Non si parla mai delle donne guerriere, eppure ci sono fonti che testimoniano la presenza delle donne in battaglia fin dal V secolo, addirittura durante le Crociate.
In sostanza per tutto il Medioevo esistono esempi di donne cavalieri a detta delle fonti, sia quelle storiche che quelle iconografiche. Eppure se ne parla poco o niente. Esistono anche molte sepolture di donne con le proprie armi, a testimonianza della loro presenza in battaglia. Tra i vichinghi esisteva anche un termine per definire una donna che combatteva ed era skjaldmoer, ovvero fanciulla scudiera. Tra le più famose di esse, la prima moglie del re di Svezia e Danimarca, Laghertha che con lui governò anche la Norvegia.
Donne a cavallo non mancano nemmeno nei nostri paesi, tanto che le fonti ci raccontano di come sfidassero gli uomini nei tornei medievali. Addirittura, visto che c’era una larga partecipazione di donne alle Crociate, papa Clemente III nel 1189 emanò una bolla per proibire alle donne di indossare abiti maschili e combattere. Ma la decisione non dette i frutti sperati visto che nelle successive Crociate, le donne erano presenti in qualità di combattenti.
Del resto basti pensare che nel 1149 il conte di Barcellona, Raimondo Berengario V, aveva fondato un ordine cavalleresco aperto solo alle donne: l’Ordine dell’Ascia. Lo fece proprio per onorare quelle donne che avevano difeso con valore la città catalana di Tortosa dall’attacco dei Mori.
Redazione