Il romanzo “Voci”, edito dalla Placebook Publishing all’interno della collana Città in Giallo, è il sedicesimo lavoro dell’autore valsusino Roberto Capocristi. È una storia ispirata dalla passione per il paranormale e si avvale della consulenza in materia di Elio Ravagnani, fondatore del Team La Valsusa Stregata e fra i primi a registrare, e proporre sul web, contenuti video di indagini e sessioni di ascolto metafonico. L’ambientazione del romanzo è al Forte di Exilles, in alta Valsusa, una spettacolare fortezza ottocentesca nata sui ruderi di precedenti e ormai distrutti presidi e ristrutturata negli anni ’80 per essere riproposta come area spettacoli e area museale.
Il Forte di Exilles annovera nella sua storia recente un paio di indagini in materia paranormale, una a cura del Team La Valsusa Stregata, che aveva percorso un itinerario con sessioni di ascolto alla Spirit Box e l’altra sfociata con la ormai celebre foto al fantasma della crocerossina, a opera del Paranormal Photography Investigation, che riscosse la ribalta sulla stampa nazionale e sul telegiornale regionale. La foto fu ottenuta durante una sessione di meta-visione, alla presenza di 120 curiosi. L’indagine immediatamente precedente all’esperimento fotografico aveva catturato, attraverso la tecnologia Echovox, una voce che più volte aveva pronunciato il nome Francesca. Riccardo Humbert, responsabile degli Amici del Forte di Exilles, avrebbe commentato che Francesca era la moglie dell’ex custode del Forte, che viveva nell’appartamento ricavato nell’antico ospedale e che molte volte, in passato, aveva confessato di aver visto aggirarsi in casa una donna vestita di bianco, una crocerossina di altri tempi. La trama del romanzo, non solo si concentra sul fenomeno della transcomunicazione strumentale, raccontando una sessione di registrazione condotta clandestinamente e finita in tragedia ma pone uno sguardo critico sulla spettacolarizzazione degli eventi e sull’imbarazzo degli inquirenti a indagare su un tema che sfida le normative legali e le convenzioni investigative tradizionali.
Se il mistero delle voci elettroniche vi affascina, Voci vi terrà incollati dalla prima all’ultima pagina. Tra credenze, tecnologia e suspense, scoprirete che il confine tra realtà e immaginazione è più sottile di quanto crediate. Ma quali sono le radici storiche di questo affascinante fenomeno che mescola tecnologia e paranormale? Ripercorriamo le tappe principali della transcomunicazione strumentale, dagli albori alle recenti evoluzioni. Erano gli anni ’50 e tutto inizia in Italia, con un pioniere, Marcello Bacci e una vecchia radio a valvole, di quelle ormai in disuso e collezionate dagli appassionati di oggetti vintage. La radio, non sempre la stessa, doveva essere una delle tante a disposizione nel suo negozio di elettrodomestici a Grosseto. Bacci sintonizzava gli apparecchi su frequenze normalmente libere da trasmissioni e attendeva che, fra le interferenze e i rumori, si manifestassero parole di senso compiuto, e accadeva. Qualche volta risultavano difficili da interpretare, in altre occasioni più evidenti e intelligibili. La sessione di ascolto avveniva sempre in presenza di numerose persone e il fenomeno, che Bacci e i suoi sostenitori attribuivano a vere interazioni con gli spiriti dei trapassati, fu battezzato con il nome di transcomunicazione strumentale o metafonia.
