Vibrazioni di saggezza

Parliamo di Yoga e benessere, parliamo di evoluzione e spirito. In una parola, parliamo di Umanità. E lo facciamo con Ciro Peluso che ha scritto “Vibrazioni di saggezza” entrando così a far parte della famiglia PlaceBook Publishing & Writer Agency. Peluso, prima ancora di insegnare Yoga, lo pratica e dialogando con lui si comprende come sia un ponte per unire le persone, un filo che unisce e relaziona. Ma anche un modo per evolvere che è in fondo ciò che siamo chiamati a fare vivendo. Purché ci sia dedizione e voglia di cambiare verso il meglio. Ci sono delle basi filosofiche e culturali alla radice dello Yoga come di altre discipline energetiche che attingono alle culture sapienziali del passato. Per tutto questo proponiamo ai lettori una breve chiacchierata che abbiamo fatto con l’autore.

Perché hai voluto scrivere questo libro?

Vibrazioni di Saggezza è nato come espressione di amore e condivisione durante un momento in cui ascoltavo un podcast di una maestra. In quel periodo, ero profondamente immerso negli studi dei quattro capitoli degli Yoga Sutra di Patanjali, e la voce chiara e semplice con cui la maestra spiegava concetti così profondi mi ha toccato nel profondo. Ho sentito un forte legame con il suo insegnamento e con la sua missione. Quando ho scoperto che l’ashram da cui parlava era ancora solo virtuale, con il desiderio che un giorno diventasse un luogo fisico dove poter trasmettere la filosofia dello yoga, mi sono sentito chiamato a fare qualcosa per supportare questo progetto. Uno spazio aperto a tutti, che rispecchia una delle concezioni fondamentali dello yoga: un luogo inclusivo, dove chiunque possa trovare il proprio percorso di crescita personale, indipendentemente dal punto di partenza. Questo libro, Vibrazioni di Saggezza, nasce quindi dal desiderio di sostenere questa visione, affinché si possa creare un luogo in cui si insegnino non solo le pratiche dello yoga, ma anche valori come l’amore, il rispetto e la consapevolezza, strumenti essenziali per vivere in armonia con sé stessi e con gli altri. È un modo per offrire alle persone la possibilità di migliorare le loro vite, in uno spazio che promuove la pace e la crescita personale. Le storie illustrate presenti nel libro sono pensate per rendere gli insegnamenti degli Yoga Sutra più accessibili, affinché possano essere compresi e vissuti in profondità da chiunque desideri avvicinarsi a questi insegnamenti millenari. Questo cammino non è riservato a pochi, ma aperto a tutti, in linea con lo spirito inclusivo dello yoga.

E come hai scelto il titolo?

Il titolo Vibrazioni di Saggezza è stato scelto con grande attenzione, perché riflette due concetti fondamentali che emergono anche nel libro: le vibrazioni e la saggezza. Nel percorso delineato tra le pagine, le vibrazioni non sono solo metaforiche, ma rappresentano le forze che ci influenzano profondamente nella vita di ogni giorno. Ogni azione, pensiero e parola genera una vibrazione che ha il potere di trasformarci. Sono sempre stato un grande sostenitore del potere delle vibrazioni. Tutto inizia dalì: possono curare, armonizzare, oppure creare squilibri. Molti anni fa, durante i miei studi, mi imbattei nell’esperimento dello scienziato giapponese Masaru Emoto, che mostrò come le molecole dell’acqua si modificano in base alle vibrazioni. Questo esperimento mi aprì gli occhi sull’importanza delle frequenzeche ci attraversano, confermando che ciò che emettiamo e riceviamo può influenzare profondamente il nostro benessere. Il libro Vibrazioni di Saggezza esplora proprio questo: come, attraverso la conoscenza di noi stessi e il contatto con le giuste vibrazioni, possiamo trasformarci e raggiungere uno stato di serenità. Le storie illustrate nel libro non sono solo narrazioni, ma strumenti per far risuonare queste vibrazioni nelle vite dei lettori, aiutandoli a comprendere e interiorizzare gli insegnamenti dello yoga. La “saggezza”, l’altra parola chiave del titolo, rappresenta il frutto di questo viaggio. La saggezza non arriva solo dallo studio, ma dall’esperienza vissuta, dall’accettazione e trasformazione delle parti di noi stessi. Solo quando impariamo a osservare la nostra vita senza essere soffocati dagli attaccamenti e dai giudizi, possiamo raggiungere quella saggezza che ci permette di vivere in armonia con il presente. Il titolo, quindi, non è solo una riflessione filosofica, ma un invito pratico al lettore: attraverso le vibrazioni del libro, entrare in contatto con la propria saggezza interiore, per vivere una vita più centrata e consapevole.

