Una tradizione che si rinnova ogni anno ma di cui sappiamo abbastanza poco. Stiamo parlando dell’Uovo di Pasqua e dell’atto di regalarlo a parenti e/o amici stretti.
La leggenda racconta che le sue origini sono da ricercare nel periodo pre-Cristianesimo quando gli antichi Persiani avevano diffuso la consuetudine di regalare, in concomitanza con l’inizio della primavera, le uova considerate un prezioso elemento per la nutrizione in quanto idonee a fornire energia e salute.
I primi esemplari con decorazioni si fanno risalire all’antica Cina mentre per i Paesi del Nord come Russia e Scandinavia questo prodotto alimentare veniva celebrato con sacralità essendo considerato la rappresentazione del rinnovo continuo del ciclo della vita.
Il Cristianesimo riprese le tradizioni che vedevano nell’uovo un simbolo della vita, rielaborandole nella nuova prospettiva di Cristo risorto. L’uovo infatti somiglia a un sasso e appare privo di vita, così come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù. Dentro l’uovo c’è però una nuova vita pronta a sbocciare da ciò che sembrava morto. In questo modo, l’uovo diventa quindi un simbolo di risurrezione.
Per arrivare a trovare un’associazione tra uovo e Pasqua bisogna però aspettare il Medioevo quando iniziò a diffondersi l’abitudine di regalare uova colorate proprio la domenica di Pasqua. In questo periodo all’uovo pasquale venne attribuito anche un ulteriore significato in quanto trasformato, in ambiti ristretti, in un vero e proprio oggetto di lusso a seguito delle decorazioni applicate attraverso l’uso di metalli preziosi. L’idea dell’uovo in quest’ultimo senso trovò il suo momento di maggior significato a fine ‘800 quando venne alla luce l’uovo di Peter Carl Fabergé: nel 1883 l’orafo venne infatti incaricato dallo zar di realizzare un regalo per la zarina Maria ed ideò un uovo con platino smaltato e arricchito con un secondo uovo d’oro al suo interno che conteneva ulteriori due doni e cioè una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d’oro.
Sempre nel XIX si narra che iniziarono a diffondersi le uova pasquali di cioccolato presso le corti di Luigi XIV che, in breve tempo, si ritrovarono in tutta la Francia e la Germania. In quest’ultimo Paese c’era anche l’usanza di avvolgere le uova in foglie e fiori per far sì che si colorassero in modo naturale.
La nascita delle uova pasquali di cioccolato risale al 1819 quando François Louis Cailler diede vita in Svizzera al primo complesso industriale dedicato alla produzione di cioccolato al cui interno veniva utilizzato un macchinario che consentiva di lavorare il cacao in modo da ottenerne una pasta malleabile. Questo impianto, nel 1875 indusse la Cadbury, azienda inglese che produce dolciumi, a realizzare il primo uovo di cioccolato fondente vuoto all’interno in modo da poterci inserire un regalo come sorpresa.
Negli anni successivi, visto il successo ottenuto, produsse uova delle stesso tipo ma al latte. Nel 1879 lo svizzero Rodolphe Lindt inventò la macchina per il concaggio, che rendeva il cioccolato vellutato e particolarmente morbido al palato.. E’ però nel ‘900 ed in particolare nel secondo dopoguerra che venne avviata la produzione industriale delle uova di cioccolato.
Carlo Pulici