Il mistero senza tempo di Stonehenge

Esistono luoghi nel mondo che hanno un potere evocativo senza pari e uno di questi è sicuramente Stonehenge, letteralmente pietra sospesa.  Il sito archeologico,che risale all’era neolitica, dichiarato nel 1986 patrimonio dell’Umanità dall’Unesco è da sempre avvolto in un mitero che affascina e attrae l’immaginazione della maggior parte delle persone. Si trova nella contea di Wiltshire in Inghilterra (Sud) e risale a circa 5mila anni fa. Recentemente il sito è tornato alla ribalta per una scoperta scientifica nata dall’analisi di un campione di pietra che ha messo in luce come la composizione geochimica può averla resa molto resistente allo scorrere del tempo. Questo perché i noti macigni sono composti per il 99,7 per cento da cristalli di quarzo che sono praticamente impossibilitati a sbriciolarsi, anche perché sono disposti ad incastri molto fitti. In altre parole le pietre di Stonehenge sono praticamente indistruttibili.

Il mistero rimane ma inizia quindi a diradarsi tanto che le varie ricerche suggeriscono che nell’epoca Neolitica i Britanni trasportarono i massicci elementi da diversi luoghi dell’Isola per realizzare il sito archeologico. Quindi al di là delle varie favole e aneddoti che hanno immerso Stonehenge nel mistero, fino ad arrivare ad un possibile intervento di qualche extraterrestre, il sito è stato realizzato da uomini che però non hanno lasciato indicazioni sul suo scopo, né informazioni sulle origini. E questo ha solleticato l’immaginazione di scrittori di fantascienza, turisti e archeologi. Tra i vari studi c’è anche quello secondo cui Stonehenge potrebbe non essere il primo, ma solo una copia di un monumento ancora più antico che si trova in Galles e che è il cerchio megalitico di Waun Mawn. Quest’ultimo ha dimensioni analoghe al sito del Sud Inghilterra ed è anch’esso allineato con il sole. Solo che qui sono rimaste davvero poche pietre.

E’ interessante notare come i ricercatori abbiano sottolineato, in particolare  Michael Parker Pearson esperto di preistoria britannica, come gli antichi Britanni si identificassero con le bluestone, letteralmente “pietre blu” dal colore dei magaliti. Inoltre erano pietre considerate preziose. Pearson avanza l’ipotesi che i megaliti siano la rappresentazione fisica degli antenati, o i loro ricordi ancestrali. Nonostante tutti questi studi però siamo ancora lontani da conclusioni definitive. E per quanto ci saranno domande che rimarranno senza risposta, è interessante notare come il sito sia allineato ai solstizi (inverno e estate) e quindi sia connesso con le nozioni astronomiche. Inoltre i numerosi ritrovamenti di resti umani cremati fanno comprendere come il luogo sia legato al culto dei morti o degli avi.

Non fu costruito in poco tempo, i lavori iniziarono 5mila anni fa con due tipi diversi di pietre, l’arenaria e le pietre blu, ovvero i menhir che sembrano arrivare dal Galles. Ciò che è stato ritrovato (oggetti e resti animali) suggerisce una società piuttosto mobile dell’epoca e non certo stanziale. Infine i più recenti studi di Pearson suggeriscono che il sito possa essere un monumento alla memoria utile a rendere immortali gli antenati, in quanto la pietra è più resistente del legno o di altri materiali. Qualunque siano le risposte che si nascondono dietro i megaliti di Stonehenge, il sito rimane affascinante e continua ad attirare turisti e a far viaggiare l’immaginazione delle persone.

Redazione