Il triangolo di Bennington

Fratellino minore dei ben più famosi Triangolo delle Bermuda e dell’Alaska, quello di Bennington si trova negli Stati Uniti e più precisamente nello stato del Vermont, in un’area a sud ovest. In questa zona, tra il 1945 e il 1950 scomparvero alcune persone che, per la maggior parte dei casi, non furono più ritrovate. Nel centro di questo triangolo immaginario si trova il monte di Glastonbury e la vicina città di Somerset. Secondo gli studiosi dei casi, la montagna ha un lunga tradizione di strani avvistamenti e le sparizioni ivi avvenute potrebbero esservi collegate. La visione di strane luci sembrerebbe infatti avvalorare la teoria dei rapimenti alieni. Alcune culture indigene sostengono che l’area sia maledetta e parlano di “una pietra che inghiotte tutto ciò che passa su di essa”, non mancano neppure gli avvistamenti di Big Foot, l’abominevole uomo delle nevi, che persistono fino ai giorni nostri.

Nel corso del quinquennio sopra citato sparirono almeno cinque persone: Middie Rivers 1945, Paula Weldon 1946, James Tedford 1949, Paul Jepson 1950 e Frieda Langer 1950.

La prima scomparsa avvenne nel 1945, quando Middie Rivers, esperta guida alpina di 74 anni, andò insieme a un gruppo di cacciatori sul Long Trail, antico sentiero escursionistico che attraversa da nord a sud l’intero stato del Vermont. Terminata la gita, durante il cammino verso l’ accampamento notturno, la guida lasciò indietro i compagni di viaggio, precedendoli di poco. Giunti a destinazione però di Rivers, non vi era traccia alcuna. La cosa non impensieri’ gli escursionisti, in quanto a conoscenza della grande esperienza dell’uomo. Tuttavia Rivers non fu mai più visto e a nulla servirono le estenuanti ricerche protratte per lunghe settimane, non fu mai trovato alcunché.

Sullo stesso tragitto, svanì anche la diciottenne Paula Jean Welden. Studentessa del Bennington College, domenica primo dicembre 1946, lasciò il campus con l’intenzione di fare una breve passeggiata. Parti’ nel pomeriggio in direzione di Glastonbury e una volta arrivata a Woodford Hollow fermò un gruppo di escursionisti che furono gli ultimi a vederla viva. Non fu mai più ritrovata. Furono impiegate tutte le forze di polizia disponibili, compresa la Guardia Nazionale per più di un mese, ma non venne mai rinvenuta traccia della ragazza.

Tre anni dopo lo stesso giorno fu la volta del veterano James Tedford. Dopo aver fatto visita a dei parenti, salì sull’autobus diretto a Bennington, ma quando il mezzo arrivò al capolinea, dell’uomo era rimasta soltanto la valigia, lui era scomparso, praticamente volatilizzato. Da notare che l’ autobus non aveva fatto nessuna fermata intermedia e nessuno era sceso da esso. I passeggeri riferirono di aver visto Tedford dormire e nulla più. Il dato di fatto rimane però che non fece mai più ritorno a casa.

Paul Jepson aveva otto anni quando scomparve il 12 ottobre del 1950. Insieme alla madre andò sul furgone dì famiglia, alla loro fattoria. Mentre la donna accudiva i maiali, il bambino rimase sull’ aia a giocare, ma quando la madre andò a recuperarlo, il bambino era sparito. E non riapparve mai più.

L’unica vittima a essere ritrovata fu Frieda Langer, una signora di 53 anni, scomparsa appena sedici giorni dopo Paul Jepson, mentre faceva trekking con alcuni amici, sempre sul Long Trail. Durante l’ escursione scivolò in un ruscello, bagnandosi tutta. Come il primo dei nostri scomparsi, la donna pratica del luogo, disse ai compagni di continuare, in quanto lei si sarebbe diretta al vicino accampamento a cambiarsi, per poi raggiungerli in un secondo tempo. Ne rinvennero il corpo sei mesi dopo, nonostante l’ impiego di aerei, elicotteri e più di trecento uomini. Il tempo trascorso nel bosco non permise di determinare le cause della morte. La cosa bizzarra fu che il luogo del ritrovamento era stato ampiamente perlustrato al momento della scomparsa, ma il corpo della donna, non c ‘era.

La zona è stata abbandonata alla fine del XIX secolo e attualmente è disabitata, ciò nonostante provoca un fascino irresistibile sugli amanti del mistero.

Sonia Filippi