Passione tatoo

C’è chi li odia e chi li ama, chi li definisce una moda e chi un’omologazione. Ma la passione per I tatuaggi non è più roba da “ex galeotti” o marinai, sono in tanti a esibirli e non solo in spiaggia. In realtà pochi sanno che quando realizziamo un segno indelebile sul corpo stiamo ripetendo un antichissimo rito. Un tempo infatti I tatuaggi avevano una funzione sacra, a volte anche magica che comunicava al mondo la propria identità, lo status sociale di appartenenza e la provenienza di chi li aveva. Spesso erano simbolo del clan di appartenenza.

Foto LaPresse/Alberto Gandolfo 15-09-2018 Torino(Italia) Cronaca Torino Tattoo Convention nella foto:  dettagli tatuaggi Photo LaPresse/Alberto Gandolfo September 14, 2018, Torino (Italy) NewsTorino Tattoo Convention in the pic: tattoos details

Solo all’apparenza quindi il tatuaggio è qualcosa di estetico, in antichità era una specie di messaggio in bottiglia che a volte indicava anche lo spirito protettore. Da qualche tempo stanno catturando l’interesse di antropologi che hanno inizato a studiarli, perchè solo in apparenza sono degli ornamenti. In origine erano segni lasciati sulla pelle, delle vere e proprie incisioni ritrovate anche su alcune stuatuette di veneri preistoriche. Le sacerdotesse e le sciamane erano spesso anche delle abili tatuatrici.

E’ interessante notare come un’antica mummai di 5 mila anni fa, l’Uomo di Similaun, avesse proprio dei tatuaggi sul corpo, per la precisione 60 segni che avevano uno scopo magico-terapeutico. Tra le popolazioni delle steppe della Siberia I tatuaggi erano d’uso comune, spesso raffiguravano animali totemici e fantastici che avevano la funzione di proteggere chi li esibiva. Sono stati trovati dei resti di una sciamana di quasi tre mila anni, perfettamente conservati dal ghiaccio e che riportano diversi taturaggi, quasi tutti riproduzioni di divinità.

Anche le popolazioni definite “barbare” in epoca medievale si tatuavano soprattutto per indicare il clan di appartenenza. Invece per romani e greci il tatuaggio era un tabù che contrastava con l’idea di bellezza pura ed era visto come un uso dei selvaggi. Il cristianesimo vietò a più riprese il tatuaggio e da qui l’origine dell’idea che il segno sul corpo fosse associato ai pagani, ai ceti più bassi della popolazione e ai delinquenti.

Sono proprio le popolazioni tribali a indicarci che l’uso del tatuaggio da sempre riguarda ll mondo intero, compresi I buddisti. A Bangkok, in Tailandia I monaci organizzano una festa dove l’animale tatuato sulla pelle può arrivare a prendere vita, nel senso che il fedele mima I versi e il modo di muoversi dell’animale. Quello che colpisce di più è che queste persone credono davvero nell’effetto magico del tatuaggio, così come era una volta.

Bianca Folino