Solstizio: il seme sotto la neve

C’è un’immagine che ben descrive l’Inverno, quella del seme che sta sotto la neve, a riposo e in consapevole attesa. Il seme sa che quando arriverà Primavera, il sole scioglierà la neve e lui potrà iniziare a dare il meglio di sé esprimendo tutte le sue potenzialità che lo faranno diventare pianta. Lo stesso dovremmo fare anche noi, metterci a riposo, non strafare e coprirci per riuscire a resistere al freddo. Certo, le nostre case sono riscaldate quindi non abbiamo la necessità di coprirci più del dovuto e sono anche illuminate, ma questo non vuol dire che dobbiamo tenere la luce accesa per tutta la notte. Piuttosto dobbiamo guardare fuori dalla finestra, i giorni si accorciano e tutto in noi, dal corpo alla mente e allo spirito, chiedono riposo. È quindi normale, durante questa stagione, sentire maggiormente sonno ed è giusto assecondarlo, questi sono i giorni in cui si va a letto prima del solito, si va a letto presto affinché la giornata successiva sia proficua e la nostra attenzione vigile. Succede spesso invece, che durante l’Inverno noi non conteniamo le nostre attività, anzi spesso le incrementiamo senza tener conto delle sollecitazioni esterne, non di quelle sociali, ma proprio di quelle stagionali che ci inducono al riposo. Questo potrebbe avere conseguenze nella stagione successiva quando, anziché sentirci tonici e pronti a ripartire, a rinascere, ci sentiremmo stanchi. Si dice spesso che la Primavera porta stanchezza, ma in realtà la porta nel momento in cui non abbiamo osservato l’Inverno e i suoi imperativi.

L’inverno è la stagione del freddo, della neve, gli alberi sono ormai spogli e i colori della vegetazione virano allo scuro. Tutto riposa e dovremo farlo anche noi, il più possibile. Non per niente esistono specie animali che vanno in letargo, sono quelle che più di altre sono in sintonia con l’ambiente nel quale vivono.

Anche il nostro cibo dovrà tener conto delle condizioni climatiche e quindi andranno benissimo delle zuppe calde e comunque piatti non certo freddi. No all’insalata e al sushi, che tanto va di moda, perché sono cibi crudi e quindi freddi, faticosi da digerire per il nostro stomaco. Per i cinesi il cibo crudo in realtà non andrebbe mai consumato, perché non abbiamo abbastanza fuoco di stomaco per digerirlo. Lo stomaco lavora sempre e quel fuoco serve proprio per processare il cibo ingerito, ma spesso noi lo sovraccarichiamo. Anche lui deve essere messo a riposo e quindi dobbiamo facilitargli il compito della digestione. Già mantenere una certa regolarità nell’orario dei pasti sarebbe d’aiuto, ma soprattutto in Inverno, sarebbe bene non cenare troppo tardi, in modo da favorire la digestione e il riposo notturno. Si dice che la Milza, organo molto legato al suo viscere, cioè lo stomaco, ami la regolarità, che non vuol dire rigidità. Cercare di mantenere gli orari non vuol dire spaccare il minuto, ma semplicemente evitare di cenare troppo tardi o di pranzare un giorno in piedi e di fretta e un altro a pomeriggio inoltrato. È sempre bene trovare il tempo per sedersi a tavola e consumare il pasto in tutta tranquillità.

Prendiamo la buona abitudine di svegliarci un po’ prima al mattino in modo da poter continuare a seguire le nostre pratiche, siano esse meditative o di movimento consapevole. E teniamo in conto anche la zona dove abitiamo, se c’è umido è normale che io mi senta ancora più rallentato e che inizi a percepire qualche dolore osseo o muscolare, soprattutto se quell’umido è associato al freddo. E se ci dovesse essere vento, stiamo attenti perché quello è il giusto vettore per far penetrare il freddo nel mio corpo causandomi un’infreddatura o un’influenza. È pur vero che, se permetto al fattore patogeno di penetrare in me, è perché ho fatto lo spazio necessario alla sua presenza, quindi, devo domandarmi perché ho lasciato quello spazio (magari mi sono semplicemente scoperta troppo o sono stata in mezzo a correnti d’aria, oppure sono molto stanca). In questo caso può venirmi in aiuto lo zenzero che riscalda, ma attenzione a chi soffre di stomaco perché infiamma. Se soffro di reflusso, posso sempre utilizzare la cannella che ha le stesse proprietà riscaldati della radice che ultimamente va tanto di moda nelle tisane a base di limone, ma che peggiora il reflusso e i problemi digestivi a chi ne soffre. Posso per esempio mettere un pizzico di cannella sulle mele cotte.

E se l’umido mi fa già soffrire per altri motivi, un paio di prugne secche al giorno potranno aiutare a purificare quel calore umido che rallenta i processi digestivi e nutritivi.

Questa è la stagione delle tisane, che vanno distinte da tè, quest’ultimo è diuretico quindi utile se devo depurare, se ho la febbre, per esempio, ma non se ho una carenza di liquidi. Nel caso posso sostituirlo con delle tisane e ce ne sono davvero per tutti i gusti, dalle emollienti che mi possono aiutare in caso di qualche dolore, come la malva, fino al karkadè. Anche in questo caso ho solo l’imbarazzo della scelta, ma devo porre attenzione alle mie condizioni fisiche perché, come dicevamo prima, lo zenzero scalda ma a volte in eccesso e quindi non va bene per tutti.

Possiamo continuare le nostre pratiche e nel caso di raffreddamenti, posso focalizzare gli esercizi su ciò che mi è necessario: se sono raffreddato andrò a sostenere il Polmone, come dicevamo anche più sopra, senza dimenticare però che l’Inverno è la stagione del Rene e della Vescica urinaria. Alzi la mano chi in Inverno non sia andato a svuotare la vescica più di una volta al giorno, sentendo un bisogno impellente molto più urgente rispetto alla stagione estiva.

Il freddo eccessivo blocca e non dimentichiamo che il freddo interno, protratto nel tempo, infiamma perché ha lo stesso effetto del ghiaccio che fuma, e quando lo poniamo su qualche parte del nostro corpo brucia. Ecco, non dimentichiamo che il ghiaccio su una parte infiammata non risolve il problema, anzi lo complica. Addormenta la parte dolente per un periodo, ma non toglie l’infiammazione. Molto meglio tenere a portata di mano del sale grosso, scaldarlo in forno dopo averlo posto in un calzino di spugna o non nel microonde, perché si tratta di un cristallo, e metterlo sulla parte dolente.

Lo spirito che abita il nostro Rene è lo Zhi, ovvero la volontà che potremmo anche tradurre in istinto di sopravvivenza, ma più precisamente è la nostra volontà di vivere, il sentire che abbiamo le risorse per farlo.

E poi rilassiamoci, godiamoci il panorama e i suoi cambiamenti, i giorni che lentamente iniziano ad allungarsi verso la Primavera e magari qualche piccola nevicata, o grossa, che può capitare in questa stagione. Agiamo sempre con un approccio preventivo, perché quando le cose accadono e le malattie arrivano, spesso non riusciamo a trovare una soluzione che ci soddisfi. Ma soprattutto continuiamo a prenderci cura di noi stessi e non dei sintomi o delle malattie che ci attaccano.

La bellezza dell’Inverno? È in un camino acceso, in una nevicata, nel vento che pulisce le onde del mare e per quanto sferzi permette di respirare liberamente, in un Cielo terso e nell’aria frizzante. E nei particolari che iniziano a mutare il panorama e virano verso la Primavera.

(tratto da “La perduta unione” – PlaceBook Publishing)

Bianca Folino