“Aequaliter Patroni” di Ragusa, gli stessi diritti, la stessa dignità , lo stesso culto. Sono stati necessari tre secoli perché si avverasse quanto i nostri antenati avevano auspicato e voluto: una sola città , una sola Chiesa Madre, due Santi Patroni.
Quando il terremoto del 1693 distrusse parzialmente le chiese di San Giorgio e San Giovanni, una parte dei fedeli della Parrocchia di San Giovanni si trasferì sulla collina “in planitia ut dicitur de Patro prope planitia Conventis S.te Mariae montis Carmeli” e il 12 agosto 1694 il Vicario Generale della Diocesi di Siracusa, Francesco Dionisi, diede la licenza di potersi benedire la nuova chiesa di San Giovanni Battista.
Subito dopo i fedeli di San Giovanni che si erano trasferirti al Patro, il 17 aprile 1695 ottennero la divisione della città e chiamarono il nuovo abitato “Città Nova” fingendo che il territorio della Parrocchia di San Giovanni comprendesse due terzi dell’antico abitato, oltre a tutto l’altopiano del Patro.
Durò poco, perché ben presto gli altri cittadini che non erano per niente d’accordo su questa divisione, che era in effetti un tentativo di ampliare il territorio di pertinenza, il 10 dicembre 1702 rivolsero una supplica al Vicerè di Sicilia Card. Lo Giudice Valguarnera chiedendogli di annullare questa divisione
Il Cardinale, accertata la veridicità di quanto esposto nel memoriale, il 10 marzo 1703 ordinò la riunione dei due abitati e minacciò severi castighi per chiunque avesse ardito denominare Ragusa col distintivo “antica” o “nuova”: “cento ferlate ai ragazzi e ai figliuoli, agli ignobili tre anni di galera, ai nobili tre anni di castello e cento onze di multa”.
Le animosità non cessarono perché rimaneva insoluto il vero pomo della discordia: il beneficio delle due chiese amministrato dal solo Parroco di San Giorgio e la divisione del territorio.
Sotto l’egida del Vicario Generale la Grua e del Cardinale Lo Giudice il 3 luglio 1705 si giunse a un accordo: non si sarebbe divisa la città e si sarebbe costruita una sola grandiosa chiesa intitolata ai due Santi che sarebbero stati “aequaliter” Patroni di Ragusa.
Il nuovo edificio, a tre navate sarebbe stato realizzato abbattendo la chiesa di San Nicolò, con la facciata rivolta ad est, la navata sinistra sarebbe stata dedicata a San Giorgio perché guardava verso l’antica chiesa, quella destra a San Giovanni per lo stesso motivo e tutti gli oggetti sacri più belli scampati dal terremoto sarebbero stati portati nella nuova chiesa: i ragusani volevano restare uniti e avere due Patroni.
Ma non fu così, perche’ dopo la firma dell’accordo una parte del clero di San Giovanni ruppe l’intesa e se ne tornò al Patro, non avendo ottenuto la separazione del beneficio: non avevano interesse al patronato. Commenta il Cardinale: “quattro ecclesiastici discoli avendo fomentato la guerra ora rifiutano di accettare la pace”: San Giorgio rimase così Patrono della città .
Dopo 10 anni, un altro tentativo di accordo: il 30 dicembre 1714 il Pontefice Clemente XI emise la bolla di dissoluzione del beneficio tra le due chiese, fatti salvi i diritti della Chiesa Madre e il patronato di San Giorgio. Subito dopo il comisano Gaspare Ferrera fu nominato Parroco delle due chiese per l’esecutoria della bolla, ma non pote’ mai prendere possesso del parrocato non essendo riuscito, per l’ostilità dei due cleri, ad entrare materialmente in possesso delle due chiese.
Il Vescovo, Mons. Asdrubale Termini, per alleggerire i contrasti e allentare la tensione procedette a nomine provvisorie di rettori e vicerettori per entrambe le chiese, ma le discordie aumentavano perché non si riusciva a definire i confini tra le due parrocchie; la conseguenza più dolorosa, per una parte del clero di San Giovanni fu quella di non poter godere delle cospicue rendite e delle cappellanie della chiesa.
