“Dare nuova vita al passato”

Si intitola “Sei” la nuova raccolta di racconti di Diego Gelmini pubblicata dalla PlaceBook Publishing & Writer Agency. Diego Gelmini nasce a Bergamo nel 1976 e fin da bambino coltiva la passione per la lettura e la scrittura. A Bergamo vive e lavora come educatore. Con la PlaceBook ha già pubblicato “In viaggio per Aggius” nel 2022 e “Vittima o carnefice” nel 2023. Lo abbiamo intervistato per i lettori di Kukaos.

Presentati ai lettori, chi è Diego Gelmini?

Chi è Diego Gelmini? È un appassionato scrittore nato a Bergamo nel 1976 da madre sarda e padre bergamasco. Lavoro nel settore del sociale come educatore da diversi anni e nel tempo mi sono, per così dire, specializzato nel mondo dell’autismo e in quello del cosiddetto disagio giovanile.

Oltre alla scrittura, un ‘altra mia passione è l’urbex, lo pratico fin dai vent’anni e mi permette di immergermi in realtà lontane da me nel tempo e nelle consuetudini; da sempre sono innamorato della terra materna, la Sardegna.

Com’è nata la passione per la scrittura?

Con molte probabilità è nata nel momento stesso in cui ho imparato a leggere e scrivere. Ricordo che, alle scuole elementari, leggevo gli articoli della Gazzetta dello Sport e li riscrivevo cercando di utilizzare parte dei termini tecnico-sportivi; ma non solo, la maestra d’italiano, Patrizia, in un’ora di lezione della quarta elementare, mi pare di ricordare, lesse una mia brevissima poesia in cui paragonavo il moto delle onde del mare alla migrazione delle rondini; di sicuro non mi mancava la fantasia. I primi veri scritti, racconti e poesie si sono materializzati nell’adolescenza, quasi per intimo sfogo più che per reale volontà di “farmi leggere”. Finita così l’adolescenza, anche l’ispirazione è venuta meno, anche se non ho mai dimenticato i miei fogli scritti un po’ a mano e un po’ con la macchina da scrivere, ancora in uso in quegli anni. Ora scrivo a penna le prime due versioni dei miei romanzi e solo la terza al computer. Qualche anno fa, grazie a un’uscita d’istruzione presso l’Auditorium di Piazza della Libertà a Bergamo ho assistito a uno spettacolo teatrale in cui veniva narrato e spiegato “L’infinito” di Giacomo Leopardi e ho trovato nelle parole del poeta sul palco lo specchio del mio pensiero riguardo il realismo leopardiano, piuttosto del mero pessimismo cosmico diffuso tutt’oggi nelle scuole italiane; tutto ciò ha smosso qualcosa in me, che mi ha riavvicinato alla scrittura e ora sono alla terza pubblicazione con Placebook: dopo “Vittima o carnefice?”, “In viaggio per Aggius”, è il momento di “6”, una raccolta di sei racconta, più un ghostwritten a cui tengo in modo particolare.

E per il genere romanzo storico?

La storia, soprattutto quella non convenzionale e intendo quella presente sui testi scolastici, mi ha incuriosito e attirato da sempre; da bambino leggevo i racconti del Reader’s digest di avventurieri e cercatori e inoltre adoravo gli atlanti geografici che mi permettevano di localizzare i luoghi narrati. Durante gli anni ho rivolto il mio interesse alla storia contemporanea e, grazie allo storico Alessandro Barbero, alle vicende e al modus vivendi del periodo medievale. I miei scritti sono romanzi storici e prediligo narrare vicende o personaggi poco o per nulla conosciuti al grande pubblico, nel tentativo di dare nuova vita ad un passato spesso dimenticato, per volontĂ , per un anziano moralismo o antica bigotteria, o per semplice dimenticanza dovuta al tempo che passa, questo non lo saprei dire.

Ti ispiri a qualche autore?

Adoro lo stile di scrittura e narrativo di Don Winslow per quanto riguarda il romanzo contemporaneo e, non nascondo, che mi è stato d’ispirazione per la composizione e la distribuzione della narrazione di due racconti in particolare di “6”. Lirio Abbate e Raffaella Fanelli sono tra i miei giornalisti per come sanno affrontare la criminalità del recente passato italiano. Poi ce ne sono molto altri, dai “classici” Dante, Leopardi, Pascoli, fino a Stefano Benni ed Enrico Brizzi, ma rischierei di dilungarmi troppo.

Come hai scelto il titolo del tuo libro?

Di norma i titoli dei miei scritti sono frutto di un pensiero improvviso, magari in grado di attirare l’attenzione del pubblico. Per “6” invece non è stato necessario attendere l’idea, trattandosi di sei racconti (più un ghostwritten) che seguono un’unica tematica, quella dell’avidità dell’essere umano, quindi direi che è stato più semplice di altre volte.

C’è una motivazione particolare che ti ha portato a scrivere queste storie?

Sono le stesse che mi hanno portato a scrivere anche “Vittima o carnefice?” e “In viaggio per Aggius”. Tutto parte dalla curiosità personale verso la conoscenza del passato e sfocia nella volontà di far rivivere personaggi e vicende abbandonate e dimenticate nel tempo, per offrirle ai lettori in una versione scorrevole e comprensibile a tutti.

Che messaggio vorresti arrivasse ai lettori?

Non ho l’obiettivo di lanciare o far arrivare messaggi ai lettori, piuttosto vorrei spingerli a riflettere sulle vicende narrate e augurarmi che siano coinvolti dalla lettura.

Come promuoverai il tuo libro?

La maggior parte della promozione ormai, al giorno d’oggi, si sviluppa sui social network e così farò anch’io tramite la mia pagina facebook Diego Royale GePi e il mio instagram diegocasino76.

Spero di riuscire a fare anche qualche presentazione dal vivo, così come accaduto per “In viaggio per Aggius”. Per il momento si può acquistare “6” sul sito Amazon.it, oppure prenotarlo nelle migliori librerie; nello stesso modo si possono acquistare anche i precedenti romanzi.

Stai giĂ  scrivendo qualcosa di nuovo?

Da quando ho ripreso a scrivere i periodi di pausa sono stati davvero pochi e in quei momenti ho cercato idee e materiale per nuovi scritti. Da qualche mese ho iniziato a scrivere la prima bozza di un nuovo romanzo ambientato in un preciso anno degli anni ‘80 del XX secolo (che non svelo per ovvi motivi), in pieno periodo di guerra fredda, ma è ancora in fase iniziale di costruzione, per ora ho scritto i primi quattro capitoli, non definitivi. Non ho comunque nessuna fretta, anche perché devo occuparmi della promozione di “6”.

E qualche sogno?

Per qualche sogno forse sono un po’ maturo, ma il bambino che sopravvive in me ha dei sogni e dei desideri e il più grande è quello, un giorno, di entrare una libreria con mia madre e vedere esposto in vendita al pubblico un mio libro, magari con il mio faccione e dirmi “Ce l’hai fatta!”.

Bianca Folino