“Operazione Sinkhole” è questo il titolo del nuovo romanzo di Pierfrancesco Prosperi edito dalla PlaceBook Publishing & Writer Agency. Prosperi, classe 1945, è nato ad Arezzo dove tutt’ora vive e lavora come architetto specializzato in Urbanistica. Ha iniziato a scrivere da giovanissimo e ha pubblicato oltre 40 romanzi e 160 racconti. Ha scritto radiodrammi per la Rai e sceneggiato fumetti per i maggiori editori italiani. Per chi volesse saperne di più: www.pierfrancescoprosperi.com. Vi proponiamo una sua breve intervista.
Presentati ai lettori, chi è Pierfrancesco Prosperi?
Un architetto un po’ in là con gli anni che ha sempre coltivato la passione per la scrittura e ha cominciato a scrivere giovanissimo. Argomento prediletto fin dall’inizio, la fantascienza e il fantasy. E per sessant’anni non ho più smesso. Ho rallentato molto, anche per anni, ma non ho mai smesso.
Com’è nata in te la passione per la scrittura?
Mi sono sempre piaciute le storie di avventura. Al cinema, in tv, nei fumetti e nei libri. E appena ho creduto di saper scrivere in modo decente ho voluto provare a inventarle io, le storie. Molto presto, come dicevo: il primo racconto è stato un tema in classe, a 12 anni. Il primo racconto pubblicato su una rivista da edicola è uscito il giorno che compivo 15 anni.
Ti sei occupato anche di sceneggiatura, ecco ci racconti le differenze tra una sceneggiatura e un romanzo?
Il processo mentale all’inizio è molto simile: si parte da una idea-nucleo, si imposta la trama, si definiscono i personaggi e lo sfondo storico e geografico… poi le strade divergono. Il fumetto esige ritmo, movimento e dà poco spazio agli approfondimenti psicologici. Per il romanzo… è il contrario. Aggiungerò che scrivere fumetti è più divertente e meno faticoso. E, ahimè, rende anche soldi. Tutto il contrario della letteratura scritta.
E la storia di questo libro?
E’ una storia molto particolare. Da quasi tre anni lavoro come professionista esterno presso il Comune di Camaiore, esaminando le pratiche di condono edilizio. Un giorno mi capita il condono di una casa ubicata in via XX per opere abusive eseguite prima del 1983. Mi informo e scopro che quella casa non c’è più, inghiottita dalla voragine del 1995. Della quale sapevo assai poco. Ho approfondito e mi sono detto che la storia di quella incredibile voragine circolare e dell’altra molto più grande formatasi nel 1999 in provincia di Grosseto è tuttora misteriosa, ha del romanzesco. E ho trovato una spiegazione apparentemente pazzesca, ma con una sua logica. Una logica fantascientifica.
Quanto ti è stata utile la tua esperienza in quanto urbanista?
Moltissimo, sia in questo che in altri romanzi. Pongo sempre molta attenzione alla forma delle città, alla loro storia, perché la città è il segno che l’uomo lascia sul territorio, la sua firma. Ho dedicato racconti e romanzi a luoghi particolari: le Cinque Terre, Civita Bagnoregio, San Marino, Arborea (paese sardo che un tempo si chiamava Mussolinia di Sardegna). Ma fra tutte le località quella che mi ha ispirato di più è stata, logicamente, Venezia.
Ti ispiri a qualche autore in particolare?
Lemie letture fantascientifiche sono state abbastanza tradizionali: ho iniziato con l’ABC della fantascienza, Asimov Bradbury Clarke… Recentemente ho preso una sbandata per il grande Philip K. Dick, l’autore di Blade Runner, e sto cercando di leggere tutti i suoi romanzi che non ho ancora letto. Tra gli italiani, prediligo Buzzati e Calvino.
Come hai scelto il titolo?
Il nome tecnico dato dai geologi a queste voragini è sinkhole, che significa più o meno ‘buca profonda’. Mi è piaciuto, e dato che attorno a questi fenomeni naturali si sviluppa, nel romanzo, una lotta feroce tra entità sconosciute, ecco l’OPERAZIONE SINKHOLE.
Che messaggio vorresti arrivasse ai lettori?
Che a volte le cose sono molto diverse da quello che sembrano. È un invito a esercitare la fantasia, a farsi domande su tutto senza prendere per oro colato le verità ufficiali. Ma senza, d’altra parte, sposare il complottismo e le deliranti teorie dei terrapiattisti & C.
E cosa diresti ad un giovane che si avvicina alla scrittura?
Di leggere, leggere, leggere, leggere moltissimo e poi ancora leggere. E alla fine, se se la sente, di iniziare a scrivere qualcosa, magari un racconto breve e non certo un tomo alla Guerra e pace. Sembra incredibile, ma per certi aspiranti scrittori leggere molto non serve, è una perdita di tempo.
Come promuoverai questo libro?
Penso di iniziare con una presentazione presso il ‘luogo del delitto’, ossia Camaiore. Poi, credo, presso una tv della mia città, Arezzo. Poi vedrò.
Stai già scrivendo qualcosa di nuovo?
Sto lavorando a un romanzo “storico” (si svolge nel 1948) sui fisici tedeschi guidati dal Premio Nobel Werner Heisenberg e sui loro tentativi (andati fortunatamente a vuoto!) di realizzare per Hitler un reattore nucleare e arrivare poi a una bomba. Come in tanti altri casi la domanda è: e se invece… Titolo: LA VARIABILE HEISENBERG.
Bianca Folino