Le vie dei tarli

Si conoscono praticamente da una vita ma non sono ancora stufi di fare le cose insieme. Tanto che hanno deciso di scrivere un romanzo a quattro mani. E’ uscito in questi giorni per la Placebook Publishing & Writer Agency “Le vie dei tarli” di Bruno Giovannini e Armando Cipriani. Ambientato tra I vicoli della capitale, il libro è un giallo con protagoniste al femminile che si troveranno a dipanare un mistero condito di ingredienti politici. Giovannini e Cipriani si sono conosciuti al liceo, la loro amicizia è nata proprio tra I banchi di scuola. Li abbiamo intervistati per I lettori di Kukaos.

Com’è nata la vostra amicizia?

ARMANDO

Letteralmente nei banchi di scuola, entrambi sedicenni, io arrivavo da Genova, dove la mia famiglia si era trasferita, io ancora bambino, da Bari e lui che più romano non si può. Deve averci legato e incuriosito la differenza di esperienze. Credo sia questo l’atto di nascita di un’amicizia che dura da più di sessant’anni. Dopo gli anni della scuola non ci siamo visti molto, vite e luoghi diversi, ma ci siamo sempre sentiti. Nonostante la lontananza abbiamo mantenuto un’amicizia autentica, non formale, solidale nei momenti importanti. Anche in questi quasi due anni di scrittura in comune di questo libro e altri tre già pronti, ci siamo scambiati idee, scritture, correzioni, invenzioni di situazioni e personaggi, tutto a distanza. Diciamo “quattro mani distanti” ma capaci di collaborare.

BRUNO

È un’amicizia antica, nata sui banchi del Liceo Manara di Roma alla fine degli anni 50 del secolo scorso. A dirlo fa un po’ impressione e a immaginarlo anche peggio per il sovrapporsi nella memoria di figure corporee diverse che portavano i nostri nomi ma che ora io stento a ricordare. Però non ho perso la percezione della nostra amicizia e quando i percorsi esistenziali si sono poi ovviamente separati mai è venuto meno il sentimento affettivo sorto nel tempo della nostra scapigliatura. L’amicizia è un’affezione delle anime che a volte si esaurisce, noi invece ne saremo per sempre portatori sani.

“Dai banchi di scuola a via dei Banchi nuovi”

E perchè avete deciso di scrivere questo libro a 4 mani?

BRUNO

Bé stata una intuizione maturata dopo una passeggiata al centro di Roma. Facemmo una fotografia in via dei Banchi nuovi e io misi l’immagine sui social scrivendo “dai banchi di scuola a Via dei Banchi nuovi, difficile il percorso inverso”. Armando scrisse “bisognerà trovare scorciatoie laterali”. A quel punto dovevamo per forza affidarci all’immaginazione, creando insieme dei racconti intriganti, immersi nei tempi passati del mondo antiquario e tali da segnare per noi un nuovo percorso.

ARMANDO

Un po’ divertimento, un po’ cimento e sinceramente perché abbiamo pensato che la costruzione della storia e dei personaggi in due ci veniva meglio. E poi da vecchi si ha il diritto di divertirsi, anche se pensando a ritroso devo confessare che ho sempre trovato la vita divertente. C’è un episodio emblematico che ci è venuto in mente quando abbiamo deciso di collaborare: compagni di banco, in quinta ginnasio, nelle versioni di Greco, ambedue prendevamo otto, l’insegnante in occasione di un compito in classe di Greco, decise di dividerci, per vedere il risultato della traduzione, non confrontandoci fra di noi. Ebbene prendemmo quattro e quattro

Come avete scelto il titolo?

BRUNO

Quel titolo lo suggerì una mia amica, Giuliana Delpunta, che aveva letto le bozze del racconto e vorrebbe proporla come serie televisiva. A me parve perfetto proprio pensando a scorciatoie misteriose, oniriche, quasi invisibili. Quelle che i tarli costruiscono nei luoghi e nelle strutture più impensate delle antiche case romane. Quelle case con I soffitti lignei decorati, quelle che conservano arredi di epoche lontane e opere d’arte riservate al godimento estetico di pochi privilegiati. L’accesso alle persone è fortemente selettivo ma i tarli non aspettano inviti, anzi loro sono presenti da tempi remoti e sono i veri padroni di casa.

ARMANDO

Il titolo l’ha scelto Bruno. Lui abita nei luoghi, nelle vie dove sono ambientate le storie e dove la presenza di molte botteghe antiquarie giustifica il titolo.

Bruno Giovannini

Entriamo più nel personale, chi è Bruno Giovannini e chi è Armando Cipriani?

BRUNO

Io sono un cittadino romano, orgoglioso della mia appartenenza e delle tradizioni della mia città. Ho avuto una vita pubblica scandita da buoni successi nel mio sforzo di avanzamento sociale ed una vita privata con le mie passioni vere, vale a dire gli studi filosofici, l’addestramento nelle discipline marziali, il gusto per le arti figurative. Con i racconti creati insieme ad Armando sto cercando di illuminare la mia ombra durante il breve tratto che ancora mi è concesso nella grande macchia del tempo.

