Jamila

La Sicilia e la sua storia è il cuore dei suoi interessi. Ed è proprio la storia siciliana ad avere ispirato “Jamila” l’ultimo romanzo di Antonio Sapienza edito dalla PlaceBook Publishing & Writer Agency. Antonio Sapienza è nato a Palermo nel 1957 e tutt’ora vive lì, dove fino a un paio di anni fa ha fatto il farmacista. Tra le sue passioni c’è anche il teatro oltre alla scrittura che coltiva regolarmente dal 2013. Proponiamo ai lettori la sua intervista.

In tre frasi, racconta ai lettori chi è Antonio Sapienza?

Nato a Palermo nel 1957, dove abito, sono un farmacista in pensione dal 2020 sposato con due figli, sono nonno e ho un cane pastore tedesco “Eagle” che assieme a mio nipote tenta di devastare giornalmente il giardinetto di casa. Sono molto socievole, ho molte amicizie e sono d’idee progressiste, amo la natura, pratico il trekking, la pesca sportiva, la raccolta dei funghi e l’acquariofilia. Seguo molti sport, ho praticato calcio a livello dilettantistico e sono un super tifoso della squadra di calcio della mia città.

Come hai scelto il titolo del tuo libro?

“Jamila” in arabo significa “Bella” , come ho immaginato che sia la principessina araba siciliana del mio romanzo, una combattente corraggiosa e indomita ma che allo stesso tempo è una splendida ragazza.

E cosa ti ha ispirato questa storia?

La meravigliosa e controversa storia della mia amata Sicilia, in particolare il susseguirsi delle dominazioni che al loro termine hanno però sempre arricchito la nostra terra. Nel mio romanzo faccio riferimento a come una figura illuminata come l’Imperatore svevo Federico secondo sia riuscito a fondere e fare convivere assieme culture così diverse fra loro come quella araba, ebrea, normanna e sveva.

Quale messaggio vorresti arrivasse ai lettori?

Un messaggio che a dirsi sembra molto semplice ma che la sua realizzazione purtroppo ancora oggi è di difficile attuazione, cioè che una società, una nazione se è multietnica ed è basata sul rispetto e garantisce le pari opportunità a tutti gli individui che la compongono diventa senz’altro più ricca e progredita.

Tu hai fatto il farmacista, la tua professione ha influito sulla tua scrittura?

Il mio è stato un lavoro di contatto con i clienti che mi ha fatto capire come per farsi comprendere e farsi apprezzare bisogna usare sempre un linguaggio semplice e diretto con il proprio interlocutore a prescindere dal suo livello culturale, questo è quello che cerco di mantenere nei miei romanzi, semplicità mai banale e qualche notizia interessante da suggerire.

Ci racconti com’è nata questa tua passione?

Per anni sono stato un lettore instancabile di libri con una media di cinque, sei al mese, di narrativa sia italiana sia estera, di gialli e di qualche buon romanzo di fantascienza, poi ho deciso di provare a scrivere qualcosa di mio, perché questo mi stimolava a documentarmi su determinati argomenti di cui non sapevo ancora abbastanza.

Prediligi sempre racconti e romanzi di tipo storico?

No, anche se questo filone mi offre molteplici potenziali spunti di scrittura da cui poter accingere, ho scritto anche romanzi in cui mi piace mescolare fatti realmente accaduti nella mia vita con alcuni totalmente inventati, cercando di creare un mix il più possibile gradevole. Sono, inoltre un appassionato di Miti e Leggende e qui nella mia Sicilia ogni angolo è pieno, ho inventato perciò un personaggio, a cui sono molto affezzionato, un Capitano dei Carabinieri del nucleo TPC(Tutela Patrimonio Culturale) che in vari episodi è impegnato nella salvaguardia del bene commune.

Questo è il tuo secondo libro targato PlaceBook, come hai incontrato l’agenzia?

Incontro casuale sul Web, avvenuto dopo vari e infuttruosi tentativi di propormi a case editrici che non mi hanno offerto le ricercate garanzie di serietà e di professionalità, con la PlaceBook è stato invece accordo immediato.

E che tipo di esperienza editoriale è stata con loro?

Cercavo qualcuno disposto a aiutarmi a crescere professionalmente e loro sono stati subito disponibili in tal senso …

Stai già scrivendo qualcosa di nuovo?

Si, per adesso, attraverso un momento creativo che desidero sfruttare al meglio ma per scaramanzia non aggiuno altro, mi auguro di risentirci presto…

Bianca Folino