Salviamo le sequoie e gli Amerindiani

Ci sono associazioni, sparse un po’ ovunque nel mondo, che spesso nell’ombra ed in silenzio, svolgono attività di estremo significato per la conservazione del nostro Pianeta. Una di queste è Save The Redwoods League, con sede in California la cui dichiarazione d’intenti troviamo sull’homepage del proprio sito web “immaginiamo vibranti foreste di sequoie delle dimensioni e della grandezza che un tempo abbellivano la costa della California e la Sierra Nevada, protette per sempre, restaurate per invecchiare di nuovo e collegate alle persone attraverso una rete di magnifici parchi e aree protette che ispirano tutti i noi con la bellezza e la potenza della natura”.

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Immagine tratta dal sito https://www.savetheredwoods.org


Questa organizzazione, senza scopo di lucro e nata circa un secolo fa, si è posta come missione quella di proteggere e ripristinare le foreste di sequoie e connettere le persone con la loro pace e bellezza in modo che queste meraviglie del mondo naturale fioriscano e tra i suoi obiettivi troviamo quello di acquistare intere foreste di sequoie oltre alle terre circostanti necessarie per coltivarle. Il lavoro dei collaboratori di questo ente si basa sui principi della biologia della conservazione, della ricerca e del miglioramento della nostra comprensione e apprezzamento collettivo di questa categorie di alberi.
Come dicevamo, le origini di Save the Redwoods League risalgono al 1917 quando, su invito dell’allora direttore dei parchi nazionali Stephen Mather, tre famosi ambientalisti si diressero verso nord lungo la Redwood Highway della California per indagare sullo stato degli alberi più alti della Terra. Ciò che John C. Merriam, Madison Grant e Fairfield Osborn trovarono fu sia stimolante che spaventoso. La bellezza e la tranquillità della foresta primordiale di sequoie li riempiva di stupore, ma il ritmo accelerato della sua distruzione li inorridiva.
Durante i suoi primi cento anni, la Lega ha salvato più di 200.000 acri di foresta di sequoie e ha contribuito a creare più di 66 parchi e riserve di sequoie, proteggendone la maggior parte di quelle rimaste sulla Terra.
Tra i numerosi progetti curati dall’organizzazione ci piace ricordare quello che nel dicembre del 2021 ha portato Save the Redwoods League a dar vita ad una partnership con InterTribal Sinkyone Wilderness Council per proteggere permanentemente le foreste di sequoie costiere all’interno del territorio tradizionale di Sinkyone su quella che è popolarmente conosciuta come la Lost Coast nella contea di Mendocino, in California. La Lega ha acquistato la proprietà di 523 acri, precedentemente nota come Andersonia West, nel luglio 2020 e per garantire una protezione duratura ed una gestione continua, la Lega ha donato e trasferito la foresta al Consiglio di Sinkyone , un consorzio senza scopo di lucro composto da 10 tribù riconosciute a livello federale con legami culturali con le terre e le acque del tradizionale Sinkyone e dei territori tribali vicini. Il gesto ha soprattutto la finalità di “restituire” una parte, seppur minima, delle loro terre ai nativi americani.

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mmagine tratta dal sito https://www.savetheredwoods.org


La parola Sinkyone si traduce in “popoli del fiume South Fork Eel”. Erano un popolo di marinai, che viaggiavano in mare aperto su canoe di sequoia considerate esseri viventi. I Sinkyone vivevano e viaggiavano attraverso le zone costiere, montane e valli del loro territorio, procurandosi e preparando cibi tradizionali come ghiande, alghe, alghe, sale, salmone, cervi, alci e un’abbondante varietà di bacche, radici, bulbi, noci e semi. I discendenti di Sinkyone e altri popoli tribali della regione continuano a fare affidamento su questi e altri cibi tradizionali. Consuetudine per le culture indigene è raccogliere piante con grande rispetto e cura per mantenere la salute e l’abbondanza degli ecosistemi.

Immagine tratta dal sito https://www.savetheredwoods.org

A partire dalla metà del 1800, i coloni iniziarono a massacrare e rimuovere con la forza i Sinkyone da queste terre di cui si erano presi cura e nell’arco di 15 anni questa popolazione indigena era stata gravemente ridotta, uccisa a causa di omicidi sanzionati dallo stato, fame, malattie introdotte e altre atrocità. I sopravvissuti furono esiliati in riserve lontane dalle loro terre d’origine, alcuni alla fine divennero membri di varie tribù della regione riconosciute a livello federale. Nel frattempo, i coloni hanno iniziato ad abbattere le sequoie giganti, che le tribù considerano parenti ed esseri sacri.

Il Consiglio di Sinkyone ha ridisegnato la terra con il toponimo originale di Sinkyone: Tc’ih-Léh-Dûñ (pronunciato tsih-ih-LEY-duhn), che si traduce in Fish Run Place. Ripristinare questo toponimo nella lingua Sinkyone è un atto di emancipazione culturale e celebra la resilienza degli indigeni.

Il Consiglio di Sinkyone vede il rapporto tra i popoli indigeni della regione e la terra come un continuum e nel processo di acquisizione di quella terra ha sviluppato strumenti e iniziative educative per le loro comunità, ideato e realizzato progetti di ripristino della pesca, inventari forestali e programmi culturali ed educativi oltre ad aver sviluppato una forza lavoro di restauro intertribale. Il Consiglio ha anche iniziato il suo importante lavoro di tutela degli ambienti marini e costieri all’interno di Sinkyone e nei territori tribali vicini. Quei luoghi sono indissolubilmente legati all’ecosistema di sequoie della regione in una miriade di modi culturali e biologici. Sempre grazie alla difesa del Consiglio gli usi culturali di 18 tribù già “codificate” a livello federale sono stati riconosciuti per un’area protetta lungo la costa settentrionale di Sinkyone.

Chi volesse approfondire l’argomento può consultare questi siti web : https://www.savetheredwoods.org e https://sinkyone.org/

Carlo Pulici