La prima fiamma

E’ al chimico tedesco Johan Wolfgang Dobereiner che dobbiamo il primo accendino realizzato nel 1823, anche se stiamo parlando di un oggetto ben diverso da quello che conosciamo oggi. Infatti l’accendino assomigliava ad una lampada da tavolo e forse è proprio per questo che non ebbe molto successo. Bisognerà aspettare il 1900 per vedere i precursori degli accendini moderni che hanno avuto un’evoluzione piuttosto veloce. Ma da sempre ci si ingegna per accendere il fuoco e non mancano davvero i metodi curiosi e originali.

Del resto la capacità di utilizzare il fuoco è tipica del genere umano. Grazie ad essa è stato possibile scaldarsi, cuocere il cibo e tenere lontani gli animali pericolosi, come i predatori. All’inizio i metodi usati erano essenzialmente due: lo sfregamento di bastoncini di legno e la percussione delle pietre focaie, ovvero di pirite e selce. Grazie al fuoco è nata la metallurgia e con essa anche l’acciarino che consentiva di accendere la fiamma con una piccola piastra metallica dalla superficie ruvida su cui veniva battuta la pietra focaia.

Nel 1827 vennero inventati i fiammiferi in modo fortuito dall’inglese John Walker che mentre stava lavorando notò che dalla sgoccioltura su un bastoncino di legno del composto che stava usando, questo si seccava. Quando cercò di pulire il legno però, il bastoncino si infiammò. La miscela usata fu migliorata e generò diversi tipi di fiammiferi tra i quali anche gli “svedesi” inventati dal chimico Gustaf Rerik Pasch.

All’inizio del ‘900 iniziò la produzione dei primi modelli di accendino tascabile fino al boom degli anni Venti dove l’azienda Ronson si impose sul mercato per i suoi accendini funzionali e con un design accattivante. Un ulteriore passo avanti lo si fece con il comparire del mitico Zippo, chiamato così dal nome della ditta che iniziò a produrlo, nel 1923, un accendino a benzina che poteva essere usato anche in condizioni atmosferiche non perfette e con vento forte. La gabbietta posta infatti intorno alla fiamma, serviva proprio a proteggerla dalle raffiche. Dal qui agli usa e getta della Bic il passo è stato davvero breve e nel 1937 l’azienda famosa per la produzione di “biro” si impose sul mercato anche per i suoi accendini, colorati ed economici.

Nei decenni che seguirono molte aziende hanno puntato sulla commercializzazione degli usa e getta con alimentazione a gas e con fiamma regolabile. Ma i nuovi accendini non hanno fatto uscire di scena i ricaricabili classici, dagli Zippo fino agli oggetti costosi realizzati in materali preziosi, anche dai gioiellieri più famosi come Cartier o gli stranoti Dupont. Ormai sul mercato esistono anche varianti da ricarica via Usb la cui fiamma è in realtà una scarica elettrica. Insomma non rimane che l’imbarazzo della scelta tra i vari oggetti messi in vendita.