Cento tonnellate d’oro e 25 mila d’argento. Sono questi i numeri delle depredazioni ad opera degli spagnoli avvenute a carico degli indios tra il XV e il XVII secolo. Di questi molti derivano dallo sfruttamento delle miniere come quella di Potosì in Bolivia. Tra l’altro fu l’argento a rivoluzionare l’economia europea causando inflazione. Se traduciamo queste razzie con i valori odierni otteniamo un valore di 8 miliardi di euro di oro e 14 miliardi di euro d’argento.

I conquistadores spagnoli trovarono i metalli da diverse fonti, a seconda del periodo. In un primo tempo si dedicarono a rapine e razzie effettuate nel corso delle campagne militari condotte per conquistare i territori degli indios che abitavano il Centro e il Sud America. Per gli abitanti di quelle zone quei metalli erano usati per realizzare gioielli o per diversi culti religiosi. Il loro sistema di scambio non si basava sul metallo, cioè sul denaro di allora. Nell’impero Atzeco messicano, quello conquistato da Cortés tra il 1519 e il 1521 si usavano i semi di cacao per gli scambi commerciali, perché venivano considerati molto preziosi. Mentre nell’impero Inca del Perù che fu conquistato da Pizarro nel 1532 c’era un vero e proprio baratto in un sistema di pagamenti in natura.

Gli spagnoli sottraevano gli oggetti in metallo ai nativi e li trasformavano in lingotti che erano più facilmente trasportabili e che poi sarebbero stati utilizzati per coniare nuove monete. Nella seconda fase di approvvigionamento di metalli gli spagnoli iniziarono a sfruttare l’estrazione mineraria. Sia in Messico che in Perù era più facile trovare argento rispetto all’oro. Chiaramente i conquistadores avevano sottomesso i nativi e li avevano trasformati in schiavi così da poterli fare lavorare in miniera. In Bolivia il giacimento più remunerativo fu quello di Potosì dove c’era uno dei giacimenti argentiferi più estesi del mondo. Potosì diventò una città talmente grande da essere seconda solo a Città del Messico.

Tra il XVI e il XVIII secolo ogni anno partivano i convogli navali che trasportavano i metalli preziosi in Spagna. La quantità enorme d’argento che fu immessa nei mercati europei ebbe effetti sull’economia perché generò un’inflazione che arrivò al 400 per cento con una svalutazione massiccia del metallo che divenne piuttosto comune. Il metallo degli indios servì a coniare i pezzi da 8 reales che furono diffusi anche nei neonati Stati Uniti tanto che gli statunitensi si ispirarono al disegno dello stemma della corona iberica coniato su un lato dei reales per realizzare l’attuale simbolo del dollaro.
Redazione