La porta in questione, che si trova nel Portogallo centrale, è davvero una porta curiosa che racchiude in sé una leggenda. La sua esigua dimensione di circa 32 centimetri, ma in realtà sembra si arrivi ai 50, pareva essere legata a una caratteristica della medesima e cioè di controllare il peso dei monaci che per entrare nella cucina in cui da essa si accedeva, dovevano essere in grado di passarvi attraverso. Insomma una specie di sistema dietetico, se volevano potervi accedere, non dovevano superare una certa stazza e di conseguenza limitare i nutrimenti.
Ma cosa c’è di vero in tutto questo? Il fatto certo è che essa immetteva veramente in una cucina, che attualmente è un repertorio archeologico, ma non serviva da passaggio per le persone, bensì per il transito dei piatti, in definitiva era un passe plat per i vassoi di cibo. Era attraverso di essa che i monaci facevano passare piatti e stoviglie dalla cucina fino al refettorio. Proprio per questo non vi era necessitĂ di costruirne una piĂą grande.
Questa cucina risaliva all’ antico ordine cistercense, i cui monaci seguivano rigide regole di digiuno, mangiando solo ciò che producevano, verdure, frutta, pane e pesce. Come mai dunque nacque questa leggenda? Dopo l’estinzione degli ordini religiosi e col passaggio della maggior parte dei monasteri allo stato, si diffuse l’iconografia del monaco paffuto e godereccio, ma in realtĂ i monaci seguivano una rigida dieta di digiuno e penitenza che nulla aveva a casa fare con la leggendaria porta. L’immaginario che girava attorno agli ordini religiosi, ai monaci e ai monasteri ha poi fatto il resto. Se avete la possibilitĂ andate a darci un’occhiata e, perchĂ© no, fare la prova se la vostra silhouette è compatibile con la “porta grassa”.Â
Sonia Filippi