Le tre facce del diavolo

E’ giovanissima ed è appena entrata a far parte della grande famiglia Placebook Publishing & Writer Agency. Alessia Borasco, nata nel 2002 e cresciuta in provincia di Verona, si è diplomata presso un istituto tecnico economico e attualmente vive a Mantova coi genitori. Da sempre appassionata di lettura, questo è il suo primo romanzo. L’abbiamo intervistata per I lettori di Kukaos

Come hai scelto il titolo del tuo libro?

Per la scelta del titolo mi sono ispirata alla figura del diavolo nella Divina Commedia:

lì infatti Lucifero possiede tre facce dotate ciascuna di occhi, naso e bocca. Ho

creato la figura dell’antagonista mescolando questo elemento con le tre fiere (la lupa,

la lonza e il leone) e ciò che simboleggiano.

Perché hai scelto Chicago per ambientare la tua storia?

Pur essendo un racconto inventato esso è basato su fatti realmente accaduti, con

personaggi e dettagli dell’epoca. Ecco perché ho scelto Chicago, proprio perché tutto

è successo lì.

In che senso ti sei ispirata alla Commedia dantesca?

Il racconto stesso è il viaggio che il protagonista fa, dall’inferno che sentiva dentro di

sé alla beatitudine del paradiso. Durante il corso della storia affronterà la difficoltà

dell’essere un uomo mortale, pieno di difetti e con un passato disturbato, ma che

lotterà senza mai arrendersi fino alla conclusione del libro, quando si sentirà in pace

e avrà accettato ogni parte di sé.

Che significato ha per te la ricchezza?

Secondo me esistono due tipologie di ricchezze: quella monetaria e quella della

moralità. Una persona piena di soldi può essere ricca anche di valori, o l’incontrario.

Fatto sta che la ricchezza monetaria non è un male se ottenuta in maniera onesta e

col duro lavoro, ma è importante ricordare che i soldi non possono comprare né

l’amicizia né l’amore, quindi sono i valori che fanno la differenza.

E la povertà?

Essa è una delle tante piaghe della nostra società che, anche se il mio pensiero è

pessimistico, non può essere debellata. Il voler distruggere le disuguaglianze

dall’oggi al domani è un’utopia, perché ci sarà sempre qualcuno più povero e

qualcuno più ricco.

Cos’è per te l’oscurità?

L’oscurità è una parte di noi. Noi non siamo macchine prive di difetti, e purtroppo di

difetti ne abbiamo a bizzeffe. Negli ultimi anni c’è sempre un crescente “amore” per

le figure negative, perlopiù di fantasia, ma che possono essere anche i serial killer e i

dittatori della storia, proprio perché l’oscurità in qualche modo ci attrae e ci

incuriosisce, anche se ci sono diverse eccezioni.

E la follia umana?

Una bestia incontrollabile che se non domata diventa una parte di noi. L’essere

umano è in grado di fare molte cose, ma quando viene posseduto dalla follia sa

essere estremamente pericoloso, basti pensare ai serial killer più macabri o piùsemplicemente la “soluzione finale” dei nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Quale messaggio vorresti arrivasse ai lettori?

Vorrei che i lettori stessero attenti alle apparenze, perché ciò che vediamo o

crediamo il più delle volte si rivela ad essere tutt’altro. Le cose belle non durano in

eterno, quindi è importante goderserele fino in fondo. Poi, ovviamente, mai smettere

di seguire i propri sogni.

Questa è la tua prima esperienza editoriale, ce la racconti?

Se sono riuscita a pubblicare questo romanzo è solo grazie alla mamma del mio

migliore amico, nonché tramite fra me e l’editore. Se non fosse stata per lei non avrei

mai conosciuto la Placebook Publishing, accettando subito il manoscritto. Poi nel

giro di due mesi il romanzo era su Amazon. E’ stata un’esperienza meravigliosa,

perché durante il processo dell’editing ho visto il mio libro prendere vita, un piccolo

sogno che diventava realtà..

A quali autori ti ispiri?

Non ho autori ben specifici a cui mi ispiro, anche se ci sono scrittori che leggo di più

rispetto ad altri. Durante il corso degli anni ho letto molti libri di generi e autori

diversi, assuefando quindi differenti modalità di scrittura, creandone uno mio

personale.

Ci sarà un seguito a questa storia?

Molto probabilmente sì, ma non ne sono molto sicura.

Sogni nel cassetto?

Ho diversi sogni nel cassetto, e uno tra questi è quello di diventare una scrittrice di

professione, o comunque lavorare nel mondo dell’editoria. Mi piacerebbe poi

viaggiare ed esplorare il mondo.

Bianca Folino