Sono diposte ad andare in Tribunale. Sono un gruppo di donne Innuit, 67 per la precisione che vogliono fare causa al governo della Danimarca per essere state sottoposte a sterilizzazione forzata. Un abuso in piena regola quindi che le ha viste vittime inconsapevoli. Sono state sottoposte ad un intervento per inserire nel loro utero la spirale contraccettiva, solitamente chiamata anche Iud. Non avevano dato il loro consenso, ma ancora più grave, non erano nemmeno state informate. Il gruppo di donne ha chiesto un risarcimento danni di 40mila euro a testa e questo solo perchè come sappiamo la sterilizzazione con l’impianto Iud non è permanente, ma temporanea. Ciò nonostante le donne Innuit si sono sentite abusate e per questo se il governo non dovesse accettare la loro richiesta porteranno la questione in Tribunale. A pieno diritto anche.
Questo caso divenne famoso anni fa, dopo la denuncia di Naja Lyberth ma è oggi diventato di dominio pubblico perchè un podcast investigativo dell’emittente danese DR l’ha portato alla ribalta quasi un anno fa. I dati riferiti agli ascoltatori parlano degli anni tra il 1966 e il 1970 quando 4mila e 500 Iud sono state inserite nelle donne Innuit. Alcune di loro avevano solo 13 anni. Chiaramente il tutto senza consenso e a loro totale insaputa. Stiamo parlando del 35 per cento delle donne del territorio che sono state rese sterili. Si è letteralmente abusato del loro diritto a procreare senza una parola da parte di nessuno e questo perchè un governo si sente superiore ad una minoranza e quindi decide per lei.
Queste pratiche sono legate a politiche governative che vogliono controllare le nascite o ridurre addirittura la presenza di popolazioni indigene sul territorio. Il caso danese è solo uno dei tanti e bisogna dirlo: dagli Stati Uniti al Perù, dal Canada a Israele, dalla Namibia alla Cina. Questi sono paesi che hanno deciso per le tribù presenti, senza nemmeno informarli.
Negli anni Settanta negli Stati Uniti, una donna nativa su 4 è stata sterilizzata e molte di queste procedure sono state eseguite sotto coercizione, senza che le donne lo capissero. Anche le nere e le latine sono state bersaglio di questo tipo di operazioni che sono un vero e proprio abuso, oltre che un sopruso. In Perù tra il ‘96 e il 2001 sono state sterilizzate oltre 272 mila donne, la maggior parte delle quali erano indigene, provenienti da zone rurali povere. Due anni è iniziato, a questo proposito, il processo contro l’ex dittatore Alberto Fujimori che ha fatto subire a migliaia di donne la chiusura forzata delle tube.
Stesso discorso da parte del governo di Israele contro le donne etiopi immigrate nel paese, mentre la Cina è accusata di pulizia etnica contro gli Uiguri e in Namibia sono emersi diversi casi di sterilizzazone di donne che erano positive all’Hiv. Tutte queste pratiche continuano nonostatne lo statuto di Roma le inserisca nell’elenco dei crimini contro l’Umanità.
Non si può rimanere indifferenti a questi abusi che vanno ben oltre la negazione dei diritti. Soprattutto quando vengono portati avanti da governi che si proclamano democratici senza veramente perseguire nei fatti e nelle azioni la democrazia.
Bianca Folino