, a seconda.
Perchè hai scelto la Poesia per esprimerti?
Spero di non essere fraintesa nello scrivere ciò che sto per scrivere, ma credo che ci sia stato un momento in cui lei mi ha scelta, con questo non mi definisco poeta, anzi, sono un tentativo quotidiano dipendente dal mistero che è, che sono le parole.
Perchè a tuo giudizio ci sono pochi lettori di Poesia?
La poesia fa paura, perchè la poesia è profetica, la poesia rivela e ci rivela, la poesia non mente ed in un mondo accerchiato dalla non verità, essa ti mette al centro, nudo.
Ma il mondo ha bisogno di versi?
Il mondo ha bisogno di versi ma si ostina a non volerne avere bisogno eppure l’uomo li cerca, li trova, li legge senza però saperli sacri.
Progetti futuri?
In realtà mi prendi alla sprovvista, questa silloge è un forziere di gioia che sono riuscita ad aprire e spero la sua luce non si esaurisca ma si mescoli all’alba di ogni giorno.
Bianca Folino