L’ombra indaco

Con la sua nuova silloge “L’ombra indaco” arricchisce ulteriormente le collane di poesia Placebook Publishing & Writer Agency, Serena Tonezzer, classe 1977 nata a Trento. Laureata in Psicologia a Trieste ha fatto diversi lavori. In realtà questo è il suo terzo libro targato Placebook Publishing. I suoi interessi sono molteplici e vanno dalla Letteratura alla musica. L’abbiamo intervistata per i lettori di Kukaos.

Raccontaci qualcosa di te, chi è Serena Tonezzer?

Allora…chi è Serena? Direi che potrebbe definirsi una donna prismatica, amante degli animali, della cultura, della scienza, dell’arte a tutto tondo, che si diletta a scrivere e disegnare e ascolta un sacco di musica spaziando dal jazz al rock, dalla classica allo ska etc…Una persona molto passionale, sognatrice, romantica ed idealista, alla quale la vita ha insegnato anche ad utilizzare la razionalità e ad agire in modo (circa) concreto, determinato e organizzato e che, dopo anni di esistenza decisamente tormentata, ha raggiunto un equilibrio abbastanza soddisfacente, ma, si sa, l’equilibrio deve essere sempre dinamico nel senso che oggi è diverso da ieri e anche da domani. La laurea in Psicologia l’ha conseguita con il doppio fine di guarire le ferite sue e quelle altrui ed effettivamente un poco è servita.

Serena è pure intensamente legata ad alcune persone che considera “famiglia”.

Ci spieghi come hai scelto questo titolo?

Il titolo deriva da un’immagine che trovo descriva bene il malessere psicologico che mi accompagna da tanti, tanti anni e che percepisco come un’ombra che oblia la mia solarità, la inghiotte. Questa ombra fino a poco tempo fa era nera come la pece, ora, dopo un lungo percorso, si è trasformata e ha assunto una tonalità indaco, calma e profonda. Non mi abbandonerà mai, ma ho imparato a conviverci abbastanza bene. Forse cadrò ancora, ma so che riuscirò a rialzarmi, in fondo la forza non è proprio questa capacità di rimettersi in piedi, quando non si è saputo o potuto evitare la caduta? Il cambiamento di colore è una piccola, grande vittoria.

Inoltre il colore dei miei occhi è una sfumatura di blu molto simile all’indaco e dicono che gli occhi sono lo specchio dell’anima, no?

Il blu, in ogni sua declinazione, lo adoro, è la tinta del mare e del cielo ossia della profondità e dell’altezza.

A quali autori ti ispiri?

Amo profondamente Alda Merini perché la sento molto vicina sia come esperienze esistenziali che come sensibilità, ma mi piacciono molto anche Emily Dickinson, Apollinaire, Jaques Prevert, Charles Baudelaire, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, Giacomo Leopardi, Catullo…Gli autori che ho studiato ai tempi del Liceo mi hanno profondamente alimentata allora e continuano a farlo adesso. Per la prosa, direi Banana Yoshimoto, Haruki Murakami e, come per la poesia, i grandi classici della letteratura, soprattutto italiana e inglese perché sono mondi che conosco un po’ di più, ma anche quella russa.

Le tue sono poesie che sembrano sussurrate, quanto è importante per te la musicalità nella scelta dei versi?

Come ho svelato prima, io adoro la musica. Le mie poesie nascono di getto, come anche la mia prosa, lascio che le parole danzino in una nota del cellulare o su un quaderno. Direi che non rifletto, scrivere per me è come un moto inconscio che deve trovare inevitabilmente sfogo, come una sorgente da cui esce acqua di temperatura variabile.

E quanto è importante sussurrare al lettore?

Mah, sai, c’è chi sussurra e chi urla…ciò che forse è davvero piacevole è che il lettore vibri come un diapason sulle stesse tue frequenze. Non si è compatibili con tutti, va bene così, a qualcuno si piace perché si è affini, per dirla come Goethe, ad altri no. La poesia è un riflesso dell’anima dell’autore e del lettore ed è splendido quando si viaggia assieme.

Che significato ha per te l’amore?

Ah, l’amour! Beh, per me ha un significato estremamente importante e profondo, in ogni sua sfumatura. L’amore vero è un’energia che fa emergere il meglio di noi stessi, che ci sprona a migliorarci sempre, ci offre la base per spiccare il volo e andare in alto, ci accarezza quando cadiamo e ci aiuta ad alzarci. Lo concepisco come condivisione costruttiva del positivo e del negativo che esperiamo nella vita e lo intendo in senso ampio. L’amicizia, ad esempio, altro non è, nella mia visione, di una delle tante forme assunte dall’amore. L’amore, secondo me, non è assenza di tempesta, ma volontà di superarla assieme. Tutti noi abbiamo degli spigoli, per quanto ci si trovi bene con un’altra persona, è necessario smussare. Io credo sia utile prendere spunto dall’acqua che scorrendo, cambia sì la sua forma, ma non la sua natura più profonda.

Cosa è per te la Poesia?

La poesia per me è una sorprendente e inesauribile fonte di emozioni caratterizzate da colori e suoni differenti, un’enorme voliera nella quale meravigliose creature dai pigmenti di miriadi sfumature, ossia le parole, fendono l’aria talvolta calma, altre burrascosa esattamente come l’anima di chi scrive e legge. Io amo molto scrivere a mano le poesie perché mi pare che l’inchiostro blu crei un quid speciale, sempre diverso, fatto di significati e forme grafiche sul foglio bianco, molto simile alle onde del mare che tanto amo. Ho una calligrafia particolare, molto “svolazzante” che rende il foglio un po’ un disegno. Per me poesia è movimento, appunto, e poi colore, odore, sapore, tocco, luce e ombra, caldo e freddo…È un’esperienza totalizzante, sia leggerla che scriverla perché suona le corde della mia interiorità.

A tuo giudizio ha ancora senso scrivere poesie oggi?

Decisamente sì, se non per gli altri, per sé. Sarà poco commerciale, ma fa bene al cuore, al mio almeno.

Progetti futuri?

Sicuramente continuerò a scrivere. Il mio secondo romanzo sta prendendo forma poco alla volta visto che non ho molto tempo lavorando anche in ufficio, ma credo di riuscire a terminarlo entro l’anno. E poi ci sono le poesie che sono più simili a fulmini a ciel sereno ovvero nascono un po’ quando e come vogliono loro.

E sogni nel cassetto?

Alcuni li ho visti esauditi. Direi che un mio sogno è indubbiamente quello di trovare un buon compagno con cui creare una coppia serena, viaggiare, continuare a scrivere e a pubblicare le mie creazioni e, perché no, magari vincere un concorso letterario, non si sa mai nella vita.

Bianca Folino