Bacci, come nell’ordine naturale delle cose, fu sottoposto alle attenzioni e alle puntuali critiche degli scettici, che individuarono alcuni punti che sono tutt’oggi validi come argomenti da demistificatori e precisamente: le voci percepite non provengono dall’aldilà ma sono spezzoni di trasmissioni radio tradizionali; le parole captate dalle radio non sono altro che rumori, ovvero ricezioni anomale del segnale, alle quali la mente attribuisce un senso compiuto (pareidolia acustica, ovvero il fenomeno psicologico per cui il nostro cervello assegna significato a suoni casuali); le parole captate sono frutto di difetti di funzionamento degli apparecchi radio; Bacci si avvale di complici con competenze in materia di trasmissioni. E pertanto fu proposto a Bacci di condurre le sue sessioni di ascolto in presenza di esperti in telecomunicazioni e racchiudendo l’apparecchio radio all’interno di una gabbia di Faraday, una struttura progettata per bloccare le onde elettromagnetiche e impedire le interferenze esterne. Il risultato fu che le radio continuarono a emettere parole e brevi frasi che i presenti non scettici riconoscevano come risposte a domande precise.
A quel punto fu contestato il corretto allestimento della gabbia e poi non se ne parlò più e anzi, si formularono varie ipotesi più o meno bizzarre per spiegare il fenomeno e precisamente: le voci metafoniche sono i pensieri dei partecipanti all’esperimento, captati dall’apparecchio radio e trasformati in parole; le voci metafoniche appartengono a residui di trasmissioni radio o televisive, anche non recenti, che rimbalzano nell’etere fino a intercettare un ricevitore; le voci metafoniche, specie quando interagiscono e danno risposta alle domande, sono opera di alieni burloni.
La transcomunicazione divenne un argomento per pochi e venne esercitata con discrezione, magari con la partecipazione di qualche amico fidato, individuato nella nicchia degli appassionati di fenomeni paranormali, fino a quando, con la diffusione di internet e la facilità di produrre video a basso costo e in generale registrazioni audio di qualità, si è evoluta a fenomeno virale, capace di catturare l’interesse del grande pubblico. L’attuale indagine paranormale, dove le voci o cosiddette anomalie sono denominate E.V.P., Electronic voice Phenomena, è spesso indirizzata a ottenere visualizzazioni, adesioni e iscrizioni ai canali, buone per realizzare monetizzazioni su portali come You Tube o Tik Tok e si avvale di tecnologie evolute come: Spirit Box o Ghost Box. Radio a transistor, piccole, leggere e quindi estremamente maneggevoli, dotate di un software che esegue la scansione ripetuta e continua delle frequenze selezionate; Varie App per smartphone come EchoVox, che intercetta gli EVP purgati dal rumore di fondo o la cosiddetta transcomunicazione computerizzata (spesso criticata per la scarsa attendibilità) che promette di interpretare gli EVP e visualizzarne il significato direttamente sul display; Registratori tascabili in grado di produrre file interfacciabili con un normale computer; K2 o altri rilevatori. Piccoli dispositivi del tutto simili al telecomando della Tv, in grado di segnalare le alterazioni dei campi elettromagnetici, riconosciuti nell’ambiente come evidenze di anomalie paranormali.
Ma anche software come Adobe Audition, che consentono di isolare e analizzare le presunte anomalie per verificare se si tratta di voci autentiche o di semplici rumori ambientali. Questa tecnologia, pur ampliando le possibilità di ricerca, apre una discussione più ampia sul confine tra genuina investigazione e spettacolarizzazione commerciale. Vale la pena dire che qualche studioso ha raffinato le proprie disamine sforzandosi di individuare delle spiegazioni più tecniche, ponendo la lente sull’aspetto tecnologico e ha concluso che nella transcomunicazione microfonica non viene percepita alcuna voce che invece si riscontra al riascolto ed è pertanto legittimo supporre che le suddette voci si formino durante la fase di registrazione. Nella transcomunicazione radiofonica, il fenomeno si dinamizza direttamente nel radioricevitore, con processi di modulazione dei campi oscillanti o di sovramodulazione di un normale parlato dello speaker.
Che si tratti di illusioni acustiche o reali comunicazioni dall’aldilà, la transcomunicazione continua a ispirare dibattiti e alimentare il mistero. Se il mistero delle voci elettroniche vi affascina, non perdete l’opportunità di esplorarlo attraverso la lettura. Le voci elettroniche sono un prodotto della nostra mente o messaggi autentici da un’altra dimensione? Scopritelo con Voci.
Roberto Capocristi