La collana “Città in giallo” della PlaceBook Publishing & Writer Agency si arricchisce di una nuova città: Campi Bisenzio. E’ uscito proprio in queste settimane il primo libro della serie di Edoardo Rossi intitolato “Divinum”. Rossi è nato a a Firenze nel 1979 ed è un appassionato di arti marziali, giochi di ruolo, e pc. Si è laureato in Farmacia presso l’Università degli Studi di Firenze. Per la PlaceBook ha pubblicato “Il plico”, “La rete” e “L’incarico”. Lo abbiamo intervsitato per i lettori di Kukaos.
Come ti è venuta l’idea di scrivere per “Città in giallo”?
Sono stato spronato da Fabio e Claudia della PlaceBook. Mi piace l’iniziativa.
Ti piace l’idea che questa collana sia in un certo senso “a puntate”?
Sì, perché avevo già pensato di scrivere in questo modo. Mi ero già immaginato dei personaggi attorno ai quali sviluppare via via le storie: personaggi che vanno avanti con la loro vita, ma con libri autoconclusivi.
Perchè hai scelto Campi Bisenzio per ambientare le tue indagini?
Perché è la mia città. Ne conosco ogni angolo, conosco le storie, i personaggi che la caratterizzano e che l’hanno caratterizzata negli anni, i piatti tipici, tutto…
E come hai scelto il titolo?
Durante una cena, così…
Tu hai già pubblicato gialli, in cosa si differenzia questo a tuo giudizio?
É sostanzialmente un’altra avventura del personaggio con cui ho cominciato a scrivere gialli. Cerco di inventarmi sempre cose diverse e di non avere lo stesso schema di svolgimento di eventi.
Ti sei divertito di più a scrivere questo breve libro o i tuoi precedenti?
Forse questo. Ma più che divertito direi che è più corretto parlare di soddisfazione. Mi piace parlare del protagonista e dei co-protagonisti che gli ruotano attorno, coi loro difetti, pregi e quant’altro. E inlotre mi piace scrivere della mia città, di Firenze e di tutto ciò che di tradizionale le gira intorno. Ad esempio mi piace parlare del cibo, ma anche del “caratteraccio” che abbiamo noi “Toscanacci”, soprattutto i Fiorentini DOCG come me.
Quali sono i tuoi giallisti preferiti?
Edgar Allan Poe, Maurice le Blanc e Agatha Christie. Non posso non menzionare Arthur Conan Doyle.
Dove ti sei ispirato per questa storia?
La storia è completamente inventata, ed è frutto solo della mia fantasia. Ho in testa una trama generale mentre scrivo Devi avere le idee chiare su chi è o chi sono gli assassin, il perché e il come avviene il delitto o i delitti. Il resto lo invento mentre creo.
E per i suoi personaggi?
Come ti ho detto prima, mi piace l’idea che ci sia un personaggio, in questo caso il detective Gori, che va avanti nella sua vita mentre affronta le sue avventure… un po’ come Montalbano di Camilleri. Ecco, forse l’idea è venuta un po’ da lì, un po’ da Poirot, un po’ da Sherlock Holmes. Il mio personaggio non è affatto l’eroe muscoloso dagli addominali scolpiti senza macchia nè paura, tutt’altro. E così i personaggi che gli ruotano intorno. Alcuni sono fissi, come il fratello Ispettore, la donna delle pulizie, l’amico commercialista; altri sono meno presenti, e altri ancora invece compaiono giusto le pagine necessarie.
Stai già pensando al seguito?
Certamente
Bianca Folino