Da sempre il mese di maggio è considerato il mese adatto per i matrimoni, le giornate sono più luminose e il tempo quasi sempre propizio.

In Sicilia però non è propriamente così, infatti viene considerato un mese negativo per gli sposalizi e non viene preso in considerazione dagli sposi superstiziosi. La causa è un detto che recita così: “La spusa majiulina non si gode la cuttunina” che tradotto significa “La sposa di maggio non si gode la trapunta invernale”. La “cuttunina” era una trapunta che veniva donata insieme al corredo nuziale e secondo il proverbio la sposa di maggio si godrebbe poco la coperta del corredo per la sua prematura morte. L’antica credenza che il mese di maggio insieme ad agosto portasse male per la celebrazione delle nozze era molto diffusa in Sicilia già fin dal settecento.

Gli studiosi dicono però che l’origine di tutto ciò, risalga addirittura al mondo pagano. Ovidio stesso scriveva: “Mense malas maio nubere vulgus ait” ( il popolo dice che le donne cattive si sposano a maggio). Gli antichi romani infatti non si sposavano mai durante questo mese e chi lo faceva non viveva a lungo, secondo la credenza. Il motivo era il divieto di contrarre matrimonio durante le feste dei Lemuria, 9 11 e 13 maggio, ossia durante le feste dedicate ai Lemuri, gli spiriti dei morti. Anime che non riuscivano a trovare pace e durante la notte uscivano dalle tombe per tornare sulla terra a tormentare i vivi. Secondo Ovidio a introdurre queste feste fu Romolo, per placare lo spirito senza pace del gemello Remo, da lui ucciso. Il rituale prevedeva che il capofamiglia gettasse alle sue spalle per nove volte delle fave nere, recitando formule propiziatorie. Durante questo periodo i templi venivano chiusi ed era appunto proibito sposarsi.

Nell’antica Roma i periodi dedicati alle nozze erano Aprile, mese sacro a Venere, e la seconda metà di Giugno, mese sacro a Giunone, protettrice del matrimonio. Anche l’avversione per Agosto nel convolare a nozze potrebbe rifarsi al mondo pagano. In questo mese gli antichi romani celebravano un’oscura tradizione religiosa il “Mundus cereris”, la festa dedicata ai Mani, le anime benevolenti dei defunti. Questa ricorrenza faceva palesemente riferimento al culto di Cerere, non solo come propiziatrice delle messi, ma anche come divinità sotterranea, guardiana del mondo dei morti. Al centro della città veniva aperta una fossa a forma di utero rovesciato, il Mundus era aperto, di conseguenza anche il passaggio tra i morti e i vivi che metteva in comunicazione i due mondi. Questa apertura avveniva tre volte l’anno ed era vietato sposarsi perché portava male.

Tutto questo ci fa comprendere come le nostre tradizioni abbiano in realtà origini antichissime. E voi in che mese vi siete sposati?
Sonia Filippi