Questa è la tua prima esperienza editoriale, ci racconti com’è andata?

L’esperienza editoriale è andata con grande fluidità. Certo, non posso negare che ci siano stati momenti di duro e concentrato lavoro, ma il piacere di condividere una conoscenza che ormai è parte di me ha reso tutto meraviglioso. L’obiettivo non è stato quello di ottenere qualcosa, ma di offrire un’opportunità a chiunque leggerà di percepire in profondità il valore di questi testi, senza aspettative. Sai, quando fai qualcosa che ti appassiona, non lo senti come un peso. Al contrario, c’è amore in ogni passo. Il libro è nato senza rigidità, seguendo i suoi tempi naturali, ed è proprio per questo che sono convinto del suo valore. È un libro che mi rende felice, indipendentemente da qualsiasi altro risultato. Per me, questo processo è stato anche un momento di apprendimento e crescita. Ho conosciuto persone meravigliose lungo il cammino, e ogni fase è stata un’opportunità di scoperta. Alla fine, il viaggio che ho fatto per scrivere Vibrazioni di Saggezza è stato tanto prezioso quanto il libro stesso.

Che messaggio vorresti arrivassi ai lettori?

Il messaggio che vorrei arrivasse ai lettori è una vibrazione sana, una nuova comprensione di sé stessi e del mondo che ci circonda. Spero che leggendo Vibrazioni di Saggezza possano percepire un senso di apprendimento e fiducia, e che trovino un nuovo modo di percepire le loro vite, comprendendo che il cambiamento è possibile. Le nostre vite possono essere migliorate attraverso la conoscenza, certo, ma soprattutto grazie all’amore. L’amore nella sua forma più profonda: l’amore per la benevolenza, per la gratitudine, per la compassione, per la collettività, per l’educazione e, in ultima analisi, per la vita stessa. Vorrei che i lettori capissero che la saggezza non è qualcosa di lontano o inaccessibile, ma un cammino che ognuno di noi può percorrere, passo dopo passo, imparando a lasciar andare attaccamenti e giudizi. La conoscenza non serve solo a capire concetti, ma a trasformare il nostro modo di vivere, ad aprirci a un mondo più armonioso e sereno. Il mio augurio è che questo libro possa offrire spunti e riflessioni che li accompagnino nel loro percorso personale, dando loro gli strumenti per vivere con maggiore consapevolezza e amore, sia verso sé stessi che verso gli altri. Un invito a coltivare la serenità interiore attraverso la pratica e la comprensione profonda di ciò che siamo, lasciandosi guidare da vibrazioni positive e armoniche.

Com’è nata la tua passione per lo Yoga?

Inizialmente, lo yoga non era una mia passione. Tuttora mi accorgo del mio “non sapere”, della mia inconsapevolezza su molte cose. Vivevo immerso in un sistema che non lasciava spazio per fermarsi e riflettere su chi fossi realmente o su cosa volessi davvero. Non c’era tempo per capire sé stessi. Poi, un giorno, lo yoga è arrivato. Credo sia giunto per “salvarmi”, per aiutarmi a vedere e ascoltare in un modo diverso. È come se lo yoga avesse scelto il momento perfetto: un periodo della mia vita che era stato segnato da dolore e difficoltà. E, paradossalmente, oggi ringrazio quel momento, perché è stato proprio attraverso quella sofferenza che ho scoperto un nuovo modo di vivere. Lo yoga mi ha offerto uno spazio in cui fermarmi, respirare e riconnettermi con me stesso. È stato il punto di svolta che mi ha permesso di trasformare il mio modo di vedere la vita, lasciando andare attaccamenti e giudizi. Ma ciò che mi ha colpito ancora di più è stata la scoperta che non ero solo: tante persone che ho incontrato lungo questo percorso avevano vissuto, o stavano vivendo, esperienze simili. Molti avevano affrontato momenti di grande difficoltà, ed è come se lo yoga fosse arrivato per tutti noi proprio nel momento giusto, quando ne avevamo più bisogno. Lo yoga non è solo una pratica fisica, è un viaggio verso l’interno. Ci offre un’opportunità di guarigione e trasformazione, di cui tutti, prima o poi, possiamo fare esperienza. È come se, nei momenti più bui, la vita ci offrisse questa via per ritrovare la luce dentro di noi.

