Sicuramente tutti voi conoscerete i Puffi, questi simpatici esserini blu creati nel 1958 dal fumettista Peyo. Ciò che probabilmente non sapete sono le teorie che li vedono protagonisti, talmente inquietanti da far venire la pelle d’oca.

Quella più diffusa inverte le parti che tutti noi conosciamo. Il cattivo infatti non sarebbe il perfido Gargamella, un povero prete con la tonaca nera che vive nella sua chiesa col suo gatto Azrael che lo aiuterebbe a estirpare il male, il nome reale del micio in verità non è Birba come noi lo conosciamo ma proprio Azrael, nome di un Arcangelo che nella tradizione ebraica rappresenta l’angelo della morte. Il male da estirpare altro non sarebbe che i Puffi naturalmente, i quali rappresentano ognuno uno dei sette peccati capitali. Ira: puffo Brontolone, Avarizia: puffo Finanziere, Invidia: puffo Copione, Superbia: puffo Quattrocchi, Gola: puffo Golosone, Accidia: puffo Pigrone e infine Lussuria: Puffetta.

Ma allora chi è e che cosa rappresenta il Grande Puffo? Provate a immaginare il significato che può avere il suo completino rosso… chi scrive è sicura che avete capito. Ma il Diavolo naturalmente e tutti i peccati del mondo. Secondo un’altra teoria la società dei Puffi altro non sarebbe che la rappresentazione di una loggia massonica, non a caso il blu è il colore predominante per i massoni. Grande Puffo rappresenterebbe il Maestro della Loggia e Gargamella il potere ecclesiastico.

Infine un’altra teoria li vorrebbe rappresentare la società comunista, dove ogni cosa è ripartita in egual modo e tutti vivono felici e contenti. Quattrocchi rappresenterebbe Trotsky mentre Grande Puffo, Marx.
Se queste teorie siano più o meno reali ognuno ha ovviamente la sua opinione. Restano comunque fantasiose e forse non del tutto fantastiche. Chi lo sa? Come sempre a chi legge… l’ardua sentenza.
Sonia Filippi