Accomunerei il Maestro con il contadino.
Unica differenza che il Maestro non raccoglie i frutti del suo lavoro.
Se lo fa, non è un buon Maestro.
Come un contadino, egli semina, cura con pazienza la giovane piantina, la vede crescere e fare fiori, ma i frutti li deve raccogliere l’allievo.
Il Maestro si mette paziente, in un angolo e guarda l’allievo sulla Via.
Le loro vite si separeranno inevitabilmente. Ed giusto che sia così.
Poi, un giorno, si incontreranno di nuovo, sempre sulla stessa Via.
Il vecchio Maestro, allora, saprà che il seme che ha piantato ha dato buoni frutti, e se ne compiacerà , ma non per sé.
Molte volte, i genitori degli allievi, soprattutto dei piĂą piccoli,Â
mi fanno questa domanda: ma mio figlio/a migliora, a me non sembra…
Oltre un sorriso, dico loro: ci vuole pazienza, e bisogna saper guardare bene, osservare ogni gesto, anche il piĂą piccolo… un bambino di quattro anni che dopo un mese e mezzo di frequentazione, riesce a seguire tutta l’ora di lezione, è un grandissimo risultato, ed è un grande risultato anche il fatto, che si sia integrato in un gruppo dove sono tutti piĂą grandi lui.
E’ stato bravissimo.
Antar Nidad