Ci racconti qualche aneddoto sulle lezioni che tieni?

Durante il mio percorso yogico, ho avuto la fortuna di incontrare una maestra che, sin dal primo incontro, mi ha fatto comprendere qualcosa di profondo. Fino a quel momento, lo yoga che praticavo mi aveva portato grandi benefici personali, e già questo era un risultato prezioso. Ma lei mi ha aperto gli occhi su un aspetto più profondo: la vera conoscenza dello yoga non si limitava solo alla pratica fisica, ma era qualcosa di molto più vasto. Attraverso i canti vedici, il pranayama (tecnica di respirazione ndr), l’attenzione alla soggettività della pratica, e i dettagli come le ritenzioni del respiro a vuoto, ho capito che c’era un intero universo da esplorare. Anche se nella visione occidentale dello yoga potrei essere considerato “pronto” per l’insegnamento, mi sono reso conto di quanto ancora abbia da imparare. Per me, lo yoga è una conoscenza profonda che connette mente, spirito e corpo. È una vera e propria terapia, un cammino di guarigione psicospirituale e fisica. Le mie pratiche oggi sono personali, e raramente ho insegnato a qualcuno. Quando lo faccio, si tratta di un processo molto intimo e soggettivo, in cui la pratica viene adattata al momento specifico che la persona sta vivendo. Credo che il mio studio dello yoga sia ancora in corso e forse non finirà mai, e va bene così. Lo yoga, infatti, è molto più di posizioni o tecniche di respirazione. A volte, può essere un semplice abbraccio carico di calore e amore, dove l’altra persona sente l’energia giusta di ascolto e presenza. Lo yoga è atha, è “adesso”. L’insegnamento può avvenire anche al di fuori delle asana (posizioni ndr) o del pranayama, nella capacità di accogliere chi è in difficoltà e mostrare che c’è sempre la possibilità di qualcosa di bello. Questo, per me, è il vero cuore dello yoga.

E per la cultura Indovedica?

La cultura Indovedica è una parte essenziale del mio percorso, poiché rappresenta le radici autentiche dello yoga e della spiritualità che pratico. Questa tradizione è ricca di saggezza millenaria e offre strumenti concreti per la crescita interiore, attraverso la pratica dei canti vedici, del pranayama e della meditazione. Tuttavia, quando si parla di cultura e spiritualità, non si tratta di elementi isolati o separati dalle altre tradizioni. Ogni cultura, nella sua profondità, ha qualcosa di prezioso da offrire, e credo fortemente che debbano essere comprese, rispettate e integrate insieme. La spiritualità e la cultura Indovedica, infatti, non sono distanti dalle altre vie. L’armonia e l’unione che promuovono ci insegnano che tutte le culture e le tradizioni, se comprese con amore, possono coesistere e arricchirsi reciprocamente. Purtroppo, a volte capita che alcune culture o tradizioni vengano manipolate per fini che non riflettono l’amore e l’unione, ma piuttosto divisioni e conflitti. È proprio per questo che credo sia fondamentale avvicinarsi alla spiritualità con uno spirito di apertura e rispetto, imparando a vedere l’interconnessione tra tutte le cose. Il mio percorso yogico e la cultura Indovedica mi hanno insegnato che lo yoga non è soltanto una pratica fisica, ma un modo per vivere in armonia con noi stessi, con gli altri e con il mondo. Questo è ciò che mi guida: un cammino che promuove l’unione, la comprensione reciproca e l’amore universale.

A tuo giudizio possiamo imparare dalle culture sapienziali del passato?

Sì, credo profondamente che possiamo e dobbiamo imparare dalle culture sapienziali del passato. Ogni cultura antica porta con sé un immenso bagaglio di saggezza, e ciò che le unisce tutte è l’amore. L’amore è il vero collante che ci permette di comprendere, rispettare e integrare le diverse tradizioni, creando un’unione che supera le barriere culturali e temporali. È solo attraverso l’amore che possiamo veramente crescere, sia come individui che come collettività. Penso non solo alla cultura Indovedica, ma anche a civiltà come quella sumera, che ha contribuito a plasmare le prime forme di organizzazione sociale e culturale, e alla cultura Maya, con la sua profonda connessione al cosmo e al ciclo della vita. Queste culture ci mostrano l’importanza di vivere in armonia con la natura, con la comunità, e ci ricordano che al centro di tutto c’è l’amore per la vita e per il nostro ruolo nell’universo. Anche culture antiche come quella celtica, con la sua connessione sacra con la terra e i suoi riti di rispetto per la natura, ci insegnano che l’amore per ciò che ci circonda è un elemento chiave per vivere in equilibrio. Ogni cultura ci ricorda che, al di là delle differenze, l’amore per la vita, per la natura e per gli altri è ciò che ci lega profondamente. Queste tradizioni, così diverse tra loro, possono essere comprese e integrate solo attraverso l’amore. L’amore vince sempre, ed è ciò che ci permette di superare le divisioni, unendo le culture e le persone in una visione più ampia e collettiva.

