Il diavolo nei dettagli

Prima di scrivere un libro fa ricerche su tutto, dall’ambiente alle regole della polizia del luogo di cui vuole narrare fino alle armi utilizzate e non lascia mai niente al caso. Stiamo parlando di Sonia Filippi, giallista della PlaceBook Publishing & Writer Agency che all’inizio di febbraio ha dato alle stampe il romanzo “Il diavolo nei dettagli”. Filippi è nata e vive nella provincia veneta. Da sempre è appassionata di horror e true crime, tanto che ha voluto fondere i due generi creandone quasi uno nuovo. Al suo attivo ci sono sette gialli della collana Città in giallo, un’Antologia d’ esordio intitolata ” Scacco alla morte” e un romanzo a quattro mani con l’autore Gianluca Piattelli, ” Luci’, Deme’ e il cero viaggiante”. L’abbiamo intervistata per i lettori di Kukaos.

Come hai scelto il titolo del tuo libro?

Se dicessi il perché spoilerei il romanzo, ha attinenza con un personaggio, ma credo tutto nasca dal fatto che il diavolo ci mette lo zampino in tante cose, anche nella vita reale. Quel particolare che, magari ti sfugge e determina l’ evolvere di una situazione in un senso o nell’altro.

Perché le favole saranno gli indizi sui quali indagare per arrivare al colpevole?

Il Killer lascia sulla scena del delitto degli indizi che si riferiscono alle favole, naturalmente per lui hanno una grande importanza, indizi che poi diventeranno veri e propri enigmi da risolvere, da parte degli investigatori. Il killer li sfida a catturarlo, si sente più in gamba di loro. E la battaglia sarà dura.

Spiegaci perché hai deciso di ambientare questo romanzo all’estero?

In realtà questo è un prequel dei gialli della collana Città in giallo. La protagonista è Eliza Tubbes una detective che sarà parte fondamentale per la Collana. Qui ho voluto raccontare i suoi esordi, appena uscita dall’ Accademia, per cui l’ ambientazione è stata consequenziale. Desideravo dedicarle una Trilogia, questo infatti è il primo di tre volumi che seguiranno. È una donna cazzuta, intelligente, ma molto tormentata. Ho deciso di fare un tributo a tutte le donne che combattono per qualcosa in cui credono. Ho scelto Chicago per un motivo psicologico, sono convinta. Come se ambientando quei crimini dall’altra parte del mondo li allontanassi dalla mia realtà.

Parlaci di te, chi è Sonia Filippi?

Oddio, che complicato. Sono una donna che ha combattuto parecchio nella sua vita. Sono stata anoressica, quand’ero giovane, e non è stato facile uscirne. Ma non sono una che molla. Come si dice la morte mi troverà viva. Ho dovuto fare delle rinunce importanti, che hanno cambiato il corso della mia esistenza. Una fra tutte la laurea in medicina, che sono stata costretta a lasciare a metà corso, per motivi di famiglia. Ho imparato a perdere, e a rialzarmi, innumerevoli volte. Ma in definitiva sono una grande entusiasta. Mi emoziona il poco, quello di tutti i giorni.

Come nasce la passione per la scrittura?

L’ho sempre avuta, fin da ragazza, alle medie. Scrivevo nel giornalino della scuola. Ma non l’ho mai coltivata seriamente, probabilmente i tempi non erano maturi. Con l’età adulta, molto adulta oserei dire, le cose dentro di me hanno acquisito spessore diverso. È come se il seme fosse rimasto lì in attesa e poi fosse sbocciato, al momento giusto.

Perché hai scelto il genere thriller?

Amo il lato oscuro dell’animo umano da sempre. Quello che c’è in ognuno di noi. Poi esiste il libero arbitrio che decide il trend della nostra vita. Ma in linea ipotetica potremmo essere tutti dei serial killer. Ecco questo mi ha sempre affascinato. Quello che celiamo nel profondo della nostra coscienza.

Tu però scrivi anche gialli…

Sì, diciamo che il mio è una commistione di questi generi, con un pizzico di horror. L’amore per il dark si sente in ogni mio romanzo, ho un’ anima horror fondamentalmente. È più forte di me.

Cosa consiglieresti a un giovane giallista?

In primis di scrivere col cuore. Lasciare che le parole fluiscano da lì, poi c è il mestiere certo, ma è la passione che muove tutto. Devi amare quello che scrivi, e soprattutto ricercare quello che non conosci. Approfondire, studiare. Scrivere di crime non è semplice. Nel mio caso devo conoscere com’ è strutturata la polizia in America. E poi gli stili e gli ausili investigativi. Per cui alla base ci sono ricerche. Ascolto crime per ore intere. E scopro sempre cose nuove e interessanti. Comunque alla base ci deve sempre essere la passione per quello che scrivi. Sopra ogni cosa.

Quando scrivi non hai mai paura?

Direi proprio di no, anzi più creo situazioni al limite, più l’ adrenalina scorre veloce nelle vene, mi carica e mi stimola ad andare avanti sempre di più, nel profondo.

Cosa vorresti che suscitassero i tuoi libri nei lettori?

Delle emozioni, forti emozioni. Come quando vai sulle montagne russe. E curiosità, la voglia, quasi una necessità, di andare avanti e sapere cosa c’è dopo. Vorrei che il lettore si sentisse il protagonista della scena che sta leggendo. Ecco questo mi è stato detto più volte, la mia scrittura è quasi una sceneggiatura. Trovo sia bellissimo.

Progetti letterari futuri?

Nel futuro come ho detto prima, c è il completamento della Trilogia. E altri gialli della collana. Ma anche un romanzo horror. In fondo è il mio primo grande amore.

E sogni da tirare fuori dal cassetto?

Beh uno si è realizzato da poco, scrivere per Kukaos. Era una cosa che volevo da tempo, e ne sono stra felice. E poi forse, ma proprio forse, una storia vera d’amore. È una promessa che ho fatto a una persona. Raccontare la sua storia. E mi piacerebbe riuscirci.

Bianca Folino