Mentre si continuava a litigare il clero di San Giorgio consolidò matricità e patronato e nel 1722 ottenne l’istituzione della Collegiata. Intanto col passare degli anni morirono i protagonisti più accesi delle due fazioni, don Ferrera si ritirò e rimase Canonico del Capitolo sino alla morte avvenuta il 3 giugno 1733; a reggere le due chiese rimase solo don Pietro D’Aurifici.
Era giunto il momento propizio per riprovare a mettere pace: il Vescovo nominò parroco di San Giorgio Antonino Giampiccolo e di San Giovanni Il modicano Francesco Guarino per arrivare a una soluzione definitiva del contrasto tra le due Parrocchie. Sotto l’egida del pontefice Benedetto XIII i due Parroci a Roma nella chiesa di Santa Maria Maggiore giunsero ad un accordo chiamato” Transazione di Concordato”. Data la sua basilare importanza i due parroci, volendo rimarcarne l’osservanza, lo giurarono ben due volte: il 22 luglio 1728 la prima volta, la seconda volta il 19 settembre con alcune modifiche, sempre a Roma.
Ritornati a Ragusa segnarono su due mappe della città i rispettivi territori, colorando di verde quello di San Giorgio e di giallo quello di San Giovanni, poi il 5 aprile 1729 riunirono tutto il clero, i rappresentanti delle Confraternite, i mandatari delle chiese subalterne e fecero loro sottoscrivere il concordato da loro giurato “ per il presente e per il futuro” . Dice il preambolo:” il suddetto Parroco e chiesa di San Giovanni Battista per l’avvenire e in ogni futuro tempo, anche sotto il pretesto di mutazione di stato o sito, non possono chiedere, domandare o pretendere alcuna altra cosa anche leggerissima, oltre di quello che nella presente concordia si trova liberamente conceduto”.
La Parrocchia di San Giovanni ottenne l’assoluta indipendenza da quella di San Giorgio e tutti i beni provenienti dall’antica chiesa con un territorio parrocchiale liberamente concordato tra i due Parroci.
Questi due Parroci sono stati i soli che vollero veramente l’accordo e la pace tra le due parti, perché nel popolo non venne mai meno la devozione verso i due Santi che da sempre era esistita ed esiste immutata anche ai nostri giorni.
Dopo il concordato passarono i decenni e tra devoti e clero delle due chiese se proprio non c’era pace non c’era neppure guerra, sino alla scissione del Comune del 1865. Dopo 30 anni, nel 1896, il papa Leone XIII elevava San Giovanni Battista Patrono di “Ragusiae Superioris”, San Giorgio manteneva immutato il suo plurisecolare titolo di Patrono avuto nel 1643.
Tuttavia la vicenda non era ancora conclusa, perchè nel 1927 i due Comuni vengono di nuovo riuniti e torna ad esservi solo “Ragusa”: ma con quale Patrono?
Tornano i venti di guerra che si acuiscono col passare degli anni, sino a quando, dopo un secolo di incertezza sui titoli di patronato sulla cittĂ , la pressione dei fedeli di ambedue le parti ottiene quello il popolo ha sempre desiderato: una sola cittĂ , due Patroni.
Riecheggia nelle parole del Vescovo Mons. La Placa l’antico monito del Cardinale Lo Giudice Valguarnera che invitava i ragusani all’unità e alla concordia: “per San Giovanni Battista e San Giorgio Martire insieme sia utilizzato esclusivamente il titolo di Compatroni della città di Ragusa”
San Giovanni Battista è Patrono Principale della Diocesi e della città di Ragusa, San Giorgio è Patrono “aeque principalis” della città di Ragusa.
Sono passati trecento anni, abbiamo ora i nostri due Patroni, anche se non stanno in una sola chiesa, come avevano sperato i nostri antenati; di chiese ne abbiamo due, bellissime e straordinarie, San Giorgio e San Giovanni; che il Signore le feliciti per i secoli a venire, e così sia.
Andrea Ottaviano