Il mio percorso yogico, influenzato dalla cultura Indovedica, è stato arricchito dall’insegnamento dell’amore come forza universale. Questo amore si manifesta in ogni tradizione che ho avuto l’opportunità di esplorare, dalle civiltà più antiche alle tribù indigene. L’amore è ciò che ci porta a rispettare, a comprendere e a imparare dalle culture sapienziali, perché è solo attraverso questa forza che possiamo creare un mondo più unito e armonioso. In definitiva, credo che l’amore sia la chiave per interpretare il passato e costruire il futuro. Le culture del passato ci insegnano che, con amore, possiamo vivere in equilibrio con noi stessi e con il mondo che ci circonda. È l’amore che ci guida, che ci unisce e che ci insegna a vivere in armonia, riconoscendo la bellezza delle differenze e integrandole in una visione di unità e pace.

Yoga vuol dire “unione”, quanto abbiamo bisogno di unione oggi a tuo parere?

Sì, credo che oggi più che mai abbiamo bisogno di unione. Viviamo in una società che sembra spingerci verso la separazione, dividendo tutto e tutti. Il famoso detto “dividi et impera” di Giulio Cesare riflette bene questo meccanismo. Ma lo yoga ci insegna qualcosa di diverso: ci insegna che, anche se siamo individui separati, facciamo parte di un tutto più grande. La parola “yoga” significa unione, ma questa unione non è sempre scontata. Non si tratta solo di mettere insieme le cose, ma di capire come unire in modo equilibrato e consapevole. A volte, anche il “non unire” può essere positivo, se fatto con saggezza. È una questione di discernimento: lo yoga ci insegna il “come” dell’unione, non solo il concetto. Ci mostra come connetterci senza attaccamenti, come mantenere un equilibrio emotivo che ci permetta di essere in ascolto senza farci travolgere dai vritti (flusso di coscienza ndr), quei vortici mentali di cui parla Patanjali. L’unione che lo yoga propone non è una fusione confusa, ma una connessione profonda e rispettosa, dove ogni parte rimane integra ma in armonia con il tutto. È un’unione che parte dall’interno, dalla nostra capacità di ascoltarci e di equilibrare la mente, il corpo e lo spirito, per poi estendersi agli altri. In questo senso, lo yoga diventa una guida per vivere in una società frammentata, ricordandoci che l’unione autentica nasce dall’equilibrio e dalla serenità interiore.

Di cosa hanno bisogno le persone oggi?

Secondo me, oggi le persone hanno bisogno di diverse cose fondamentali, ma soprattutto di connessione autentica, consapevolezza e serenità. Viviamo in un mondo sempre più frenetico e digitalmente connesso, ma spesso manca una vera connessione umana ed emotiva. Le persone si sentono isolate, nonostante la facilità con cui possiamo comunicare. C’è un bisogno profondo di legami autentici, di ascolto reciproco, e di spazi dove potersi esprimere senza il peso del giudizio. Oltre a questo, penso che le persone abbiano bisogno di fermarsi per ascoltarsi. Spesso, quello che cerchiamo fuori di noi è già dentro di noi, nascosto e in attesa di essere riscoperto. Tuttavia, per riuscire a ritrovarlo, è necessario fermarsi, fare silenzio e ascoltarsi davvero. È come se quello che abbiamo dentro di noi, la nostra serenità e consapevolezza, avesse solo bisogno di essere “accarezzata”. E qual è il modo migliore per farlo, se non con una carezza d’amore? Credo fermamente che oggi, più che mai, ci sia bisogno di questo: una carezza d’amore, un gesto gentile verso noi stessi e verso gli altri, che ci aiuti a risvegliare ciò che abbiamo già dentro di noi. Infine, c’è un forte bisogno di serenità. La vita moderna è piena di stress e ansia, e trovare equilibrio e pace interiore è sempre più difficile. La serenità non si ottiene solo con la quiete esteriore, ma anche con il bilanciamento delle emozioni, con il lasciar andare gli attaccamenti, e con l’amore per sé stessi e per la vita. Le persone oggi cercano proprio questo: uno spazio interiore dove sentirsi in armonia. In definitiva, credo che abbiamo bisogno di riconnetterci a ciò che conta davvero, fermarci ad ascoltarci e riscoprire, attraverso l’amore, quel senso di pace che ci aiuta a vivere in equilibrio.

