La islas de las Munecas, l’isola delle bambole, si trova poco lontano da Città del Messico. A Xocochimilco, questo è il suo nome, si trova una natura splendida e incontaminata, dove ci sono 200 canali navigabili, ma chi viene in questo luogo lo fa per un motivo ben preciso. L’isola detiene infatti un Guinness dei primati, quello di un luogo densamente popolato di bambole.
Se ne trovano più di 1500 sparse in ogni angolo, appese a un albero,inchiodate, gettate a terra. Ma non sono bambole qualsiasi, sono tutte vecchie e malandate, ad alcune mancano gli occhi, gli arti, sono sporche e trascurate. In tutto e per tutto un’isola dell’orrore. Ma dietro tutto questo si cela una storia triste.
Tutto cominciò negli anni cinquanta quando l’eremita don Juan Santana Barrera iniziò a saldare una sorta di debito. Barrera che visse sull’isola per moltissimi anni un giorno, mentre stava nuotando in uno dei canali, si imbatté in una bambina che stava per affogare abbracciata alla sua bambola e nonostante i suoi tentativi non riusci’ a salvarla. Ossessionato dal senso di colpa iniziò a sentire i lamenti della bambina, che la reclamava per tutta l’isola.
Un’altra versione racconta che avesse trovato il giocattolo affiorare nell’acqua e per onorare la memoria della piccola vittima l’avesse appesa in casa come amuleto. Comunque sia, da allora Barrera si sentì come perseguitato dallo spirito della bambina che pareva averla posseduta. Ebbe così inizio la sua ossessione, ogni bambola raccolta dalla spazzatura di qualsiasi foggia e dimensione fu legata e sparsa in tutta l’isola. Barrera passò cinquanta anni a raccogliere tutte le bambole che in qualche modo lì arrivavano, fino a quando una mattina del 2001, fu trovato morto annegato nello stesso punto dove era morta quella bambina, che inutilmente aveva cercato di salvare.
Dopo questo accadimento cominciarono a circolare voci che l’isola fosse infestata dallo spirito della piccola e da quello di Barrera. Le persone del posto e lo stesso nipote dell’uomo testimoniano che durante la notte le bambole si animano e prendono vita, muovono gli occhi e girano la testa. In realtà esse sono diventate le vere padrone dell’isola e aggirarsi in essa è una vera full immesion nell’orrore.
Sonia Filippi