ARMANDO

Credo che in questo caso ognuno risponda per sé. Chi sono io? La definizione che più mi piace è un viaggiatore. La definizione è da intendersi in modo lato e in modo letterale. Una volta ho fatto il conto e ho scoperto che avevo fatto 27 traslochi, fra città e città e nella stessa città da una casa ad un’altra. Viaggio fra le parole, le storie e i luoghi delle persone che ho conosciuto sia di persona, sia attraverso i loro scritti e le loro azioni. Penso, anche se ormai li frequento poco, che senza gli altri non esistiamo. E ogni tanto sento di poter dire o scrivere anche una parola mia, esprimere un mio affetto, un mio pensiero. Ho fatto l’artigiano, l’insegnante, l’esperto di formazione e di progetti di sviluppo in giro per il mondo, adesso faccio il contadino. Ogni tanto ho scritto e pubblicato.

Perchè avete scelto Roma come sfondo alla vostra storia?

BRUNO

Perché Roma è una città unica, circondata da una sorta di bolla atemporale che imprigiona con il suo fascino quanti ne percorrono le strade, i vicoli, le piazze. A Roma le differenze etniche, di censo, di credo religioso si stemperano e si annullano in mille e mille confronti di gruppi vocianti, a volte urlanti, a volte caparbiamente ostinati, ma sempre animati da disincanto, umorismo, saggezza. Vi è una magia del luogo, un’ aura immortale per la quale è Roma a creare I Romani, non viceversa. È qui allora che doveva dispiegarsi la nostra narrazione per restituire alla città l’energia vitale che ci ha trasmesso.

ARMANDO

Perché, quando hai vissuto a Roma, la città prende ad esistere dentro di te, la porti con te. Avverti la voglia di dire ad altri, anche ai più giovani, quale Roma hai conosciuto e quale Roma la sua gente ti ha fatto conoscere.

Roma è come il suo fiume “lutulenta” trasporta la storia con il suo fango e il suo splendore e vale la pena di raccontarla.

E perchè avete scelto protagoniste al femminile?

BRUNO

Perché stiamo vivendo l’epoca della rivoluzione femminile, con l’evidente emergere di una sorta di supremazia di genere, con schiere di donne che primeggiano nelle scienze, nelle arti, nella politica e in molteplici altri campi del sapere e dell’attività umana. Oggi il Vescovo Cirillo non potrebbe ordinare impunemente l’assassinio di Ipazia, perché lei avrebbe milioni di sorelle, belle, intelligenti, impavide, per nulla disposte a nascondere la travolgente bellezza delle loro capigliature.

ARMANDO

Bruno mi ha proposto personaggi femminili, già ben delineati e io mi sono trovato completamente d’accordo e siamo andati costruendoli assieme al racconto

Armando Cipriani

Nel vostro giallo ci sono anche implicazioni politiche che si rifanno alla storia…

BRUNO

Certo, la politica ha segnato anche la nostra vita e abbiamo vissuto il tempo delle divisioni frontali, delle convinzioni ideologiche, dei giudizi di parte. Poi abbiamo imparato a distinguere le persone per i loro sentimenti di umanità. Una visione buonista che però a volte confligge con la diversità dei comportamenti nelle scelte etiche di fondo.

ARMANDO

Torniamo a quanto detto prima, Roma senza la storia, la politica, non sarebbe quella che è. Viviamo fra quelli che sono i palazzi del potere e i ruderi e i monumenti e le vestigia di poteri antichi. A Roma non si può vivere ignorando la politica ma non si può non sperare che la politica ci ignori, ci lasci in pace.

Com’è stata questa esperienza editoriale?

BRUNO

Molto utile e formativa, con interlocutori pazienti e disponibili a fornire ogni indicazione tecnica utile a perfezionare i testi. Fabio Pedrazzi e Claudia Filippini ci hanno dato fiducia e condotto per mano.

ARMANDO

Ho avuto altre esperienze editoriali, sia come autore di articoli, saggi, racconti, sia curando scritti di altri. L’attuale esperienza è stata piacevole, senza rinvii, attese, richiesta di contributi.

E non è usuale che sia così. Pubblicare in amicizia è impagabile.

Perchè I lettori di Kukaos dovrebbero acquistare il vostro libro?

BRUNO

Perché è un libro per tutti, che ha una trama ispirata da avvenimenti storici realmente accaduti, condotti da raffinati strateghi, ma che mostra e descrive anche squarci di socialità indistinta nella sua composizione umana. Manco a dirlo animati dalle nostre protagoniste femminili. Come diciamo a Roma “Daje”. Leggetelo e divertitevi.

ARMANDO

E chi lo sa! Perché si legge? Un poeta ha detto “ogni vecchio che muore è una biblioteca che brucia” Bruno ed io non siamo una biblioteca, però siamo vecchi, un solo libro e meno faticoso da leggere di un’intera biblioteca inoltre siamo vivi e almeno per un po’ intendiamo rimanerlo. Leggere è un piacevole modo di passare il tempo e se il libro annoia si può sempre non continuare a leggerlo e se proprio si è cattivi chiedere i danni all’autore.

Progetti futuri?

BRUNO

Abbiamo pronte altre tre storie. Stessa ambientazione, stesse protagoniste principali. La sesta è in gestazione. Ormai le nostre “penne” sono roventi.

ARMANDO

Ho già detto che abbiamo già pronti altri tre libri con le stesse protagoniste che a noi a furia di frequentarle sono diventate molto simpatiche e intanto stiamo lavorando a una sesta loro storia

Bianca Folino