“Le madri parallele” e il regime

La maternità, l’amore e il regime franchista con le sue fosse comuni dove ancora oggi giacciono migliaia di desaparacidos. E’ l’ultimo film di Pedro Almodovar, regista madrileno che sembra prendere spunto dall’amore di due madri, molto diverse tra di loro anche se saranno coinvolte in una relazione amorosa  verso loro stesse e le loro figlie, per parlare di un problema che ancora oggi affligge la Spagna: i desaparacidos dell’epoca di Franco. Un film che vuole quindi denunciare la mancanza di fondi governativi in favore dei familiari delle vittime del regime franchista.

Pedro Almodovar

E forse è proprio per la gravità del problema affrontato che il regista spagnolo ha deciso di affidarsi anche a Netflix per la distribuzione del suo film, nonostante abbia precedentemente criticato le piattaforme digitali durante il festival di Cannes del 2017, perché a suo parere non devono mai sostituire le sale cinematografiche. Ma data la situazione dettata dalle normative anti Covid e dalla stessa pandemia, Almodovar ha ora deciso di sbarcare sulle piattaforme digitali con il suo “Madres paralelas”, un film da non perdere per i temi ma anche per i contrasti di colori, usuali nelle sue opere e per alcune dissolvenze che sembrano davvero dei quadri.

da sinistra: Milena Smit, Pedro Almodovar e Penelope Cruz

Forse non tutti sanno che i Desaparacidos non sono una questione prettamente sudamericana, ma anche spagnola. Le storie raccontate dai parenti delle vittime scomparse sono tante e secondo le Nazioni Unite le sparizioni avvenute durante il regime di Franco, tra il ’36 e il ’75, sono oltre 110mila. Giovani arrestati per le loro idee più che per le loro attività politiche, portati via nel cuore della notte dalla loro case e letteralmente strappati alle loro famiglie, perché considerati dissidenti rispetto al regime.

Una manifestazione nella capitale spagnola

Da anni l’associazione “Recuerdo y dignitad” si occupa delle ricerche delle fosse comuni, ma c’è ancora molto lavoro da fare, considerando che le mappe non sono state aggiornate da un decennio. Inoltre continuano a mancare fondi per la legge sulla memoria storica che dovrebbe garantire un piccolo risarcimento ai parenti delle vittime. Proprio a fine ottobre a sud di Saragozza è stata ritrovata una fossa con 150 scheletri ammassati, cioè persone che sono state fucilate e poi seppellite in quel luogo senza un simbolo a loro ricordo. L’associazione cerca di supportare i parenti delle vittime nelle loro ricerche, in alcuni casi occupandosi delle spese e cercando di restituire fedeltà alla storia narrata, considerando che queste persone sono ancora considerate giuridicamente dei criminali. Le fosse comuni sono quindi una questione aperta tutt’oggi in Spagna: un progetto di legge presentato dal governo di Pedro Sánchez e ora in discussione in Parlamento, prevede che sia lo Stato a doversi incaricare di trovarle e identificarle.