Ametista: la pietra dei re

L’ametista è una bellissima pietra dura trasparente e translucida, femminile, sensibile e armonica. Si tratta di una varietà di quarzo della famiglia degli ossidi con colorazioni che vanno dal violaceo -indaco al rosso – porpora, il colore dipende dalle infiltrazioni di ferro e manganese. I principali giacimenti si trovano in America del Sud ma anche in Italia. Questa pietra è molto conosciuta in cristalloterapia per le sue proprietà benefiche, che alleviano i disturbi fisici. Si usa per togliere il mal di testa posizionandola al centro della fronte o massaggiando le tempie. Indossata, riduce ansia e stress, velocizza la rimarginazione delle ferite e aiuta la circolazione sanguigna. Elimina inoltre i problemi cardiaci e le infezioni delle vie respiratorie. Infine è ottima per alleviare le otiti. Per beneficiare delle sue proprietà, va indossata o portata con sé. Si può anche creare un elisir ponendola in un bicchiere pieno d’acqua e lasciata riposare per una notte intera. Dopodiché, tolta la pietra, l’elisir può essere bevuto. In questo modo, si allontanano i disturbi nervosi e si inizia la giornata alla grande. Essa ha anche un grande potere di apertura della sfera mentale. Stimola l’intelligenza e la capacità intuitiva. Aiuta a superare le difficoltà psichiche, un dispiacere o un dolore, dovuti a una perdita o a un lutto. Tramite i suoi influssi aiuta a superare la depressione, l’apatia e la sfiducia in sé stessi. L’ametista è collegata al sesto chakra, il terzo occhio, che si trova al centro della fronte, permettendo di avere una visione più chiara delle cose. Armonizza anche il settimo chakra e apre lo spirito a nuove conoscenze.

In antichità era la pietra dei Re, veniva incastonata nella corona e nello scettro. Era conosciuta dai Greci, dagli Egizi e dai Romani. In greco antico Amethystos, significava “colui che non si ubriaca” , proteggeva quindi dai fumi dell’alcol, mantenendo la mente limpida.

Per gli antichi Romani era collegata a Bacco Dioniso, dio del vino. La leggenda narra che abbagliato dalla bellezza della ninfa Ametista, completamente ubriaco, le si avventò contro. La ninfa, chiesto aiuto alla dea Artemide, venne tramutata in pietra trasparente. Bacco per il dolore le versò sopra il suo vino, colorandola di viola.

Come si mantiene? Per purificarla basta lavarla sotto l’acqua corrente. Per ricaricarla, soprattutto se viene indossata spesso, basta esporla alla luce lunare o alle prime luci dell’alba, prima del sorgere del sole, per un’ora. Se non indossata, va tenuta in sacchetti e mai mischiata ad altri oggetti di plastica o metallo. Tenuta in casa, rafforza i legami familiari e sotto il cuscino favorisce sonni tranquilli privi di incubi, e l’arrivo di sogni premonitori.

Non dimenticate quindi, di tenere un’ ametista sempre con voi.

Sonia Filippi