Lo Yoga può essere una via verso l’illuminazione?

Prima di rispondere alla domanda se lo yoga può essere una via verso l’illuminazione, dobbiamo chiederci: cosa intendiamo davvero per illuminazione? Per molti, l’illuminazione è vista come un concetto astratto, qualcosa di irraggiungibile o riservato a pochi eletti. Ma per me, l’illuminazione non è un traguardo fisico o mentale, non è un punto di arrivo definitivo. È piuttosto uno stato di essere, un’armonia interiore che si raggiunge attraverso la presenza costante nel “qui e ora”. È la capacità di ascoltare, di essere pienamente presenti nella vita, nei gesti e nei pensieri. L’illuminazione è un percorso graduale che ci porta verso il Samadhi, lo stato di unione totale che consente la liberazione dal karma. Attraverso la giusta pratica, i giusti samskara, possiamo percorrere questa strada che, sebbene ardua, porta alla saggezza e alla serenità. È un cammino che richiede disciplina, pazienza e dedizione, altrimenti si rischia di tornare indietro, e il ritorno è spesso più difficile del primo passo. Lo yoga, in questo contesto, è senza dubbio uno strumento potente, se non il mezzo principale, per raggiungere l’illuminazione. Non solo ci offre tecniche per calmare la mente e rafforzare il corpo, ma ci insegna a vivere in armonia con noi stessi e con gli altri. La pratica dello yoga ci guida verso un’elevazione spirituale che non riguarda solo il nostro benessere personale, ma coinvolge l’universo intero. Quando arriviamo alla nostra personale illuminazione, scopriamo che essa non è solo nostra, ma riflette e contribuisce all’armonia universale. La vera illuminazione non è qualcosa di distante o esoterico: è uno stato di saggezza e serenità che ci permette di riconoscere la nostra connessione con il tutto. È il rispetto per noi stessi, che si riflette naturalmente nel rispetto verso gli altri e verso il mondo che ci circonda. Lo yoga, con la sua profonda filosofia e pratica, ci mostra come arrivarci, passo dopo passo, trasformando ogni momento della nostra vita in un’opportunità di crescita e comprensione. In sintesi, lo yoga è una via verso l’illuminazione, ma non come traguardo finale o fisico. È un viaggio interiore, una continua scoperta della nostra vera natura, che ci porta a una forma di elevazione non solo individuale, ma collettiva e universale.

Per te, un libro può cambiare la vita delle persone?

Sì, credo che un libro possa cambiare la vita delle persone. Un libro non è solo un insieme di parole, ma un ponte verso nuove prospettive, esperienze e riflessioni. Può offrirci una finestra su mondi che non abbiamo mai esplorato, spingerci a pensare in modo diverso e aprire la mente a possibilità che prima non avevamo considerato. Un libro può essere un amico silenzioso che ci accompagna nei momenti più difficili, o una guida che ci illumina quando ci sentiamo persi. Ci sono momenti in cui un libro arriva nella nostra vita al momento giusto, toccando corde profonde dentro di noi, e portando con sé un messaggio di cambiamento o di speranza. È come se il libro parlasse direttamente a noi, e ci aiutasse a vedere le cose sotto una luce nuova. Credo che un libro possa dare ispirazione, spingere a una riflessione profonda o fornire quella spinta emotiva necessaria per affrontare una sfida. Alcuni libri hanno il potere di risvegliare qualcosa dentro di noi, qualcosa che forse non sapevamo neanche di avere, portandoci verso una maggiore consapevolezza e comprensione di noi stessi e del mondo. In fondo, un libro può essere un catalizzatore di trasformazione, capace di farci scoprire nuove parti di noi stessi o di offrirci una nuova direzione. Non si tratta solo di leggere, ma di vivere e interiorizzare ciò che il libro trasmette, permettendo che quelle parole ci guidino verso una crescita personale e spirituale.

Bianca Folino